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Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Contro Fausto Manicheo - Libro ventiquattresimo

Sant'Agostino di Ippona

Contro Fausto Manicheo - Libro ventiquattresimo
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Solo l'uomo interiore e spirituale, secondo Fausto, è opera di Dio.

1. FAUSTO. " Perché negate che l'uomo sia creato da Dio? ". Noi non neghiamo affatto che l'uomo complessivamente sia creato da Dio, ma chiediamo di quale uomo si tratti, quando ciò avvenga e in che modo, dato che secondo l'Apostolo ci sono due uomini: uno, che talora egli chiama esteriore, nella maggior parte dei casi terreno, a volte vecchio, e un altro, che chiama interiore, celeste e nuovo 1. Noi chiediamo quale dei due sia opera di Dio, poiché anche i momenti della nostra nascita sono due: uno è quello in cui la natura ci ha generato a questa luce, irretiti nei lacci della carne; l'altro, quando la verità ci ha rigenerato, dopo averci convertiti a sé dall'errore e iniziati alla fede. Indicando questo momento della seconda nascita, Gesù nel Vangelo dice: Se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio. Poiché Nicodemo, comprendendo poco, dubitava e domandava come ciò fosse possibile - infatti un uomo anziano non può entrare nel grembo della madre e nascere una seconda volta - Gesù gli rispose dicendo: Se uno non nasce da acqua e da Spirito Santo, non può vedere il regno di Dio e continua: Quel che nasce dalla carne è carne e quel che nasce dallo Spirito è Spirito 2. Pertanto, se la nascita non è solo quella per la quale veniamo generati nel corpo, ma anche l'altra per la quale rinasciamo nello spirito, non è parimenti di minore interesse chiedersi in quale delle due Dio sia il nostro creatore. Anche il modo di nascere è duplice: uno è quello proprio della passione e dell'intemperanza, col quale siamo generati dai nostri genitori in modo vergognoso e nella lussuria; l'altro invece è quello proprio dell'onestà e della purezza, nel quale siamo stati costituiti discepoli della fede in Cristo Gesù per opera dello Spirito Santo, sotto l'insegnamento dei buoni; per questo ogni religione, e soprattutto quella cristiana, chiama al sacramento i bambini non istruiti. Intendendo questa stessa cosa l'Apostolo dice: Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore, finché Cristo sia non formato in voi 3. Pertanto la domanda non è più se Dio faccia l'uomo, bensì quando e quale e in che modo lo faccia. Infatti, se Dio ci forma a sua immagine quando siamo plasmati nel grembo, come piace quasi a tutti i Gentili, ai Giudei e anche a voi, allora egli ci fa vecchi e ci crea attraverso la passione e la lussuria - cosa che non so se si addica alla sua divinità -; se invece veniamo formati da Dio quando crediamo e ci convertiamo ad una vita migliore, come piace a Cristo, ai suoi apostoli e a noi, certamente Dio ci fa nuovi e ci fa in modo onesto e puro: cosa c'è di più consono e di più adeguato alla sua maestà santa e venerabile di questo? E se non disprezzate l'autorità di Paolo, vi mostreremo tramite lui stesso quale sia l'uomo che Dio fa, e quando e in che modo. Dice agli Efesini: Per deporre l'uomo vecchio con la sua condotta passata, che si corrompe dietro le passioni ingannatrici, e rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera 4. Vedi dunque quando viene creato l'uomo a immagine di Dio, vedi che qui ci viene mostrato un altro uomo, un'altra nascita, un altro modo di nascere! Infatti, quando dice: " spogliatevi e rivestitevi ", allude certamente al tempo della fede; quando invece attesta che l'uomo nuovo è stato creato da Dio, indica che l'uomo vecchio non è stato fatto né da lui né conformemente a lui. E quando continua dicendo che quello fu fatto nella santità, nella giustizia e nella verità, designa e indica l'altro modo di nascere, il quale, - ho detto - è assai dissimile da questo che ha seminato i nostri corpi con gli abbracci libidinosi dei nostri genitori, e insegna anche che esso non viene da Dio, col dimostrare che solo l'altro viene da Dio. Anche ai Colossesi dice di nuovo la stessa cosa: Spogliatevi dell'uomo vecchio con le sue azioni e rivestitevi del nuovo, che si rinnova nella conoscenza di Dio secondo l'immagine di colui che lo ha creato in voi. E qui non mostrò soltanto che l'uomo nuovo è quello che è fatto da Dio, ma insegnò anche quando e in che modo esso venga formato, cioè nella conoscenza di Dio, col che si intende il tempo della fede. In più, dice: Secondo l'immagine di colui che lo ha creato in voi, perché da ciò sia chiaro che l'uomo vecchio non è né a immagine di Dio né da lui formato. Infatti le parole che seguono, quando dice: Qui non c'è più maschio o femmina, Giudeo o Greco, barbaro o Scita 5, ci mostrano ancora di più che la nascita in cui Dio opera quando forma l'uomo non è quella che ci fece maschi e femmine, Greci e Giudei, Sciti e barbari, bensì quella che, spogliati di ogni differenza di nazionalità, sesso e condizione, ci rende una sola cosa ad esempio di colui che è uno, cioè Cristo, come l'Apostolo stesso dice di nuovo: Quanti sono stati battezzati in Cristo, si sono rivestiti di Cristo; non c'è più né Giudeo né Greco, né maschio né femmina, né schiavo né libero, ma tutti sono una cosa sola in Cristo 6. Pertanto l'uomo è fatto da Dio quando da molti diventa uno, e non quando da uno è diviso in molte cose. La prima nascita, cioè quella corporale, ci ha diviso; la seconda, intelligibile e divina, ci rende uniti: con ogni ragione, quindi, abbiamo ritenuto che quella vada ascritta alla natura del corpo, e questa alla maestà suprema. Per tale motivo l'Apostolo stesso dice ancora ai Corinti: Sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il Vangelo 7, e ai Galati parlando di se stesso: Quando piacque, a colui che mi scelse sin dal seno materno, di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo alle genti, subito, non consultai né la carne né il sangue 8. Vedi dunque che egli afferma dappertutto che noi siamo formati da Dio in quest'altra nascita, quella spirituale, e non nella precedente, oscena e impudica, che ci ha concepito, formato e generato nel grembo materno in un modo né più elevato né più puro rispetto agli altri animali. Se vorrete porre attenzione a questo, troverete che a tale riguardo siamo lontani da voi non tanto in ciò che professiamo, quanto nell'interpretazione che ne diamo: se a voi piace riferire la formazione da parte di Dio all'uomo vecchio, esteriore e terreno, noi al contrario l'abbiamo assegnata all'uomo celeste, interiore e nuovo, né lo facciamo con temerarietà o presunzione, ma apprendendolo da Cristo e dai suoi apostoli che, come si sa, furono i primi ad insegnare questa dottrina nel mondo.

L'uomo interiore e l'uomo esteriore non sono due uomini, ma uno solo, interamente opera di Dio.

2. AGOSTINO. L'apostolo Paolo vuole che si intenda, come uomo interiore, la mente spirituale e come uomo esteriore il corpo e questa vita mortale; tuttavia non si legge mai nelle sue lettere che abbia detto che ambedue siano simultaneamente due uomini, bensì uno solo, che Dio fece nella sua totalità, tanto cioè l'interiore quanto l'esteriore; ma lo fece a sua immagine solo per ciò che è interiore, facendolo non soltanto incorporeo, ma anche razionale, caratteristica che invece gli animali non possiedono. Non fece dunque un uomo a sua immagine e un altro non a sua immagine bensì, poiché ambedue le cose, l'interiore e l'esteriore, sono un unico uomo, è questo unico uomo che egli fece a sua immagine: non nel fatto che ha un corpo e una vita corporea, ma nel fatto che possiede una mente razionale, con cui conosce Dio e si antepone, in virtù della superiorità stessa della ragione, a tutti gli esseri irrazionali. Fausto concede che l'uomo interiore sia fatto da Dio quando dice: Si rinnova nella conoscenza di Dio secondo l'immagine di colui che lo ha creato. Io riconosco certamente questa affermazione dell'Apostolo 9; ma perché egli non riconosce l'altra: Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto 10? Dunque l'Apostolo predica Dio anche come creatore del corpo esteriore: perché Fausto di lì sceglie ciò che ritiene a proprio vantaggio, e tace o rifiuta ciò che dà un taglio alle favole di Mani? Inoltre Paolo stesso, nel discutere dell'uomo terreno e dell'uomo celeste, distinguendo tra il mortale e l'immortale, tra ciò che siamo in Adamo e ciò che saremo in Cristo, ha riferito al corpo terreno, cioè al corpo animale, una testimonianza presa dalla medesima legge, dal medesimo libro e dal medesimo passo in cui sta scritto che Dio fece anche l'uomo terreno. Infatti, nel trattare in che modo i morti risorgeranno e in quale corpo torneranno, facendo delle similitudini con i semi del frumento, che vengono seminati come semplici chicchi e Dio dà loro un corpo conforme al suo volere, a ciascun seme il proprio - e così non di meno distruggendo l'errore di Mani, che dice che il grano, le erbe e ogni radice e frutto sono creati dalla stirpe delle tenebre e non da Dio, e crede che Dio, anziché operare qualcosa in esse, sia invece incatenato in quelle forme e generi di cose -, dopo aver dunque detto questo contro la vanità sacrilega di Mani, venne alle differenze tra le carni. Non ogni carne è la medesima carne, disse, e di lì passò a quella dei corpi celesti e dei corpi terrestri e poi alla trasformazione del nostro corpo, per la quale esso può diventare spirituale e celeste. Si semina - dice - ignobile, risorgerà glorioso; si semina debole, risusciterà pieno di forza; si semina un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale. E volendo mostrare di lì l'origine del corpo animale, dice: Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale; così infatti sta scritto: Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente 11. Ciò è scritto anche nella Genesi 12, dove si narra come Dio fece l'uomo e animò il corpo che aveva formato dalla terra. L'Apostolo chiama uomo vecchio nient'altro che la vita vecchia, quella nel peccato, nella quale si vive secondo Adamo, e di cui dice: A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte; e così ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato in lui 13. Dunque tutto quell'uomo, nella sua parte cioè sia interiore che esteriore, è invecchiato a causa del peccato ed è stato condannato alla pena della morte; ma ora si rinnova secondo l'uomo interiore, nel quale viene riformato secondo l'immagine del suo creatore, svestendosi dell'ingiustizia, cioè dell'uomo vecchio, e rivestendosi della giustizia, cioè dell'uomo nuovo. Allora, quando risorgerà il corpo spirituale, che viene seminato animale, anche l'esteriore riceverà la dignità della condizione celeste, affinché sia ricreato tutto ciò che fu creato e sia rifatto tutto ciò che fu fatto, ricreandolo colui che lo ha creato e rifacendolo colui che lo ha fatto. Lo spiega brevemente quando dice: Il corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. Se lo Spirito di colui che ha resuscitato Cristo dai morti abita in voi, colui che ha resuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi 14. Chi infatti, istruito nella verità cattolica, ignora che fra gli esseri umani alcuni sono maschi e altri femmine secondo il corpo, ma non secondo la mente spirituale, nella quale veniamo rinnovati secondo l'immagine di Dio? Tuttavia l'Apostolo stesso è un'altra volta testimone del fatto che Dio li fece ambedue, quando dice: Nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo senza la donna; come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio 15. Ma che dice di fronte a questo la fallacia inetta di uomini divenuti estranei alla vita di Dio per l'ignoranza che è in loro, a causa della cecità del loro cuore 16, se non che " nelle lettere apostoliche è vero ciò che vogliamo, è falso ciò che non vogliamo "? Delirino così, se sono Manichei, o tornino alla ragione, e non siano più Manichei! Poiché ammettono che l'uomo interiore si rinnova ad immagine di Dio e adducono anche questa ulteriore testimonianza: " Fausto dice che Dio fa l'uomo quando l'uomo interiore si rinnova nella conoscenza di Dio ", se domandi loro se a farlo fu lo stesso che lo rifa, se a crearlo fu lo stesso che lo rinnova, ti risponderanno di sì. Se a partire da questa risposta chiediamo loro quando formò quello che ora riforma, cercano dove nascondersi, per non essere costretti a svelare l'infamia della loro favola. Dicono infatti che l'uomo non fu formato o creato o costituito da Dio, ma che è una parte della sostanza di lui inviata contro i suoi nemici; che non è invecchiato per il peccato, ma è stato reso prigioniero dalla necessità e deformato dai nemici, e altre cose che mi ripugna dire. Lì menzionano anche un Primo Uomo, non quello che l'Apostolo chiama terreno perché tratto dalla terra 17, ma non so quale altro loro proprio, uscito dal serbatoio delle loro menzogne: su questo Fausto tace del tutto, pur avendo posto in discussione il problema dell'uomo, temendo in qualche modo di rivelarsi a coloro contro i quali disputa.

Note:

 

1 - Cf. Rm 6, 7; 1 Cor 15; 2 Cor 4; Ef 3, 4; Col 3.

2 - Gv 3, 3-6.

3 - Gal 4, 19.

4 - Ef 4, 22-24.

5 - Col 3, 9-11.

6 - Gal 3, 27-28.

7 - 1 Cor 4, 15.

8 - Gal 1, 15-16.

9 - Col 3, 10.

10 - 1 Cor 12, 18.

11 - 1 Cor 15, 35-45.

12 - Cf. Gn 2, 7.

13 - Rm 5, 12.

14 - Rm 8, 10-11.

15 - 1 Cor 11, 11-12.

16 - Cf. Ef 4, 18.

17 - Cf. 1 Cor 15, 47.