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Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Capitolo VI: La grazia di Maria è quadruplice : dei doni, delle labbra, dei privilegi e dei premi.

Beato Corrado di Sassonia

Capitolo VI: La grazia di Maria è quadruplice : dei doni, delle labbra, dei privilegi e dei premi.
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Ave, Maria, piena di grazia. Ancora, o carissimi, dobbiamo dire qualcosa della grazia della dolcissima V. Maria. È da considerarsi dunque come la grazia in Maria sia quadruplice : grazia dei doni, grazia delle labbra, grazia dei privilegi, grazia dei premi.
In primo luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia dei doni dello Spirito Santo. Di questa grazia Maria congratulandosi può dire col 24° dell’Ecclesiastico (Vers. 25) : In me ogni grazia di vita e di verità. Che meraviglia, se è piena della grazia di vita e di verità essa che è la madre di colui del quale leggiamo che è pieno di grazia e di verità ! E che meraviglia se è tanta l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo in quella verga sul cui fiore riposò Io Spirito Santo con tanta sovrabbondanza dei suoi doni ! Maria infatti è quella Verga e il figlio di Maria è quel fiore di cui si dice nel capo 11° di Isaia (Vers . l, seg.) : sorgerà una verga dalla radice di lesse, e spunterà un fiore dalla radice di lui, e riposerà su di lui lo Spirito del Signore: Spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza di pietà, e lo spirito del timore del Signore lo riempirà. In questo fiore è mirabile la sovrabbondanza dello Spirito Santo, di cui si fa nella Chiesa di Dio sì ammirabile infusione, che S. Giovanni Evangelista può dire (loan. 2, 16) : Della pienezza di lui tutti noi riceviamo grazia per grazia. Poiché dunque da questo fiore ridonda tanta grazia in tutto l’orto, in tutta la Chiesa, quanto più nello stelo di questo fiore, in Maria stessa! Dica dunque Maria, dica sicuramente: in me ogni grazia di vita e di verità. La grazia certamente, di vita e di verità consiste nei predetti sette doni dello Spirito Santo. Infatti per i predetti sette doni fu in Maria la grazia di vita e verità. La grazia della verità ordinò Maria nella verità sopra di sé e sotto di sé, entro sé e fuori di sé!  La grazia, dico, della verità ordinò Maria nella verità sopra di sé per il dono della sapienza ; sotto di sé per il dono del consiglio ; entro sé per il dono dell’intelletto ; fuori di sé per il dono della scienza. La grazia di verità ordinò l'anima di Maria nella verità ; sopra di sé nella sapientissima contemplazione delle cose da godersi ; sotto di sé, nella prudentissima cautela delle cose da fuggirsi ; entro sé, nella certissima cognizione delle cose da credersi ; fuori di sé, nella ragionevolissima distinzione delle cose da farsi. — La grazia della vita poi ordinò Maria nella bontà della vita rispetto al diavolo, rispetto al prossimo, rispetto a Dio. La grazia della vita, dico, ordinò Maria nella bontà della vita : verso il diavolo, per il dono della fortezza ; verso il prossimo, per il dono della pietà ; verso Dio per il dono del timore. La grazia della vita ordinò la vita di Maria in una fortissima resistenza verso il diavolo ; in una purissima benevolenza verso il prossimo ; in una devotissima riverenza verso Dio. Per questo lo Spirito Santo raffigurò Maria convenientissimamente per quella casa che a sé stessa edificò con sì grande maestria la Sapienza increata con le sette colonne dei sette doni dello Spirito Santo (Prov. 9, 1.). Chiunque perciò ha incominciato a desiderare le colonne dello Spirito Santo, egli ne può vedere in questa casa la forma ; può anche trovare in questa casa l’artefice che egli deve andar cercando con grandi desideri e preghiere. Similmente chiunque desidera acquistare la settiforme grazia dello Spirito Santo, egli deve cercare nella verga il fiore dello Spirito santo. Giungiamo infatti per la verga al fiore, per il fiore allo spirito che riposa in quello, quando per Maria ci accostiamo a Cristo e per Cristo troviamo la grazia dello Spirito Santo. Per questo, bene S. Bernardo rivolto a Maria dice (Serm. 2 de Adven. Dom. n. 5) : " Per te abbiamo adito al Figlio, o benedetta ritrovatrice della grazia, genitrice della vita, madre della salute, onde per te ci ricerca colui che per te ci fu dato “.
In secondo luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia delle labbra ; di cui nel salmo si dice (Psalm. 44, 3) : Cosparsa è la grazia sulle tue labbra. Tanta invero fu la grazia delle labbra in Maria, che essa ottimamente può raffigurarsi per quella Giuditta di cui nell’11° capo di Giuditta è detto (Vers. 19): Non vi è sulla terra altra donna, tale nell'aspetto nella bellezza e nel significato delle parole. In verità non vi è, non vi fu, non vi sarà altra donna tale, quale fu Maria, nell’aspetto di una nobilissima vita, nella bellezza di una purissima coscienza, e nel significato delle parole di una eloquentissima lingua. La grazia delle labbra di Maria la vedremo evidentemente se raccoglieremo diligentemente dal Vangelo le parole  delle  sue labbra. Troviamo  infatti nel Vangelo  sette melliflue sentenze   sgorganti  dalle  melliflue labbra di Maria e indicanti ottimamente la grazia melliflua delle sue labbra, secondo il detto del capo 4° della Cantica (Vers. 11) : Favo stillante le tue labbra, o sposa. Sette gocce di miele sono le sette dolcissime parole di Maria che ella si legge abbia rivolto all’angelo, all’uomo e a Dio. Due all'angelo, due all’uomo, tre a Dio.
All’Angelo rivolse la parola della castità e la parola dell’umiltà. Ebbe sul labbro Maria la parola della castità all’angelo, quando a lui rispondendo disse : In qual modo avverrà questo, se io non conosco alcun uomo? Ciò è contro gli impuri che hanno sul labbro parole non caste, non pudiche, ma impure e turpi e carnali. Ebbe sul labbro Maria la parole dell'umiltà all’angelo, quando a lui umilmente rispondendo disse: Ecco la serva del Signore, si faccia con me secondo la tua parola. Ciò è contro i superbi e gli arroganti, che di sé né umilmente sentono né umilmente parlano, ma hanno sul labbro parole di millanteria e ambizione. — Similmente, con l'uomo Maria ebbe la parola della carità e della verità : parola di carità nel saluto, parola di verità Dell'insegnamento. La parola della carità con l’uomo Maria l’ebbe quando salutò la madre del Precursore tanto affettuosamente che ne esultò nel seno di lei perfino l'infante. Questo è contro i pieni di rancore che non parlano ai loro prossimi con carità o non si degnano affatto parlar con loro. La parola della verità Maria l’ebbe sul labbro quando, mancando il vino, disse ai servi (loan. 2, 3, et 5): Fate tutto ciò che Egli vi dirà. Questo è contro coloro che istigano gli altri non al bene ma al male, e a loro consigliano il male.
Similmente, Maria rivolse a Dio tre parole. Più dunque Maria ha parlato con Dio che con l'angelo o con l'uomo, perché ha parlato due volte con l'angelo, due volte con l'uomo, tre volte con Dio. Questo, ohimè ! è contro molti che tanto poco parlano con Dio nell’orazione e sì molto con gli uomini nelle conversazioni inutili e molto nocive. Ebbe Maria con Dio una parola di congratulazione, una parola di lamento, una parola di compassione. Di congratulazione, a suo riguardo; di lamento per ]a perdita del Figlio ; di compassione per il dolore del prossimo. La parola di congratulazione ebbe Maria sul labbro verso Dio, quando, per avere il Signore riguardato all'umiltà della sua serva, disse : Magnifica l’anima mia il Signore. Questo è contro gli ingrati, i quali, ohimè ! per i molti e grandi benefizi di Dio poche grazie a lui rendono e qualche volta per mezzo degli stessi benefizi di Dio, contro Dio insorgono. La parola del lamento Maria l’ebbe sul labbro a Dio quando al Figlio già per tre giorni perduto, disse (Luc. 2, 48.) : Figlio, perché ci hai fatto questa cosa ? Il Padre tuo ed io dolenti ti abbiamo cercato. Questo è contro gli indevoti che non cercano con dolore Gesù, quando Io perderono per molti giorni per la mancanza di devozione. La parola della compassione Maria l’ebbe con Dio quando nelle nozze disse al Figlio (loann. 2, 3.) : non hanno più vino. Questo è contro gli inumani che non sono mossi a pietà dagli altrui bisogni, e non avvantaggiano i prossimi né presso Dio né presso gli uomini. Su dunque, o Maria, nostra avvocata! Ecco, e ancor necessario che tu suggerisca per noi al tuo figlio che non hanno più vino molti di noi, il vino, dico, dello Spirito Santo, il vino della compunzione, il vino della devozione, il vino della spirituale consolazione : di cui S. Bernardo così dice (Serm. 2, in Dom. 1. post. Oct. Epiph. n. 4) : " Quante volte mi è stato necessario, o fratelli, dopo i vostri lacrimevoli lamenti, pregare la madre della misericordia perché suggerisca al suo benignissimo Figlio che voi non avete più vino? Ed essa, vi dico, o carissimi, se da voi fu pregata piamente, non verrà meno alla vostra necessità, perché è misericordiosa e la madre della misericordia. Poiché se ebbe compassione della vergogna di coloro dai quali era stata invitata, molto più compatirà a voi, se piamente sarà invocata ". Pensate, fratelli, per le cose suddette, quanto fu amico di Maria il Re dei re, quando essa ebbe con lui tanta grazia delle labbra. È scritto infatti nel 22° capo dei Proverbi (Vers. 11) : " Chi ama la purezza del cuore per la grazia delle labbra, avrà amico il re ".
In terzo luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia dei privilegi. Di questa grazia nel capo 1° di Luca si dice : Hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai in seno e partorirai un figlio e porrai a lui nome Gesù. Costui sarà grande e sarà detto il Figlio dell’Altissimo. Vedi come Gabriele, dicendo che Maria aveva trovato grazia, subito specificando tal grazia, soggiunge : Ecco, dice, concepirai in seno ecc. O qual grande e per tutti i secoli inaudito privilegio che una vergine nel seno abbia concepito e poi partorito il Figlio dell'Altissimo! Possiamo notare sette privilegi di Maria, privilegi, dico, pieni di immense grazie a Maria soltanto concesse. II primo privilegio di Maria è che essa sopra tutti gli uomini fu purissima d'ogni peccato. Fu infatti nell’utero tanto abbondantissimamente santificata che si crede non fosse in tutta la sua vita proclive neppur ad un sol peccato veniale. Onde Bernardo (Epist. 174, n. 5) : " Fu conveniente che la vergine delle vergini menasse una vita senza alcun peccato per privilegio di singolare santità perché colei che avrebbe partorito il distruttore del peccato e della morte, ottenesse per tutti il dono della vita e della giustizia ". — II secondo privilegio di Maria è che essa sopra tutti gli uomini è pienissima idi grazia. Onde Girolamo (Epist. 9, n. 5) : " La pienezza della grazia agli altri è data in parte, ma a Maria fu infusa in tutto". E per questo lo stesso santo Dottore, confrontando e preferendo la grazia di Maria alla grazia degli angeli, ben dice : " È da credersi che la Beata e Gloriosa Vergine Maria abbia meritato più ampi privilegi di virtù e ricevesse una tal grazia che fosse lodata anche dagli angeli M. — II terzo privilegio di Maria è che essa è madre e vergine incorrottissima. S. Bernardo, lodando questo privilegio, dice (Serm. 4 in Assun. B. M. V. n. 5) : " Ottima parte scelse per sé Maria (Luc. 10, 42) ; ottima certamente, perché buona è la fecondità coniugale, migliore la castità verginale, ottima la verginale fecondità ossia la feconda verginità. È privilegio di Maria, che non sarà dato ad altri, perché non sarà mai a lei tolto ".
Il quarto privilegio di Maria è che essa sola è madre di Dio ineffabilissima, essa sola è madre di quel Figlio il cui Padre è solo Iddio. È oltremodo mirabile che un tanto massimo privilegio sia citato concesso alla creatura. Di questo privilegio pure dice S. Bernardo (Serm. 2 de Annun. B. M. V. n. 2): " È gloria singolare della nostra Vergine ed eccellente prerogativa di Maria, l’aver meritato che un solo e medesimo Figlio fosse a lei comune col Padre ". — II quinto privilegio di Maria è che essa sopra ogni creatura fu familiarissima con Dio anche corporalmente. Poiché, ciò che a nessuna creatura fu concesso né si concederà in eterno, essa portò in seno per nove mesi Iddio, essa Iddio allattò con mammelle ripiene dal cielo " (Serm. 2 de Annun. B. M. V. n. 2), essa per molti anni dolcemente Dio educò, essa Dio ebbe a se suddito, essa trattò col puro Iddio familiarissimamente con amplessi e con baci, come evidentemente asserisce Agostino dicendo (Serm. 207, append. n. 11) : " Nessuna meraviglia, o Maria, se Dio si degna regnando in cielo rallegrarsi con te, che lo hai tante volte baciato bambino ed uomo nato da te in terra ". — II sesto privilegio di Maria è che essa sopra ogni creatura è presso Dio potentissima ; onde Agostino (ibid.) : " Impetraci ciò che domandiamo, scagionaci di ciò che temiamo, perché non troviamo altri più potente per meriti di te che hai meritato.- di essere la madre dello stesso Redentore e Giudice ". È grande privilegio che essa sia sopra tutti i santi presso Dio tanto potentissima, come lo stesso Agostino dichiarava dicendo : " Ne vi è dubbio che essa, la quale meritò di offrire il prezzo per coloro che dovevano esser liberati, possa elargire la sua protezione più grande di quella di tutti i Santi liberati". Ma che ci gioverebbe tanta potenza dì Maria se essa niente si curasse di noi ? Per questo, o carissimi, sappiamo indubbiamente e per questo ringraziamola incessantemente che, come essa è presso Dio più potente di tutti i santi, cosi è anche più sollecita presso Dio di tutti i santi, testimoniandolo lo stesso santo Dottore Agostino che così dice : “ Te sola, o Maria, noi sappiamo esser sollecita più di tutti i santi per la santa Chiesa, ottenendo tu sola tregua ai loro trasgressori perché possano rinunziare ai loro errori ".
Il settimo privilegio di Maria è che essa sopra tutti i beati è eccellentissima nella gloria; onde Girolamo (Epist. cit. n. 17) : " Ovunque la santa Chiesa di Dio canta che ella sorpassò di molto i meriti degli angeli e degli arcangeli, ciò che non è dato credere di nessun altro santo. Questo è privilegio non della natura ma della grazia della Vergine Maria ". Ecco, quant'è glorioso il privilegio di Maria, essendo essa nella gloria la più gloriosa dopo Dio. È glorioso privilegio della gloria di Maria che ciò che vi è di più bello, di più dolce, di più giocondo in gloria dopo Dio, ciò è Maria, ciò è in Maria, ciò è per Maria. Privilegio glorioso affatto della gloria di Maria è che dopo Dio la nostra gloria maggiore, il nostro maggior gaudio in cielo è Maria ; onde Bernardo (Potius Petrus Dam. serm. 44) : " Somma gloria è, o Maria, dopo Dio veder te, a te star vicino e dimorare nella sicurezza della tua protezione ".
Questi dunque sono i sette privilegi gloriosissimi di Maria, in grazia dei quali otteniamo la vita della grazia. E per questo possiamo pregare Maria, come Abramo pregò Sarà, dicendo nel 12° capo del Genesi (Vers. 13) : Di', ti prego, che tu sei la mia sorella, perché possa aver bene per causa tua, e la mia anima viva per la tua grazia. O Maria dunque, o nostra Sara, di' che tu sei nostra sorella affinché per te noi abbiamo bene da Dio e per la tua grazia vivano le anime nostre in Dio. Di', ti prego, o carissima Sarà, che tu sei nostra sorella; per una tale sorella gli Egiziani cioè i demoni ci temano e pure per tale sorella gli angeli si uniscano con noi in battaglia, e inoltre per tale sorella il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo abbiano pietà di noi.
In quarto luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia dei premi ; di cui tuttavia già in parte abbiamo trattato nel settimo privilegio di Maria. Di questa grazia può dirsi ciò che si scrive nel 26° capo dell’Ecclesiastico (Vers. 19) : Grazia sopra ogni grazia, una donna illibata e santa. Donna sopra tutte le donne illibata, sopra tutte santa è Maria, in cui vi è la grazia sopra ogni grazia, la grazia della gloria sopra la grazia della via, la grazia dei premi in cielo sopra la grazia dei meriti nel mondo. Questa grazia della beatitudine di Maria consiste nelle sette doti del corpo e del1'anima. Ogni corpo infatti glorificato ha quattro doti gloriose, cioè la dote di una mirabile lucentezza, la dote di una mirabile sottilità, la dote di una mirabile agilità e la dote di una mirabile impassibilità ; e se Dio con queste quattro doti glorificò i corpi di tutti i santi, quanto più questo corpo che generò lo stesso glorificatore di tutti i corpi ? Che meraviglia se per la dote della lucentezza è lucentissima in cielo colei che fu per il dono della santità lucentissima nel mondo? Di essa infatti S. Bernardo dice (Potius Egbert, paneg. ad M. V. n. 1): “Restando ancor fra i peccatori, di tanta santità rifulgesti dinanzi a Dio da meritare di approssimarti tu sola al soglio dell’eterno re ". Similmente, che meraviglia se per la dote della sottilità è sottilissima in cielo colei che nel mondo fu sottilissima per la dote dell'umiltà ? A lei infatti parlando S. Bernardo dice : " Non mai tu saresti ascesa al di sopra dei cori degli angeli, se prima tu non fossi discesa al dì sotto di tutti gli uomini ". — Similmente, che meraviglia se per la dote dell’agilità è velocissima in cielo colei che per il dono della pietà tanto velocissima fu nel mondo? fissa infatti andò fra i monti con fretta per ufficio di pietà, della velocità della cui fretta S. Ambrogio dice (II in Luc. n. 19) : “ Ella già piena di Dio dove sarebbe ascesa se non sui monti con fretta ? La grazia dello Spirito Santo ignora le svogliate imprese ". — Similmente, che meraviglia se per la dote della impassibilità è impassibilissima in cielo colei che per il dono della pazienza e dell’equanimità fu nel mondo talmente impassibilissima da non sentire il minimo pungolo dell’impazienza o dell’odio, quando, la spada trapassava la sua stessa anima? Anzi leggiamo e crediamo che neppure il segno del risentimento, della passione, dell’impazienza sia per una sola volta apparso in Maria ; onde Bernardo dice (Serm. de Dam. infr. oct. Assun. B. M. V. n. 2) : " Ripassa con diligenza tutta la serie dell'evangelico racconto, e se tu trovi per caso anche una sola parola di rimprovero, di durezza, di impazienza di Maria, tienila come sospetta e guardati bene dal crederla ". — Del resto, se tanta è la gloria del gloriosissimo corpo di Maria, quanta tu credi sia la gloria della sua beatissima anima? Che sebbene ogni anima beata abbia tre doti beatificanti cioè la dote di una mirabile scienza, la dote di un mirabile amore, la dote di un mirabile piacere, o, secondo alcuni moderni, la dote della visione, del piacere e del possesso, in qualunque modo le doti dell’anima si considerino, è certo che le doti dell’anima di Maria vanno innanzi alle doti di tutte le anime. Poiché se tutte le anime sante vengono beatificate in cielo da queste doti, quanto più l'anima di colei che nel mondo generò il beatificatore di tutte le anime ? Che meraviglia se già è nella scienza lucidissima l’anima di Maria che già fu unita alla profondissima luce eterna? Onde S. Bernardo dice (Serm. de Dam. infr. oct. Assun. B. M. V. n. 3.) : " Penetrò oltre ogni credere il profondissimo abisso della divina sapienza, da sembrare immersa in quella luce inaccessibile per quanto lo permette senza una personale unione la condizione della creatura ". — Similmente, che meraviglia se già l'anima di Maria è in un fecondissimo amore in cielo ? Che meraviglia, dico, se sopra tutti ami colei che sopra tutti fu amata? Veramente sopra tutti; dice infatti ad essa S. Agostino (Serm. 208. cit) : “Te lo stesso Re dei re, amandoti sopra tutti come madre vera e decorosa sposa, unisce a sé con amplesso di amore ". — Similmente, che meraviglia su già è nel giocondissimo godimento l'anima di Maria che si pasce dolcissimamente del frutto benedetto del proprio seno? Onde S. Agostino dice (De assunt. B. M. V. c. 6 [inter opera Augustini]) : "L'anima di Maria fruisce della lucentezza di Cristo e si pasce in modo inestimabile stando sempre presente dinanzi al suo glorioso cospetto, sempre mirandolo e sempre desiderando di vederlo ". Dunque così Maria gloriosissima superò tutti i Santi, li superò nella grazia della gloria e nella grazia dei premi. Onde bene essa fu raffigurata per la Regina Ester, di cui si legge che entrando nella camera del re Assuero trovò grazia e misericordia dinanzi a lui sopra tutte le donne, e pose il re la corona del regno sul capo di lei. Ester si interpreta elevata. Ciò ottimamente conviene a Maria di cui S. Girolamo dice (Epist. cit. n. 13) : " È elevata sopra i cori degli angeli perché possa vedere la  persona e il volto del Salvatore che aveva amato e desiderato con tutto l’affetto del cuore ". Questa regina Ester, la beata Vergine Maria nella sua assunzione, fu introdotta nella camera del re Assuero, Re eterno, nella camera, dico, di cui, parlando a Maria, Agostino dice (Serm. 208 cit n. 11) : " Tu riposi nella beatitudine della camera del re, ornata di gemme e di margherite ". Introdotta pertanto in questa camera del riposo eterno, la regina Maria ha la grazia del re Assuero cioè del re vero su tutte le intelligenze angeliche e su tutte le anime sante talché è in Maria la grazia sopra ogni grazia di tutti i beati. Infatti sul suo capo il Re dei re pose la corona del regno ; corona certamente tanto inestimabile, corona tanto dilettevole, corona tanto mirabile che nessuna lingua può dire né alcuna mente scrutare.
Così dunque, o carissimi, voi vedete di quanta grazia dei doni, di quanta grazia delle labbra, di quanta grazia dei privilegi, di quanta grazia dei premi fu al sommo ripiena Maria. Preghiamo dunque la stessa ritrovatrice di tante grazie che anche a noi faccia trovare grazia presso il Signore ; per il Signor Nostro Gesù Cristo.