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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Contro Fausto Manicheo - Libro decimo

Sant'Agostino di Ippona

Contro Fausto Manicheo - Libro decimo
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Promesse temporali contenute nel Vecchio Testamento.

1. FAUSTO. " Perché non accetti il Testamento Vecchio? ". Perché e dall'uno e dall'altro abbiamo appreso a non desiderare un contenuto estraneo. " Che cosa ha di estraneo il Vecchio Testamento? ". Diremmo anzi che cosa ha di non estraneo. Promette denaro e sazietà del ventre e figli e nipoti e lunga vita e assieme a questi beni il Regno di Canaan. Ma tutto questo lo promette ai circoncisi e a coloro che osservano il sabato, a coloro che fanno sacrifici e si astengono dalla carne suina e agli altri che hanno un comportamento di questo tipo. Poiché io, come ogni cristiano, trascuro queste pratiche come inette e per nulla efficaci per la salute dell'anima, riconosco che neppure mi spetta ciò che promette. Memore della raccomandazione che suona: Non desidererai i beni estranei 1, ho accettato volentieri e col mio pieno assenso che gli Ebrei abbiano i loro beni, accontentandomi del Vangelo e della splendida eredità del Regno dei Cieli. Infatti, come giustamente arrabbiandomi direi a un Giudeo che rivendicasse per sé il Vangelo: " Impudente, che hai a che fare con colui del quale non rispetti i comandamenti ", così temo che un Giudeo potrebbe rimproverarmi le stesse cose dal momento che conservo il Vecchio Testamento del quale non rispetto i comandamenti.

Promesse del Vecchio Testamento espresse come figure.

2. AGOSTINO. Costui non si vergogna di ripetere spesso le medesime cose senza fondamento. Quanto a me non mi rincresce di ripetere spesso le stesse cose benché vere. Chiunque pertanto cerca una risposta anche contro questi argomenti, legga. Al Giudeo che mi chiede perché conservi il Vecchio Testamento del quale non osservo i comandamenti rispondo che sono osservati dai Cristiani anche gli ammaestramenti sulla vita pratica ricavati dai libri stessi; quanto alle prescrizioni simboliche erano giustamente osservate quando venivano preannunziate le verità che ora ci sono state rivelate. Perciò anche se queste non le osservo con spirito religioso, le conservo come testimonianza allo stesso modo delle promesse di beni carnali che derivano dall'ambito che giustamente prende il nome di Vecchio Testamento. Benché infatti mi siano state rivelate le realtà eterne oggetto della mia speranza, continuo a leggere tuttavia i testi che le presentavano agli uomini di allora come testimonianze espresse in modo figurato. Sono stati infatti scritti per noi che siamo alla fine del tempo 2. Se dunque avete udito cosa rispondiamo ai Giudei, udite ora anche quello che obiettiamo ai Manichei.

I Manichei e il Nuovo Testamento.

3. Certamente Fausto ha detto che noi non dovremmo turbarci se i Giudei ci dicessero: Perché conservate il Vecchio senza osservarne i comandamenti?. E a loro noi questo rispondiamo, senza nulla togliere alla nostra venerazione per quella parte della Scrittura: Che cosa rispondete quando vi si dice: " Perché conservate i libri evangelici dei quali voi vi fingete seguaci per ingannare gli inesperti e non solo non credete alle cose che vi sono scritte, ma vi opponete ad esse quanto più energicamente potete? ". Non potete non constatare che per voi è praticamente impossibile rispondere alle obiezioni relative al Nuovo Testamento più di quanto non lo sia per noi rispondere alle obiezioni relative all'Antico. Noi diciamo che tutti i contenuti dei libri del Vecchio Testamento corrispondono a verità, sono comunicati da Dio e opportunamente distribuiti a seconda dei tempi. Voi di fronte alle obiezioni relative ai contenuti del Nuovo Testamento le respingete non sapendo rispondere e, stretti in gola dall'evidenza della verità, con debole voce dite che sono falsità. Che altro potrebbe cavar fuori la bocca soffocata di abituali mentitori? O che altro odore potrebbero emanare da cadaveri trafitti? Eppure Fausto ha confessato di aver appreso a non desiderare ciò che non gli appartiene, non solo dal Nuovo ma anche dal Vecchio Testamento, il che certamente non avrebbe potuto apprendere dal suo Dio. Ma se egli non ha desiderato ciò che non gli appartiene, perché mai ha costruito nuovi secoli sulla terra delle tenebre ove non erano mai stati? Forse dirà: " La stessa precedente stirpe delle tenebre desiderò il mio regno che non era di sua proprietà ". Ha dunque imitato la stirpe delle tenebre per desiderare anch'egli ciò che non gli appartiene? Forse che in precedenza era stato troppo stretto il regno della luce? Si sarebbe allora dovuta desiderare una guerra per ottenere come risultato della vittoria un ampio regno. Se questo è un bene, avrebbe dovuto essere desiderato anche prima, ma si attendeva che la gente nemica entrasse per prima in guerra, in modo che per certi aspetti la vittoria fosse più giusta. Se però non è un bene perché mai, vinto il nemico, volle che il suo regno crescesse su una terra non sua pur essendo in precedenza vissuto in piena felicità accontentandosi delle sue terre? Oh se costoro volessero apprendere dalle stesse Scritture questi stessi comandamenti, fra i quali c'è la proibizione di desiderare ciò che non ci appartiene! Certamente si ammansirebbero e divenuti miti comprenderebbero che anche i precetti simbolici, ch'essi diffamano con tanta asprezza, erano in piena aderenza coi loro tempi. Quanto a noi come potremmo non desiderare il Vecchio Testamento dal momento che leggiamo che quelle prescrizioni figurate che riguardavano gli uomini di allora sono state scritte per noi che siamo alla fine del tempo 3? Penso che chi legge ciò che è stato scritto proprio per lui non lo desideri come cosa che non gli appartiene.

Note:


1 - Es 20, 17; Rm 7, 7.

2 - 1 Cor 10, 11.

3 - 1 Cor 10, 11.