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Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Contro Fausto Manicheo - Libro nono

Sant'Agostino di Ippona

Contro Fausto Manicheo - Libro nono
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Per approfondire il passaggio da Giudei e Gentili a Cristiani viene introdotta la figura di due alberi, dolce e amaro, in comunicazione interna fra loro.

1. FAUSTO: " Perché non accetti il Vecchio Testamento? ". Se agli apostoli, nati sotto di esso, fu lecito allontanarsene, perché a me non sarebbe lecito non seguire quello sotto il quale non sono nato? Tutti nasciamo Gentili, non Giudei e quindi non Cristiani. Ma mentre il Vecchio Testamento ne trascina alcuni a sé dal seno dei Gentili e li fa Giudei, altri ne prende il Nuovo e li inizia al Cristianesimo. È come se due alberi, l'uno dolce e l'altro amaro, trasferissero in sé con le loro radici l'energia della stessa terra per cambiarla in base alla loro natura. Visto perciò che gli apostoli sono passati dall'amaro al dolce, quanto sarei stolto se dal dolce passassi all'amaro!

2. AGOSTINO. Perché dunque l'Apostolo che, secondo quanto dici, abbandonato il Giudaismo, sarebbe passato dall'amarezza alla dolcezza, presenta come rami spezzati coloro che, provenendo dal popolo ebraico, non hanno voluto credere in Cristo e dice che nella stessa radice dell'ulivo, cioè nella fonte dei santi ebrei, sono stati innestati, come un olivo selvatico, i Gentili perché divenissero partecipi del succo dell'ulivo? Infatti ammonendo i Gentili perché non insuperbissero, considerando lo scivolone dei Giudei, così si era espresso: Mi rivolgo a voi, Gentili, proprio perché sono l'apostolo delle Genti. Mi sforzo di onorare la mia posizione per vedere se mi riesce in qualche modo di smuovere per invidia la mia carne in modo da salvare alcuni di loro. Se il loro isolamento porta alla riconciliazione col mondo, cosa sarà il loro nuovo inserimento se non un ritorno dalla morte alla vita? Se le primizie offerte a Dio sono sante, anche la messe è santa; se la radice è santa lo sono anche i rami; se alcuni fra i rami vengono spezzati, tu che sei l'olivo selvatico, sei innestato in essi e sei divenuto partecipe della radice e dell'ulivo non gloriarti rispetto ai rami. Se ti glori infatti non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te. Dici dunque: Si sono spezzati i rami in modo che io possa innestarmi. Bene. Si sono spezzati per incredulità. Tu invece te ne stai sull'albero per fede; non insuperbirti però, ma fa attenzione: se Dio non ha risparmiato i rami legittimi, non risparmierà neppure te. Considera dunque due atteggiamenti di Dio, la bontà e la severità. Contro coloro che sono caduti userà la severità, verso di te la bontà, sempre che tu rimanga nella bontà. Altrimenti anche tu cadrai. Ed anche loro, se non rimarranno nella incredulità, saranno innestati: Dio infatti ha il potere di innestarli di nuovo. Se infatti tu sei stato strappato da un naturale olivo selvatico e contro natura sei stato innestato in un olivo buono, quanto più lo saranno quelli che essendo secondo natura saranno innestati nel loro olivo. Non voglio, o fratelli, che ignoriate il misterioso progetto di Dio per evitare che diventiate presuntuosi. La cecità da parte di Israele è diventato un dato di fatto e rimarrà tale finché interverrà la pienezza dei Gentili e tutto Israele sarà salvato 1. Guardatevi dunque voi, che non volete essere innestati in questa radice, dall'essere simili ai rami spezzati, come è il carnale e empio popolo dei Giudei, ma cercate di rimanere nell'amarezza dell'olivo selvatico. Infatti quale pianta, se non l'olivo selvatico dei Gentili, fa pensare all'adorazione del sole e della luna? A meno che voi pensiate di non essere nell'olivo selvatico dei Giudei perché avete aggiunte spine di nuovo genere, vi siete costruito non con mani d'artista, ma con spirito perverso, un falso Cristo da adorare assieme al sole e alla luna. Lasciatevi innestare dunque nella radice dell'ulivo alla quale l'Apostolo si rallegra di essere stato restituito, lui che a causa dell'incredulità era stato fra i rami spezzati. Si dice quindi liberato quando si rallegra di essere passato dal Giudaismo al Cristianesimo perché Cristo ha sempre predicato in quella radice e in quell'albero. Coloro che non credettero nella sua venuta ne furono strappati e quelli che credettero vi furono innestati. A loro perché non insuperbiscano dice: Non insuperbirti, ma sta' attento: se infatti Dio non ha risparmiato i rami secondo natura, non risparmierà neppure te. Ma neppure dei rami spezzati si deve disperare e perciò poco dopo dice: Anch'essi se non permarranno nell'incredulità saranno innestati: Dio ha infatti il potere di innestarli di nuovo. Infatti se tu sei strappato da un naturale olivo selvatico e sei innestato contro natura in un buon olivo, tanto più coloro che sono secondo natura saranno innestati nel loro olivo 2. Ecco perché egli si gloria dopo che è stato liberato dallo strappo e restituito al succo della radice. Coloro che sono fra voi e che l'empietà ha spezzato ritornino e saranno di nuovo innestati. Quelli poi che non furono mai sull'albero vengano strappandosi da una naturale sterilità per divenire partecipi di una futura fecondità.

Note:


1 - Rm 11, 13 ss.

2 - Rm 11, 23-24.