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Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Capitolo V: La grazia di Maria è vera, immensa, molteplice, e assai utile.

Beato Corrado di Sassonia

Capitolo V: La grazia di Maria è vera, immensa, molteplice, e assai utile.
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Ave Maria, piena di grazia. È stato sopra dimostrato che Maria è salutata con l’Ave meritamente per la purissima innocenza della vita. Resta da dimostrare ora come si dica che Maria sarebbe stata piena di grazia per la pienissima abbondanza della grazia. Ave, dunque, o piena di grazia! Consideriamo, o carissimi, questa grazia, grazia di Maria, grazia ammirabile. Consideriamo, dico, la verità, l’immensità, la molteplicità, l’utilità della grazia di Maria. Poiché la grazia di Maria è grazia verissima, immensissima, molteplicissima, utilissima.
In primo luogo dunque consideriamo la verità della grazia di Maria ; di questa Gabriele dice nel 1° capo (Vers. 30) di Luca : Hai trovato grazia presso Dio. È certamente grazia vera quella che si trova presso Dio che è verità ; dice presso Dio, non presso il diavolo; perché il diavolo offre all’anima la grazia di una malvagia prosperità, per farla più liberamente peccare. Onde Oloferne che raffigura il diavolo, dice nel 12° capo di Giuditta (Vers. 17) : " Bevi ora e giaci nella giocondità poiché hai trovato grazia presso di me. - Similmente, presso Dio dice e non presso il mondo ; perché presso il mondo, cioè presso gli uomini mondani troppo spesso si trova grazia falsa, falso sorriso. Onde si dice nell’8° dell'Ecclesiastico (Vers. 22) : Non palesare ad ogni uomo il tuo cuore, perché non ti doni una falsa grazia e ti oltraggi. - Similmente, dice, presso Dio non presso la carne, perché la grazia della carne è fallace come la bellezza e cose simili ; onde anche nel capo 31° dei Proverbi (Vers. 30) : Fallace è la grazia e vana la bellezza ; perché dunque la gratissima Vergine Maria ha disprezzato la falsa grazia del diavolo, la falsa grazia del mondo, la falsa grazia della carne, per questo meritamente trovò grazia vera presso Dio, vera, dico, e pura, non viziata da alcuna estranea mistura, amache con verità possa ripetere il detto del 24° capo dell’Ecclesiastico (Vers. 21) : Quasi un balsamo non misto è il mio odore; II balsamo di Maria è l'unzione della grazia, che fu infusa in Maria abbondantissimamente : onde S. Bernardo parlando di quella espressione : lo Spirito Santo verrà sopra di te, dice (Serm. in Nativ. B. M. V) : "Questo prezioso balsamo ti inonda di tanta abbondanza e pienezza di grazia da diffonderne abbondantissimamente ovunque ". Il balsamo si suoi mischiare e viziare col miele e con l’olio. Ma certamente il balsamo dello Spirito Santo non fu mischiato, perché non fu viziato né col miele della sensualità e della consolazione umana, né coll’olio della vana lode e adulazione. E perché sì vera e sì pura fu la grazia di Maria, a ragione ben dice di essa Girolamo cosi (Epist. cit. n. 9) : " Ciò che fa fatto in Maria, tutto fu purità e semplicità, fu tutta grazia e verità, fu tutto misericordia e giustizia che dal cielo ha mirato (Psalm. 84, 12) ". Tutti coloro dunque che con Maria desiderano trovare vera grazia, con Maria si accostino con ogni desiderio e con ogni impegno a colui presso il quale si trova ; come esorta l'Apostolo scrivendo agli Ebrei nel 4° capo (Vers. 16.) ; " Accostiamoci con fiducia al trono della grazia per conseguire misericordia e trovare grazia per l’opportuno soccorso. E nota che chiunque vuoi trovare deve cercare, chiunque vuoi cercare deve piegarsi. Si pieghi dunque con Maria per umiltà vera chiunque con Maria desidera trovare grazia vera ; si dice infatti nel capo 3° dell'Ecclesiastico (Vers. 20) : Per quanto tu sia grande, umiliati in tutto e troverai grazia dinanzi a Dio. Maria certamente si abbassò per umiltà, trovò verissima grazia, onde può ben dire: riguardò all’umiltà della sua serva.
In secondo luogo consideriamo, o carissimi, l’immensità della grazia di Maria ; per questa fu detta piena di grazia. Immensa certamente fu la grazia da cui fu ripiena ; perché un immenso non può esser pieno se non è pure immenso ciò di cui si vuoi empire. Maria fu un vaso immensissimo dal quale poté esser contenuto colui che è più grande del cielo. Chi e più grande del cielo ? Certamente colui di cui Salomone dice nel capo 8° del terzo libro dei Re (Vers. 27) : Se il cielo e i cieli dei cieli non ti possono contenere, quanto meno potrà contenerti questo tempio che ho edificato ? Non certo il tempio da Salomone edificato poté contenere Dio, ma ben lo poté il tempio da quel primo significato. Tu dunque, o immensissima Maria, sei più grande del cielo perché " tu portasti nel tuo seno quello che i cicli non possono contenere " (Coufr. Breviar. respons. ad. I lect. de Comm B. M. V.). Tu sei più grande del mondo, perché colui che tutto 1' orbe non può contenere, " fatto uomo si chiuse nelle tue viscere " (Conf. Breviar. Festum. Matern. B. M. .V. respon. ad lect. 2.). Se dunque Maria fu tanto capace per il seno, quanto più per la mente ? E se una capacità tanto immensa fu piena di grazia, fu certo necessario che quella grazia che poté riempire si grande capacità, fosse immensa. Chi può misurare l’immensità di Maria ? Ecco, ciò che si dice nel capo 1°dell’Ecclesiastico (Vers. 2.) : Chi ha potuto misurare e l’altezza del cielo e la larghezza della terra, e la profondità dell'abisso ? Il cielo è Maria sia perché abbondò di celeste purità, di celeste carità, delle celesti altre virtù, sia perché fu la sede eccellentissima di Dio, testimonio il profeta che dice (Psalm 102, 19): Il Signore nel cielo preparò la sua sede. Terra pure è Maria) mentre germinò a noi il frutto di cui dice lo stesso profeta (Psalm. 66, 7.). La terra dette il suo frutto. Abisso anche è Maria, profondissima in bontà e in misericordia ; onde, mentre prega per noi la profondissima misericordia di suo - Figlio, quasi abisso invoca l’abisso (Psalm. 41, 8.). - Cielo dunque è Maria, terra è Maria, abisso è Maria. Chi ha misurato l’altezza di questo cielo, la larghezza di questa terra, la profondità di quest'abisso, chi, dico, ha misurato l'immensità di Maria se non colui solo che l’ha resa sì altissima, sì larghissima, sì profondissima non solo per grazia e per gloria ma anche per misericordia ? Onde in modo speciale della sua misericordia dice S. Bernardo (Serm. 4 de Assumpt. B. M. V. n. 8) : “Chi può investigare, o benedetta, la lunghezza, la larghezza, l'altezza, la profondità della tua misericordia ? Poiché la sua lunghezza sovviene a tutti coloro; che la invocano fino all’ultimo giorno; la sua larghezza riempie la terra in modo che anche tutta la terra sia piena della sua misericordia ; così e la sua altezza effettuò la rinnovazione della città celeste ; e la sua profondità ottenne la redenzione ai giacenti nelle tenebre e nell’ombra di morte (Luc. 1, 79).
In terzo luogo, consideriamo, o carissimi, la molteplicità della grazia di Maria, di cui essa può dire con il 24° capo dell'Ecclesiastico (Vers. 22.) : Io come un terebinto ho esteso i miei rami, ed i miei, rami di onore e di grazia. Terebinto è pianta grande in Siria, secondo la Glossa (Ordinariam sec. Lyrauum in Eccl 24. 22.) e Plinio (XIII. de Nat. Hist. c. 12), ed ha molti rami e molto estesi. Il maschio di questo albero non produce frutto, ma solo la femmina ; il cui frutto è doppio, cioè rosso e bianco, ed è di odore giocondo. Quest'albero alto, quest'albero che cresce in Siria è la beata Vergine Maria. Siria infatti si interpreta rorida. E veramente rorida per grazia fu tutta la vita di Maria, che crebbe nella rugiada della grazia fin dal seno della sua madre. Che meraviglia se Maria cresce nella rugiada della grazia, quando senza la rugiada della grazia si secca ogni seme? Onde del seme si dice nel capo 8° di Luca (Vers. 13) : Nato inaridì perché non aveva umore. I rami di quest'albero, rami di onore e di grazia, sono le virtù e i meriti, gli esempi e i benefizi di Maria. Molti sono i rami e molte, sono le grazie e i meriti di lei, molte le virtù e gli esempi, molte le misericordie e i benefizi. In questi rami volentieri abitano, volentieri giubilano gli uccelletti celesti, cioè le anime sante, onde di esse si può dire col 4° capo di Daniele (Vers. 9) : Tra i suoi rami conversavano gli uccelli del cielo. O quanto in largo, in lungo e in alto estende i suoi rami questo grand'albero, la beata Vergine Maria! Quanto io largo agli uomini, quanto in lungo agli angeli, quanto in alto a Dio! In qual modo poi a tutti costoro estenda i rami delle sue grazie e misericordie, ce lo espone S. Bernardo dicendo (Serm. de Domin, infr. Oct. Assunt. B. M. V. n. 2.) : " Maria ha aperto a tutti il seno della misericordia perché della sua pienezza ne ricevano tutti : il prigioniero ne abbia la liberazione, il malato la sanità, il triste la consolazione, il peccatore il perdono, il giusto la grazia, l’angelo il giubilo, finalmente tutta la Trinità ne abbia gloria, e la persona del Figlio la sostanza della carne umana”. Il frutto di quest'albero è quello di cui si dice (Luc. 1. 42) : Benedetto il frutto del tuo seno. Questo frutto fu rosso per il sangue, pallido per la morte; onde la sposa di Dio cioè l'anima santa dice nel capo 5° della Cantica (Vers. 10.) : II mio diletto candido e rubicondo; già può anche dire: il mio diletto bianco; e rubicondo. Questo frutto inoltre giocondo per l'odore è tale per le anime devote. Ciò che bene aveva sentito l'Apostolo S. Giovanni che disse al Signore (Cfr. Abdias; Histor. certam. apost. lib. 5.) : " II tuo odore ha suscitato in me i desideri eterni ". O anima, non è vero che tu senti il frutto di questo odore? Oh! se tu lo sentissi, correresti, com'è detto nel capo 1° della Cantica (Vers. 3.) : Correremo dietro l'odore dei tuoi unguenti. È da notarsi che suoi produrre il frutto del terebinto non il maschio, ma la femmina. Cosi certamente non il maschio, ma la femmina, non il marito ma la Vergine produsse il frutto della vita. Gesù Cristo. Perciò ben dice Agostino (Potius serm. 7 [inter opera Ildephonsi] circa medium) : " Fu eletta una madre vergine, che concepisse senza la concupiscenza della carne, e senza uomo partorisse un uomo ".
In quarto luogo consideriamo, o carissìmi, la utilità della grazia di Maria ; di questa si dice nell’11° dei Proverbi (Vers. 16) : Una donna graziosa troverà gloria. Ecco, l'utilità della grazia della graziosa Maria è l’acquisto della gloria perpetua. Utilissima di certo fu la grazia di Maria e a lei stessa e a noi. La grazia infatti ha reso Maria deliziosa, miracolosa, gloriosa: deliziosa nell'anima, miracolosa nel Figlio, gloriosa nel regno ; deliziosa certamente fu Maria nella mente spirituale, miracolosa nella prole verginale, gloriosa nel diadema eternale. La grazia dunque fece deliziosa la mente e l'anima di Maria, di delizie spirituali, come lo spirituale paradiso di Dio vivo, secondo il detto del capo 40° dell’Ecclesiastico : La grazia come un paradiso in benedizione. Veramente paradiso di Dio fa Maria in benedizione di molteplici delizie spirituali ; di cui anche S. Bernardo dice (Serm. 4 in Assunt. B. M. V. n. 1) : "Come chiamerò io se non delizia il decoro della verginità unito col dono della fecondità, insigne per umiltà, favo stillante di carità, viscere di misericordia, pienezza di grazia, prerogativa di gloria singolare ?" - Similmente la grazia ha fatto Maria miracolosa nella prole, per il concepimento e il parto miracoloso, mentre miracolosamente vergine concepì e partorì Iddio. Onde di questa sua grazia ben è detto nel capo 1° di Luca (Vers. 91. seg) : Hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai nel seno e partorirai un figlio a cui porrai nome Gesù. Di questo nome S. Bernardo parlando a Maria, disse (Homil. 3. super Missus. n. 10) : " Comprendi, o vergine prudente, quanta e quale special grazia tu troverai presso Dio in nome del figlio promesso". - Similmente, la grazia ha reso gloriosa Maria; per cui bene fu detto sopra : la donna graziosa troverà gloria. O veramente felice ritrovatrice Maria, che è sì grande nel mondo, sì grande nel cielo ! Nessuna semplice creatura trovò mai tanta grazia nel mondo, tanta gloria in. ciclo. E certamente trovò presso Dio tanto di grazia quanto di gloria, per cui nel salmo è detto (Psalm. 83. 12) : " Grazia e gloria darà il Signore. Ma, certamente, o carissimi, la grazia di Maria fu utilissima non solo a lei stessa ma anche a noi, anzi a tutto il genere umano. La grazia di Maria infatti converte i cattivi, impingua i buoni, libera tutti. Li converte dalla colpa, li impingua di grazia, li libera dalla morte eterna.
Dico dunque che la grazia di Maria converte alla misericordia, converte alla Chiesa i cattivi.
Questo fa ben prefigurato nella grazia che Ruth avea trovato nel raccogliere le spighe lasciate dai mietitori, quando disse a Booz (Ruth. 2, 12): Ho trovato grazia dinanzi ai tuoi occhi, o signor mio etc. Ruth viene interpretata veggente o frettolosa (Hieron. de Nom, Hebr. e libr. Ruth); e raffigurava la Beata Vergine che fu veramente veggente nella contemplazione e ben frettolosa nell'azione; veggente anche la nostra miseria e frettolosa a darci la sua misericordia. Booz si interpreta virtù (Hieron. loc. cit.), e raffigura colui di cui si dice nel salmo (Psalm. 146. 5.) : Grande il Signore e grande la sua virtù. Ruth poi trovò grazia agli occhi di Booz, Maria agli occhi di Dio in modo da raccogliere le spighe cioè le anime lasciate dai mietitori, e trarle al perdono. Chi sono i mietitori se non i dottori e i direttori? O veramente grande la grazia di Maria, per cui molti vengono tratti alla misericordia, pur coloro che sono abbandonati come incorreggibili dai dottori e dai direttori ! E perciò ben dice S. Bernardo (Potius Egbert. Serm. paneg. B. V) : " O Maria, tu abbracci con materno affetto il peccatore disprezzato da tutto il mondo, tu lo proteggi senza mai abbandonarlo, finché non riconcilii il misero col tremendo giudice ".
Similmente la grazia di Maria impingua i buoni con la pinguedine della grazia ; onde si dice nel capo 26° dell’Ecclesiastico (Vers. 16) : La grazia di una donna accorta diletterà l'uomo di lei e impinguerà l'ossa di lui. La donna accorta fu Maria, della cui accortezza Beda (Homil. in aurora Nat. Dom. post medium) dice : “ Maria con accortezza scrutava i segreti di Dio con labbro tacito, con cuore vigile ". - Chi è l'uomo di questa donna, se non colui che essa racchiude nel seno? di cui nel capo 31° di Geremia è detto (Vers. 32): Iddio creò una novità sulla terra; una donna chiuderà in sé un uomo. Le ossa di quest'uomo sono forti nel suo corpo, cioè nella Chiesa. Queste ossa, coll’aiuto della grazia di Maria, saranno impinguate cori le unzioni della grazia. Saranno impinguate, dico, dalla pinguedine dello Spirito Santo, con la quale desiderava esser impinguato anche colui che diceva (Psalm. 62, 6): Si riempia l'anima mia come di grasso e di pinguedine. Oh! chi può sapere le innumerevoli anime che vengono impinguate dal soccorso della grazia di Maria, anzi chi può sapere quanta fu in Maria stessa la pinguedine delle grazie, dalla cui grazia sono state impinguate tante migliaia di anime ! Della pinguedine di quale virtù fu priva ella che fu la sede pinguissima di tutte le virtù ? Dice infatti Giovanni Damasceno (IV de Fide orthod. c. 14.) : “ Maria, posta nella casa del Signore e impinguata dallo spirito, divenne come oliva fruttifera, la sede di ogni virtù ".
Similmente, la grazia di Maria libera dalla morte eterna tutti coloro che vengono liberati. Questo fu ben raffigurato in Ester, di cui si legge (Esther. 2. 17) così; il re l'amò più di tutte le altre donne, e costei trovò grazia e misericordia presso di lui sopra tutte le donne, ed il re pose sul capo di lei il diadema del regno. Di questa grazia che Ester ebbe presso il re, si legge che doppia ne fu l’utilità : l'una, l'aver ottenuto il diadema del regno ; l’altra, l’aver liberato dalla morte la sua gente condannata alla morte. Così certamente la nostra Ester, la Beata Vergine, tanta grazia trovò presso il re eterno da giungere con questa non solo essa stessa alla corona, ma da liberare il genere umano già condannato alla morte. Onde S. Anselmo dice (Orat. 52, in principio) : " Che cosa donerò degnamente alla madre di Dio e del mio Signore? per la cui fecondità io prigioniero sono stato riscattato, per il cui parto io sono stato liberato dalla morte eterna, per la cui prole io perduto sono stato ritrovato e dall'esilio della miseria sono stato portato alla patria della eterna felicità ? ". — O Madre di grazia, dunque, fa noi figli della grazia ; fa che per la tua grazia verissima, per la tua grazia immensissima, per la tua grazia molteplicissima, per la tua grazia utililissima siamo condotti alla grazia della remissione, siamo impinguati con la grazia della devozione, siamo liberati dalla morte della dannazione ; per il Signor Nostro Gesù Cristo. Così sia.