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Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Contro Fausto Manicheo - Libro diciottesimo

Sant'Agostino di Ippona

Contro Fausto Manicheo - Libro diciottesimo
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Agostino non osserva, di fatto, i precetti della Legge e dei Profeti: come può dirsi cristiano?

1. FAUSTO. Non son venuto per abolire la legge, ma per dare compimento 1. Ma credere a questa frase di Cristo, a meno che non abbia un altro significato, sappi che va contro di te non meno che contro di me. Ciascuno di noi, infatti, è cristiano sulla base di questa opinione: che Cristo sia venuto a distruggere la Legge e i Profeti. E se tu, talvolta, non vuoi ammetterlo a parole, tuttavia lo indichi con le azioni. Ne risulta, infatti, la tua noncuranza dei precetti della Legge e dei Profeti. Da qui l'ammissione di entrambi che Gesù abbia dato origine al Nuovo Testamento, con il quale ammettiamo nient'altro che la distruzione del Vecchio Testamento. Stando così le cose, come possiamo credere che Cristo abbia detto ciò, senza prima aver accusato noi stessi di una stolta opinione in passato e senza correre al pentimento e all'integrale obbedienza alla Legge e ai Profeti ed alla cura di osservare i loro precetti, di qualsiasi natura essi siano? Quando avremo fatto questo allora finalmente potremmo credere veramente che Gesù abbia detto che non venne ad abolire la legge, ma a dare compimento. Ora, invece, è falso, poiché neppure tu credi a ciò di cui accusi me soltanto.

Per continuare ad essere cristiani occorre, dunque, iniziare certe pratiche della legge? Ma Cristo stesso non le osservò!

2. Ammettiamo pure di aver sbagliato in passato. Che fare ora, dunque? Ci piace camminare sotto la legge, se Cristo non l'ha abolita ma portata a compimento? Ci piace essere circoncisi, cioè contrassegnare la vergogna con la vergogna e credere che Dio si compiaccia di tali sacramenti? Ci piace prendere il riposo del sabato e mettere le mani nelle catene di Saturno? Ci piace abbattere con i coltelli ora tori, ora arieti, ora anche capri, (per non dire anche uomini) per l'ingordo demone dei Giudei (poiché non è Dio)? E per il fatto che odiamo vivamente gli idoli ci piace praticarlo con più crudeltà, in obbedienza alla Legge ed ai Profeti? Ci piace, infine, ritenere monde alcune carni animali, considerare altre tra i cibi immondi e contaminati, tra cui la Legge ed i Profeti dichiararono più contaminata quella di maiale? Negherai senz'altro che qualcuna di queste cose vada fatta, se vogliamo continuare ad essere ciò che siamo. Poiché ricordi certamente che Cristo dice che chi è stato circonciso diventa due volte figlio della Geenna 2. Ti accorgi anche che neppure lui osservò il sabato, né ha mai comandato di osservarlo. Riguardo ai cibi parimenti lo senti affermare che l'uomo non è contaminato da nessuna di quelle cose che entrano nella bocca, ma che lo rende impuro piuttosto ciò che esce dalla bocca 3. Circa i sacrifici, ugualmente, il suo discorso frequente è che Dio vuole la misericordia, non il sacrificio 4. Se le cose stanno così, allora, dove si vede che egli non è venuto ad abolire la Legge ed i Profeti, ma a dare compimento? Se lo disse, o lo disse intendendo un altro significato o (lungi dal pensarlo!) mentì o non lo disse affatto. Ma nessuno, in quanto cristiano, potrebbe dire che mentì: e perciò o lo disse con altro significato o non lo disse affatto.

Fausto difende la sua fede, che lo ha reso accorto nel discernere il seme buono dalla zizzania nella Scritture.

3. E tuttavia la fede manichea mi ha reso protetto di fronte al vincolo di questo versetto: essa, fin dal principio, mi ha indotto a non credere a tutte quelle cose che si leggono dappertutto come scritte a nome del Salvatore, ma a verificare se sono vere, valide, non corrotte. C'è infatti molta zizzania che un seminatore che vaga di notte ha sparso in quasi tutte le Scritture contagiando il seme buono 5. Perciò non mi allarmano queste parole, nonostante presentino il titolo di un nome venerando, perché ancora posso intenzionalmente verificare se queste non siano di un seminatore diurno e buono o di uno notturno e malvagio. Tu, invece, che credi ogni cosa senza esaminarla, che condanni fra gli uomini la ragione, beneficio della natura, che si fa scrupolo di distinguere il vero e il falso, e ha non meno paura di separare il bene dal suo contrario di quanta ne abbiano i bambini dei fantasmi, che cosa farai quando la necessità ti costringerà nell'angustia di questo versetto? Cosa farai, poi, quando un Giudeo o qualcun altro che conosce questo discorso ti interpellerà sul motivo per cui non osservi i precetti della Legge e dei Profeti, dal momento che Cristo dice di non essere venuto ad abolirli ma a dare ad essi compimento? Sicuramente sarai costretto o a cedere ad una vana superstizione o a riconoscere la falsità di questo versetto o a negare di essere discepolo di Cristo.

Il contenuto simbolico della Legge e dei Profeti, una volta rivelato, non deve più essere osservato alla lettera.

4. AGOSTINO. Poiché ripeti discorsi già tante volte respinti e confutati, anche a noi non dispiacerà ripetere la confutazione. Le cose che i Cristiani non fanno secondo la Legge ed i Profeti sono simbolo di queste che fanno. Quelle erano figura di quelle future ed era inevitabile che venissero superate proprio dalle cose rivelate e mostrate per mezzo di Cristo, cosicché, anche per il fatto stesso che esse sono state superate, la Legge ed i Profeti hanno compimento. Infatti lì è scritto questo: che Dio avrebbe concluso un nuovo Testamento, non come quello che ho concluso con i loro padri 6, dice. Infatti quel popolo, in ragione del suo cuore di pietra, aveva ricevuto molti precetti a lui più conformi che buoni, con i quali, tuttavia, erano prefigurate e profetizzate le cose future: ma allora venivano messi in pratica da persone che non li comprendevano. Una volta avvenute e manifestatesi le cose che da quelli erano simboleggiate, non c'è più l'obbligo di farle ma si leggono per capirne il significato. Così, ancora, lì si dice, riguardo a una cosa futura: Toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne 7, cioè non un cuore insensibile, ma sensibile. Di qui le parole dell'Apostolo: non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori 8. Cos'altro disse se non cuore di carne? Poiché dunque anche questo era stato predetto, piuttosto non avrebbero avuto compimento la Legge ed i Profeti se queste cose non fossero state allontanate dalla nostra considerazione; perché non sarebbe accaduto ciò che avevano predetto; quando però questo avviene, si comprende che la Legge e i Profeti hanno compimento lì dove vi sembra che non ne abbiano.

Sul riposo del sabato: polemica con i Manichei sui nomi dei giorni e dei mesi.

5. E non ci spaventa il tuo insulto sul riposo del sabato, che chiami " catene di Saturno ". È senza senso e inopportuno, e non ti sarebbe venuto in mente di esprimerlo se non perché voi venerate il sole nel giorno chiamato " del Sole ". Invece, come noi chiamiamo quel giorno " del Signore ", e in esso rendiamo culto non a questo sole ma alla resurrezione del Signore, così i padri osservarono il riposo del sabato non perché venerassero Saturno, ma perché era necessario osservarlo in questo modo, essendo ombra delle cose future, come attesta l'Apostolo 9. A quei giorni, il cui numero sette ritorna ciclicamente, i Gentili imposero i nomi dei loro dèi. Di loro dice l'Apostolo: hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore 10. In questo aspetto li imitate anche voi, tranne nel fatto che voi adorate i due astri più luminosi, ma non le altre stelle, come invece fanno loro. Ma anche ai mesi imposero i nomi dei loro dèi. In onore di Romolo, che credettero figlio di Marte, dedicarono il primo mese a Marte e lo chiamarono Marzo. E poi Aprile, che non deriva da qualche nome di divinità ma dal fatto stesso dell'" apertura ", poiché in questo mese moltissimi germogli si schiudono e diventano fiore. Il terzo mese è chiamato Maggio, in onore della dea Maia, madre di Mercurio. Il quarto è chiamato Giugno da Giunone. Gli altri mesi fino a Dicembre sono nominati a partire dai numeri. Ma il quinto ed il sesto furono chiamati con i nomi degli uomini ai quali avevano decretato onori divini, Giulio e Augusto; infatti il settimo, Settembre, e gli altri, come dissi, fino a Dicembre sono chiamati con il nome del loro numero. A sua volta Gennaio riceve il nome da Giano, Febbraio dai sacri Februa dei Luperci. Volete dunque che si dica che anche voi nel mese di Marzo venerate Marte? In quel mese, infatti, festeggiate con gran pompa il vostro Bema. Se però pensate che vi è lecito nel mese di Marzo considerare un'altra divinità, non Marte, perché a partire dal settimo giorno, che è chiamato sabato perché significa " riposo ", cercate di introdurre Saturno nelle divine Scritture, per il fatto che i Gentili lo chiamarono giorno di Saturno? Così dunque vedete con quanta empietà delirate!

Il senso figurato degli animali sacrificati secondo la legge.

6. Riguardo ai sacrifici degli animali, chi di noi non sa che furono imposti conformemente alla perversità del popolo piuttosto che offerti ad un Dio che li desiderasse? Ma tuttavia anche in essi ci sono allusioni a noi: perché non possono esserci la nostra purificazione e la propiziazione di Dio per noi senza sangue. La verità di quelle figure è Cristo, dal cui sangue siamo stati redenti e purificati. Infatti nelle figure delle divine Scritture il toro rappresenta Cristo per il potere della croce, poiché con le sue corna disperse gli empi; l'ariete per il grado supremo di innocenza; e il capro per la sua somiglianza con la carne del peccato, affinché dal peccato condannasse il peccato 11. E se richiamerai alla memoria più precisamente qualche altro genere di sacrificio, ti mostrerò che anche in esso fu profetizzato Cristo. Di conseguenza sia la circoncisione, sia il sabato, sia la distinzione fra i cibi, sia i sacrifici immolati furono figure e profezie per noi; Cristo non venne ad abolirle ma a dare compimento, quando compì ciò che esse preannunciavano. Bada a chi contraddici: l'Apostolo, dal quale traggo queste parole: Ora ciò avvenne come esempio per noi 12.

Conclusioni: differenze sostanziali tra Cristiani e Manichei.

7. Infatti come Manicheo ti ha insegnato l'empia perversità di accogliere del Vangelo ciò che non è di impedimento alla tua eresia, e di non accogliere, invece, ciò che lo è, così l'Apostolo ci ha insegnato la pia cautela di chiamare anàtema chiunque ci abbia annunziato altro da quello che abbiamo ricevuto 13. Di conseguenza i Cristiani cattolici vi annoverano tra la zizzania, perché il Signore ha spiegato che cosa sia la zizzania: non alcune falsità introdotte nelle vere Scritture, come tu hai interpretato, ma gli uomini figli del maligno, cioè imitatori della falsità del diavolo 14. E non è vero che tali cristiani credono a tutto indistintamente: non credono assolutamente, peraltro, a Manicheo ed agli altri eretici. E non condannano l'uso della ragione da parte degli uomini, ma ciò che chiamate ragionamento essi dimostrano che è errore. E non ritengono empio distinguere il vero dal falso: perciò distinguono la falsità della vostra setta e la verità della fede cattolica. E non temono di separare il bene dal male, ma riconoscono che il male non è naturale, perché è contro natura. Non è una certa stirpe delle tenebre, che nasce da un suo stesso principio, ribelle e in opposizione al regno di Dio, la quale ha veramente destato nel vostro dio una paura più grande dei fantasmi per i bambini. Dite che egli si è coperto con un velo per non vedere le sue membra prese e devastate dall'assalto del nemico. Perciò i Cristiani cattolici non soffrono di angustia per questo versetto, quasi che non osservino i precetti della Legge e dei Profeti: poiché in virtù della grazia di Cristo hanno una carità perfetta verso Dio e il prossimo; e da questi due precetti dipendono tutta la Legge ed i Profeti 15. E qualunque profezia vi sia allusivamente contenuta o sotto forma di azioni, o di celebrazioni di sacramenti, o modi di esprimersi, ne riconoscono il compimento in Cristo e nella Chiesa. Così non cediamo alla vana superstizione, né diciamo che quel versetto evangelico è falso, né neghiamo di essere discepoli di Cristo: poiché con quel rispetto della verità, che conformemente alle mie forze ho tante volte esposto, Cristo venne non ad abolire, ma a dare compimento, non ad un'altra legge né ad altri profeti che a quelli cui l'autorità cattolica si mantiene fedele.

Note:

1 - Mt 5, 17.

2 - Mt 23, 15.

3 - Cf. Mt 15, 11.

4 - Cf. Mt 9, 13; 12, 7.

5 - Cf. Mt 13, 25.

6 - Cf. Ger 31, 32.

7 - Ez 11, 19.

8 - 2 Cor 3, 3.

9 - Cf. Col 2, 17.

10 - Rm 1, 25.

11 - Cf. Rm 8, 3.

12 - 1 Cor 10, 6.

13 - Cf. Gal 1, 8-9.

14 - Cf. Mt 13, 39.

15 - Cf. Mt 22, 40.