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Martedi, 15 ottobre 2024 - Santa Teresa d´Avila ( Letture di oggi)

Omelia 121: Non mi toccare!

Sant'Agostino d'Ippona

Omelia 121: Non mi toccare!
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Non rimanere ad una fede infantile, ma sforzati di raggiungere una fede più matura.

1. Maria Maddalena era andata a dire ai discepoli Pietro e Giovanni che il Signore era stato tolto dal sepolcro. Recatisi al sepolcro, essi avevano trovato soltanto le bende con le quali era stato avvolto il corpo di Gesù; e che altro essi poterono credere se non quanto Maria aveva detto ed essa stessa aveva creduto? I discepoli poi rientrarono a casa; cioè tornarono dove abitavano e da dove erano corsi al sepolcro. Maria invece si fermò vicino al sepolcro, fuori, in pianto. Tornati via gli uomini, il sesso più debole rimase legato a quel luogo da un affetto più forte. Gli occhi che avevano cercato il Signore e non lo avevano trovato, si empirono di lacrime, dolenti più per il fatto che il Signore era stato portato via dal sepolcro, che per essere stato ucciso sulla croce, perché ora di un tal maestro, la cui vita era stata loro sottratta, non rimaneva neppure la memoria. Era il dolore che teneva la donna avvinta al sepolcro. E mentre piangeva, si chinò e guardò dentro al sepolcro. Non so perché abbia fatto questo. Sapeva infatti che non c'era più quello che cercava, in quanto essa stessa era andata ad informare i discepoli che era stato portato via; ed essi erano venuti e, non solo guardando, ma anche entrando avevano cercato il corpo del Signore e non lo avevano trovato. Che cosa cerca dunque piangendo Maria Maddalena, chinandosi per guardare di nuovo nel sepolcro? Forse il troppo dolore le impediva di credere ai suoi occhi e a quelli degli altri? O non fu piuttosto una ispirazione divina che la spinse a guardare di nuovo? Essa dunque guardò, e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno al capo e l'altro ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Perché uno sedeva al capo e l'altro ai piedi? Forse, dato che angeli vuol dire messaggeri, volevano indicare, in questo modo, che il Vangelo di Cristo deve essere annunziato come da capo a piedi, dal principio alla fine? Ed essi le dicono: Donna, perché piangi? Risponde loro: Perché hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno deposto (Gv 20, 10-13). Gli angeli non volevano che piangesse; e in questo modo, che altro annunziavano se non il gaudio futuro? Dicendo: Perché piangi?, era infatti come se volessero dire: Non piangere! Ma essa spiega il motivo delle sue lacrime, credendo che quelli non lo conoscessero. Hanno portato via - risponde - il mio Signore. Chiama suo Signore il corpo esanime del suo Signore, richiamandosi a tutto per indicare una parte, così come noi tutti confessiamo che Gesù Cristo unigenito di Dio e nostro Signore, che è Verbo e anima e corpo, fu crocifisso e fu sepolto, sebbene sia stato sepolto soltanto il suo corpo. E non so dove l'hanno deposto. Era questo per lei il motivo più grande di dolore: il non saper dove trovare conforto al suo dolore. Ma ormai era venuta l'ora in cui il pianto si sarebbe tramutato in gaudio, come in qualche modo le avevano annunziato gli angeli, dicendole di non piangere.

[La Chiesa proveniente dalle genti.]

2. Finalmente, detto questo si volta indietro e vede Gesù in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le dice Gesù: Donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella, pensando che fosse il giardiniere, gli dice: Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai deposto ed io andrò a prenderlo. Gesù le dice: Maria! Voltandosi essa gli dice: Rabboni! che significa Maestro (Gv 20, 14-16). Non si rimproveri la donna per aver chiamato signore il giardiniere, e Maestro Gesù. Nel primo caso chiede un favore, nel secondo caso riconosce una persona; nel primo caso si mostra gentile con un uomo al quale chiede un favore; nel secondo caso esprime la sua devozione al Maestro che le ha insegnato a discernere le cose umane e quelle divine. Chiama signore uno di cui non è serva, intendendo arrivare, per suo mezzo, a colui che è veramente il suo Signore. Dicendo: Hanno portato via il mio Signore, usa il termine Signore in senso diverso da quello che usa quando dice: Signore, se l'hai portato via tu. Anche i profeti chiamavano signori quelli che erano soltanto degli uomini; ma ben altro era il senso che essi davano a questo termine quando dicevano: Signore è il suo nome (Sal 67, 5). Ma perché questa donna, che già si era voltata per guardare Gesù quando credeva che egli fosse il giardiniere e per parlare con lui, di nuovo, secondo il racconto dell'evangelista, si volta indietro per dirgli: Rabboni? Non è perché prima si era voltata soltanto col corpo e quindi lo aveva preso per quel che non era, mentre dopo si volta col cuore, e lo riconosce qual è in realtà?

3. Le dice Gesù: Non mi toccare, perché non sono ancora asceso al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro (Gv 20, 17). C'è in queste parole qualcosa che dobbiamo considerare, sia pur brevemente, con molta attenzione. Sì perché, con questa risposta, Gesù voleva insegnare la fede a quella donna che lo aveva riconosciuto e chiamato Maestro: voleva, da buon giardiniere, seminare nel cuore di lei, come in un campo, il granello di senape. Ma perché le dice: Non mi toccare e, quasi adducendo il motivo di questa proibizione, aggiunge: perché non sono ancora asceso al Padre? Che vuol dire? Se non lo si può toccare mentre sta ancora in terra, come sarà possibile quando egli sarà assiso in cielo? E, del resto, prima di ascendere al cielo, egli stesso invitò i suoi discepoli a toccarlo, come attesta l'evangelista Luca: Toccatemi e constatate: uno spirito non ha carne ed ossa, come vedete che ho io (Lc 24, 39), o quando disse al discepolo Tommaso: Poni qui il tuo dito, e vedi le mie mani; porgi la tua mano, e mettila sul mio costato (Gv 20, 27). Chi potrebbe poi essere tanto assurdo da sostenere che il Signore volle, sì, essere toccato dai discepoli prima di ascendere al Padre, ma non volle essere toccato dalle donne se non dopo essere asceso al Padre? Per quanto uno faccia, non riuscirà a provare simile cosa. Si legge infatti nel Vangelo che anche le donne, dopo la risurrezione, prima che egli ascendesse al Padre, toccarono Gesù, e tra queste donne era la stessa Maria Maddalena. E' Matteo che lo racconta: Ed ecco che Gesù venne loro incontro dicendo: Salute! Esse si avvicinarono, gli strinsero i piedi e si prostrarono dinanzi a lui (Mt 28, 9). Questo episodio è stato omesso da Giovanni, ma è attestato da Matteo. Non ci resta che ammettere che si nasconde qui un mistero; lo si scopra o no, è sicuro che c'è. Penso quindi che il Signore abbia detto a Maria Maddalena: Non mi toccare, perché non sono ancora asceso al Padre, o perché in quella donna era raffigurata la Chiesa proveniente dai gentili, che non credette in Cristo se non dopo che egli era asceso al Padre; o perché voleva che si credesse in lui, cioè che lo si toccasse spiritualmente, convinti che egli e il Padre sono una cosa sola. Di uno che ha progredito nella fede si può dire che nell'intimo del suo spirito egli è asceso al Padre, in quanto è giunto a riconoscere che il Figlio è uguale al Padre. Chi invece non è ancora arrivato a questo, non lo tocca in modo autentico, in quanto non crede in lui come dovrebbe. Maria forse credeva in lui, ritenendo tuttavia che egli non fosse uguale al Padre, e per questo egli la richiama dicendole: Non mi toccare, cioè non credere in me secondo l'idea che ancora hai di me; non limitarti a fermare la tua attenzione su ciò che io sono diventato per te, trascurando la mia natura divina per mezzo di cui tu sei stata fatta. Come si può dire che ella non era più attaccata a lui sensibilmente se ancora lo piangeva come fosse stato soltanto un uomo? Non sono ancora asceso - dice - al Padre mio: allora veramente mi toccherai quando avrai creduto che, come Dio, io non sono inferiore al Padre. Ma va' dai miei fratelli e di' loro: Ascendo al Padre mio e Padre vostro. Non dice: Ascendo al Padre nostro, volendo far notare che è suo Padre in un senso e nostro in un altro: suo per natura, nostro per grazia. Dio mio e Dio vostro. Anche qui non dice: Dio nostro, perché anche in questo caso Dio è mio in un senso e vostro in un altro: è Dio mio perché come uomo io sono soggetto a lui, è Dio vostro per cui io sono mediatore tra voi e lui.

4. Maria Maddalena va ad annunziare ai discepoli: Ho visto il Signore, e mi ha detto queste cose. La sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, per paura dei Giudei, venne Gesù e si fermò in mezzo e disse loro: Pace a voi! E detto questo, mostrò le mani e il costato. I chiodi avevano trafitto le sue mani, la lancia gli aveva aperto il costato, ed erano rimaste le tracce delle ferite per guarire il cuore dei dubbiosi. E le porte chiuse non impedirono l'entrata di quel corpo in cui abitava la divinità. Colui che nascendo aveva lasciato intatta la verginità della madre, poté entrare nel cenacolo a porte chiuse. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore. E Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi (Gv 20, 18-21)! Rinnovando il saluto conferma il suo dono: cioè egli dona pace su pace, come era stato promesso per mezzo del profeta (Is 26, 3). Come il Padre ha mandato me, - aggiunge - così io mando voi. Già sapevamo che il Figlio è uguale al Padre; ma qui noi riconosciamo le parole del mediatore. Egli si presenta, infatti, come mediatore, in quanto dice: Egli ha mandato me e io mando voi. E detto questo, alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. Alitando su di loro, vuol significare che lo Spirito Santo non è soltanto del Padre, ma anche suo. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi li riterrete saranno ritenuti (Gv 20, 21-23). La carità, che per mezzo dello Spirito Santo viene riversata nei nostri cuori, rimette i peccati di coloro che fanno parte della comunità ecclesiale; ritiene invece i peccati di coloro che non ne fanno parte. E' per questo che conferì il potere di rimettere o di ritenere i peccati subito dopo aver detto: Ricevete lo Spirito Santo.

5. Tommaso, uno dei dodici, detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: Abbiamo veduto il Signore! Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il foro dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo costato, non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa, e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, e si fermò nel mezzo, e disse: Pace a Voi! Poi dice a Tommaso: Poni qui il tuo dito, e vedi le mie mani; e porgi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere incredulo ma credente! Gli rispose Tommaso: Signore mio e Dio mio! Vedeva e toccava l'uomo, ma confessava Dio che non vedeva né toccava. Attraverso ciò che vedeva e toccava, rimosso ormai ogni dubbio, credette in ciò che non vedeva. Gesù gli dice: Hai creduto, perché mi hai veduto. Non gli dice: perché mi hai toccato, ma perché mi hai veduto; poiché la vista è come un senso che riassume tutti gli altri. Infatti nominando la vista siamo soliti intendere anche gli altri quattro sensi, come quando diciamo: Ascolta e vedi che soave melodia, aspira e vedi che buon odore, gusta e vedi che buon sapore, tocca e vedi come è caldo. Sempre si dice "vedi", anche se vedere è proprio degli occhi. E' così che il Signore stesso dice a Tommaso: Poni qui il tuo dito e vedi le mie mani. Gli dice: Tocca e vedi, anche se Tommaso non aveva certo gli occhi nelle dita. Dicendo: Hai creduto perché hai veduto, il Signore si riferisce sia al vedere che al toccare. Si potrebbe anche dire che il discepolo non osò toccarlo, sebbene il Signore lo invitasse a farlo. L'evangelista infatti non dice che Tommaso lo abbia toccato. Sia che lo abbia soltanto guardato, sia che lo abbia anche toccato, ha creduto perché ha veduto; e perciò il Signore esalta e loda, a preferenza, la fede dei popoli, dicendo: Beati quelli che pur non vedendo, avranno creduto! (Gv 20, 24-29). Usa il tempo passato, in quanto egli considera, nella predestinazione, come già avvenuto ciò che sarebbe avvenuto nel futuro. Ma questo discorso si è già prolungato abbastanza; il Signore ci concederà di commentare il seguito in altra occasione.