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Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Testimonianza di Kiko Arguello del 15 novembre 2003

Kiko Arguello

Testimonianza di Kiko Arguello del 15 novembre 2003
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(Kiko) Permettete che vi parli stando in piedi? Primo tengo a dirvi che non sono affatto un conferenziere. Inizialmente dissi no a questo invito perché non mi sento un relatore, ma poi il Vescovo mi chiamò e sono qui; mi sento un po' violentato. Comunque, sono qui confidando affinché il Signore mi aiuti, che Egli venga, mi preceda il suo Spirito e che oggi a qualche fratello di quelli che sono qui presenti possa servirgli la mia parola; (parola) attraverso la quale il Signore possa ispirarmi. Ho scelto questo tema, “La bellezza che salva il mondo”, siamo in una Università… Voi sapete che fu Dostoyewski quello che disse la frase “La bellezza salverà il mondo” nell'opera “L'idiota”. Il principe domanda: “Che bellezza salverà il mondo?” e Dostoyewski stesso risponde: "Cristo! Non c’è un'altra bellezza nel mondo che possa salvarlo, fuorché il nostro Signore Gesù Cristo."

Io, come sapete, sono pittore, ho studiato Belle Arti a Madrid. Dio permise che io avessi una crisi profonda, esistenziale, di fede. Ebbi un premio straordinario nazionale che mi portò a fare esposizioni. In quel periodo vivevo in una situazione completamente assurda. Lì Attraverso un gruppo di teatro che avevamo in Belle Arti, conobbi tutto il teatro di Sartre e trovai in Sartre una risposta a tutta la problematica che avevo allora come giovane che si trova coi problemi fondamentali di essere persona, in relazione al mondo, in relazione all’ingiustizia. Io dicevo "Come posso avere un senso di giustizia se mi trovo in un mondo pieno di ingiustizie?". L'ambiente che c'era allora in Belle Arti era un ambiente di sinistra, quasi tutti i miei amici erano comunisti. Io non diventai comunista perché probabilmente Dio mi aiutò. Io dicevo loro "non comprendo come potete pensare ad un paradiso comunista, senza ingiustizie, se non sapete dare risposta all'ingiustizia della Storia. Perché io sento dentro un sentimento di giustizia totale, non per certuni. Anzi, mi piacerebbe che quando abbiate creato un paradiso dove non ci sia ingiustizia, mi piacerebbe allora mettere una bomba perché non avete diritto a vivere in un paradiso di quel tipo se non date una risposta a tutte le ingiustizie della Storia, ai neri che furono catturati in Africa, portati via in nave e morti nelle cantine"…

Sulla bellezza che salva il mondo, bene, dopo… dico alcune cose brevi della mia storia… In quel momento io ebbi una crisi, quando mi resi conto che… uscii in televisione e i giornali parlavano di me... mi resi conto che tutto ciò mi lasciava in realtà assolutamente vuoto… io non avevo senso. Il mio essere presente non aveva senso. Chi sono io? Chi mi ha creato? Perché esisto? Dove sto? Mi resi rapidamente conto che dovevo accettare, come diceva l'esistenzialismo di allora, che io non ero esistito, che oggi esistevo e che domani avrei smesso di esistere, senza dovermi inventare nessun cielo, nessun oppio… bensì viverlo realmente, con coraggio. E così cercai di vivere. Il cielo si fece di cemento. Mi sentii una cloaca (fogna) e le cose non avevano più senso. Trovai il senso in quello che diceva Sartre: “La verità è l'assurdo!” Tutto è assurdo. Cercai di vivere coerentemente con questo, chiedendomi… perché io mi alzavo (la mattina) e dicevo: "Vivere per cosa?…Per dipingere…? E dipingere per quale motivo…? Per guadagnare denaro? E guadagnare denaro per quale motivo…? E così compresi…

Sono arrivato ieri sera dall’Italia e devo ritornare presto là, lo sento mi saranno scappate alcune parole in italiano. Lunedì comincia la Plenaria della Conferenza Episcopale Italiana e siamo stati invitati come Cammino Neocatecumenale perché si parlerà della Parrocchia, che tipo di parrocchia per il terzo millennio, e siamo stati invitati le realtà ecclesiali, i responsabili e stiamo preparando questo perché è da alcuni giorni che ce l'hanno comunicato... Non ricordo cosa stavo dicendo…

Ah! Allora stavo dicendo che io mi resi rapidamente conto che non sapevo fino a che punto avrei resistito, se ammazzarmi… quando non accetti più la vita, quando la vita non ha più senso… Io ero sorpreso nel vedere come la gente fosse capace di vivere senza dare risposta, senza domandarsi, senza rispondere a questa domanda: "Siamo soli nell'Universo o non siamo soli? Esiste Dio o non esiste?”. Per me era una domanda fondamentale. Pensavo: “magari sono troppo narcisista, non sono capace di vivere... forse la gente vive normalmente senza che questo sia qualcosa di tanto profondo, senza che la scomodi, vivono e basta”. Magari bisognerebbe vivere così ma io non ne ero capace. Dandomi conto che magari un giorno quando non avessi sopportato più l'esistenza, mi sarei tolto la vita; fui aiutato… qualcosa mi aiutò. Leggendo un filosofo che si chiama Bergson…

Bergson dice una cosa che mi aiutò come un piccolo raggio di luce, in una situazione…
Se uno cerca di vivere esistenzialmente con coerenza, in un ateismo totale dell'esistenza, il “non senso”… E di Pascal che fa cinquanta e cinquanta percento “Dio esiste e Dio non esiste…” Ma in questa situazione, Bergson, diceva che "l'intuizione è un mezzo di conoscenza della verità superiore alla ragione". (Dissi:)
“Supponiamo che Bergson abbia ragione. E che l'intuizione sia un mezzo di conoscenza della verità superiore alla ragione…” Io sono abbastanza razionalista, il mio secondo cognome è Wirtz, probabilmente di origine tedesca, benché mio nonno fosse inglese… All'improvviso scoprì che qualcosa dentro di me non era in accordo con l'assurdo dell'esistenza. Allora, se c'è un'intuizione dentro me che viene soffocata dalla mia ragione vuol dire che Dio appare nel mio orizzonte come una possibilità. Di lì passai cercando di chiamare questo Dio. Io ero disposto. Bene, io sono un pittore, io parlo un po’ come gli impressionisti, a pennellate, non sono troppo sistematico. Magari per molti di voi come parlo è più efficace. Si sente bene…? È che state tanto silenziosi, ragazzi… È un po' impressionante… non so che stavo dicendo… Questo, l’intuizione! Stavo parlando di Bergson, dell'intuizione… Allo stesso tempo mi ricordo che in Belle Arti c'era un sacerdote che dipingeva nella mia classe. Mi avvicinai a lui e cercai di credere. Ebbi un'altra sorpresa: non potevo credere. Perché parlavo con questo prete, che era un ragazzo intelligente, un sacerdote, e tutto quello che mi diceva lo consideravo… non mi convinceva per niente… (erano) sciocchezze. Mi sembrava tutto una situazione assurda. Mi resi conto che non era facile credere anche se io avessi voluto credere. Percepivo che la mia vita poteva finire. La mia vita reale era diventata e mi trovavo in un'angoscia esistenziale profonda. Dovevo rispondere al mio “essere persona”, al mio “essere nel mondo”. Dopo questa piccola luce che appare con l'intuizione, scopro, rendendomi conto, che dentro di me, in fondo, io soffocavo la mia intuizione. C'era una parte di me che non accettava che tutta la realtà dell'Universo fosse assurda. C'è una bellezza nella natura ed un'eco, l'universo, l'essere… c'è qualcosa. Allora, se Dio esiste.... io ero disposto ad accettare qualunque Dio, a diventare protestante, buddista. Ma il problema era molto più profondo. Allora, dopo questo processo di discesa arrivai fino ad un momento limite. Chissà Dio aveva fatto questo percorso con me per diventare sufficientemente umile per accettare, chiamarlo, invocarlo. Ebbi lì un'esperienza molto seria, perché mi ricordo che chiamando Dio, invocandolo e dicendolo: se ci sei, se esisti...

Una volta entrai in una Chiesa e rimasi sorpreso. Devo dire che i miei genitori erano cattolici. Mia madre aveva moltissima fede, mio padre andava a messa la domenica e basta. Tuttavia, mi resi rapidamente conto che quello che mi avevano insegnato a scuola, alla prima comunione, non mi servì quando andai all'Università. Io avevo una formazione da abitino della prima comunione che rapidamente tolsi quando diventai adulto, perché non mi dava risposte. Non avevo avuto una concreta formazione, non sapevo rispondermi, non potevo. Allora in questa circostanza chiamai il Signore, invocai Dio. Stavo dicendo anche - come un'altra pennellata - che una volta entrai in una Chiesa e rimasi sorpreso, (la Chiesa del Carmelo, mi sembra, lì vicino a Sol); entrai e mi sorprese che la Chiesa fosse piena di donne anziane, piena di vecchi, come se avessero abbandonato la Chiesa gli artisti, i giovani, e rimanessero alcuni vecchi. Ciò mi colpì. Allora, dicevo…, invocai il Signore e all'improvviso sentii dentro di me che Dio esisteva. Mi ricordo che piangevo, che incominciai a piangere e mi uscivano lacrime a fiotti, io che non avevo mai pianto così, mi uscivano lacrime in abbondanza, non sapevo cosa fosse. Mi domandai: perché piango? Compresi rapidamente perché piangevo; ero come un condannato a morte che stava per essere ammazzato ed è terrorizzato perché lo stanno ammazzando e mentre stanno per ucciderlo gli dicono all'improvviso "sei libero." Perché il mio problema era uno solo, se Dio è, io sono. Ma come posso io sapere che Dio è? Non mi bastava la ragione, non mi bastavano i libri, era necessario qualcosa di più. Come può conoscersi realmente Dio? Ora lo so: mediante la fede. E che cosa è la fede? Dice San Paolo che lo spirito di Cristo dà testimonianza al nostro spirito che Dio è e che mi ama. Ebbi questo incontro, un incontro… cioè, io credevo! Dio c’era. Ma non lo diceva la mia ragione, non lo diceva la mia intuizione io lo sentivo dentro come qualcosa di vero, esistenziale. Chi mi attestava che Dio è? “Lo spirito di Cristo dà testimonianza al nostro spirito che Dio è e che mi ama”. E San Paolo non dice solamente quello, ma anche che “siamo figli di Dio”. Mi bastava che Dio esistesse. E, curiosamente, nel Dio che incontravo dentro di me, che mi faceva sentire amato, riconobbi Cristo, Gesù Cristo.

A questo Cristo che gli artisti e gli intellettuali avevano abbandonato gli rimanevano alcuni vecchi, vecchie, anziani, gente povera. Dopo questo, dell'incontro... allora Dio esisteva, allora io nascevo di nuovo, tutto cambiava per me. Mi ricordo che mi avvicinai ad un sacerdote e gli domandai, gli dissi che volevo essere cristiano. E mi disse: “lei non è battezzato?” Dico: “si, sì, sono battezzato!”. “Come? E ha fatto la prima comunione? Allora.. che cosa, vuole che la confessi?” Mi rendevo conto che avevo bisogno di una formazione cristiana che non avevo. Io chiedevo a questo prete che volevo essere cristiano, e non mi capiva; credeva che si è cristiano confessandoti. Allora, questo signore, questo prete, capì già un pochino e mi invitò a fare i Corsi di Cristianità (Cursillos), feci i Corsi di Cristianità, mi invitarono alla scuola di professori di Cursillos. C'era allora un sacerdote a Madrid molto buono che mi fece accostare alla Sacra Scrittura. Incominciai a dare corsi e diedi il primo corso a Ceuta. Diedi corsi a Caceres. Incominciai a dare corsi di cristianità, come professore di corsi. Mi aiutarono i corsi perché mi tolsero molti di quei pregiudizi che uno ha contro la Chiesa; io ero pieno di pregiudizi contro il Vaticano, contro la Chiesa, partecipavo a tutta la cultura universitaria di allora.

Allora, cambiò la mia vita. Rapidamente cambiò la pittura, incominciai a fare pittura religiosa, fondai un gruppo di arte sacra che si chiamò GREMIO 62. Facemmo una grande esposizione nella Biblioteca Nazionale, pagata dal Ministero della Cultura. Poi fui invitato a rappresentare la Spagna in un'esposizione internazionale di Arte Sacra in Francia. Cercammo di fare un gruppo di artisti per rinnovare un po' il tempio, la Chiesa, perché ci rendemmo conto che allora si faceva un'architettura disarticolata. Bene vi sto dando la mia esperienza che può essere interessante, ma io volevo parlare della bellezza. Poi passo alla bellezza, finisco subito questo... In questa situazione, ebbi... - (poiché) Dio mi ha portato attraverso una serie di incontri - ebbi una storia che mi segnò.

Io avevo uno studio di pittore insieme con artisti, scultori, pittori, ecc., cercavamo di integrare, fare un'arte integrale, mettendo in comunicazione attraverso questo (studio) architetti, scultori, pittori, ecc. Era un studio vicino a Piazza di Spagna. Un anno a Natale andai a casa mia, dai miei genitori, per passare il Natale con loro, trovai che la cuoca, la donna di servizio che avevano in casa - i miei genitori stavano bene economicamente – la trovai che piangeva in cucina la notte della Vigilia di Natale. Era già una donna sposata, abbastanza bella, benché in età, ed io gli dissi: "Che cosa le succede"?. Una tragedia in casa sua: suo marito era un ubriaco alcolizzato, voleva ammazzare suo figlio. La polizia lo aveva messo in carcere. Una tragedia terribile. E mi disse "per favore" se (potevo aiutarla). Allora io cercai di aiutarla. Andai dove viveva. E viveva in una baracca orribile, una casa spaventosa piena di bambini piccoli. Conobbi suo marito che era zoppo. Allora io presi questo signore, questo alcolizzato, e me lo portai ai Corsi di Cristianità (Cursillos) ad un corso che io davo da professore. L'uomo rimase impressionato sentendomi parlare di Cristo, ecc. Ma come sapete un alcolizzato... Dopo 15 giorni ricominciò a bere e tornarono i disordini in casa. Insomma questa povera donna mi chiamava per telefono perché io ero l'unico che era in grado di calmarlo, poiché ero l’unico che quell’uomo ascoltava. Andavo lì a pacificare la cosa e mi domandai "non sarà che Dio vuole che venga a vivere con questa famiglia affinché questo uomo possa rifarsi la vita e smetta di bere?" Cosicché detto, fatto. Lasciai il mio studio, lasciai tutto ed andai a vivere lì con quella famiglia. Mi ricordo che lì vivevano in un porcile. Nella cucina c'erano quattro gatti. Ma in quel posto ebbi un incontro sorprendente. Mi trovai con la sofferenza degli innocenti. Io, come esistenzialista, discepolo di Sartre, avevo letto molto. Lì mi trovai con una donna malata di Parkinsón che chiedeva elemosina per la strada e che fu abbandonata da suo marito; un'altra persona che era stata violentata non so quanto… Cioè, una quantità di gente, un sostrato sociale profondo, pieno di gente che stava nella miseria più terribile e segnata per i peccati degli altri, che portavano una croce. Lì, tra questa sofferenza, tra questa gente segnata per i peccati degli altri, trovai Cristo crocifisso. E fu per me una cosa grandissima.

Dopo partì in Africa per fare il servizio militare come Alfiere (alférez provisional en la prácticas). E quando ritornai dissi (a me stesso): "se domani torna Cristo nella seconda venuta mi piacerebbe farmi trovare ai piedi di Cristo crocifisso oggi nel mondo". Allora mi resi conto che Dio mi stava chiamando a questo, e non mi lasciava vivere, mi stava chiamando a questo. Alla fine un assistente sociale mi disse che in Palomeras Altas c'era una baracca che avevano appena abbandonato: "Da' un calcio alla porta e mettiti lì". Era un posto pieno di quinquis, di gitani… Franco aveva appena fatto le UVAS, Unità Comunali di Assorbimento. Avevano buttato giù moltissime baracche. C’era l'UVA di Vallecas, l'UVA di Canillejas, tante UVAS. Questi erano posti che rimanevano come sacche di miseria dove c'erano gitani e gente di ogni tipo. Allora decisi di mettermi lì. Io andai alle baracche non per insegnare a leggere, benché fossero tutti analfabeti, non per fare nessuna opera sociale, bensì per mettermi ai piedi di Cristo crocifisso. C'è una presenza di Cristo nell'Eucaristia, ma c'è anche una presenza di Cristo enorme nella sofferenza umana. Per questo motivo vissi con un atteggiamento completamente diverso. Io non andavo lì paternalísticamente ad insegnare niente, né a dare niente. Andavo a ricevere, andavo a mettermi in contemplazione. Chissà, sembrerà assurdo questo. Chissà, qualcuno può dire "buah". Ma per me fu molto importante andare con questo atteggiamento.

Cosicché mi misi in quella baracca con la Bibbia e una chitarra. C'era lì una branda a terra, un materasso, un tavolo, era pieno di topi, faceva molto freddo. Era una baracca piena di buchi e faceva tanto freddo, venivano molti cani che vivevano con me e mi riscaldavano. Lì poi conobbi Carmen. Lei doveva andare in Bolivia, ad Oruro, per una missione tra i minatori di Oruro. Aveva parlato con l'Arcivescovo Manrique che conobbe in Israele. Allora cercava una equipe per questa missione e attraverso sua sorella, la sorella di Carmen mi conosceva, mi conobbe ed allora pensò che io potevo essere un buon collaboratore per questo gruppo di Oruro. Allora lei si prese un'altra baracca ad un chilometro, in una zona piena di quinquis e lì si fece una baracca con un'amica, pensando di convincermi ad andare ad Oruro. Questa è stata (la storia) di come Dio mi portò un po', se volete, alle baracche. Io pensavo questo: di mettermi ai piedi di Cristo.... Dopo lì, per esempio, subito, nelle baracche, un gitano che abitava accanto, suonò alla porta ed entrò. Allora si domandavano chi io fossi. Io portavo la barba. Alcuni dicevano che avevo fatto un fioretto, altri che ero un protestante perché portavo sempre la Bibbia. Il mio parlare era diverso dal loro. Non sapevano rispondere a che cosa io facessi lì e chi io fossi. Ma lì a poco a poco cominciarono a venire i gitani con la chitarra e a cantare. Subito, poiché io avevo la croce, mi chiesero, mi obbligarono a parlare di Gesù Cristo. Ma io dicevo loro che non sapevo parlare di Gesù Cristo.

Mi resi subito conto che tutti i discorsi dei Cursillos non servivano per gente, come i gitani, che era completamente analfabeta e che hanno una forma di accostamento alla realtà completamente diversa dalla nostra. Non appena dici tre concetti... non ti ascoltano. Dio mi portò in un posto dove, come in un laboratorio, bisognava trovare una sintesi teologico-catechetica che saranno le origini della Cammino Neocatecumenale. Ma io oggi non vengo a parlarvi del Cammino Neocatecumenale, benché sia molto importante. Vi ho parlato, con alcune pennellate, della mia esperienza. Ritornando alla frase di Dostoyevski, “La bellezza salverà il "mondo”… La bellezza, come sapete, è un trascendentale dell'essere, vicino al bene ed alla verità. Perché, come dice San Tommaso, tutta la realtà è una, è vera, è autentica. Ma a me piace rapportare la bellezza col piacere. L'emozione estetica. La bellezza, ci produce piacere, ci dà emozione. All’inizio Dio, in qualche modo, ha creato la natura. Chi ha creato la natura, l’ha fatto bella per darci un piacere. Quando uno si innamora di una ragazza, si fa bello, una ragazza si fa bella per il suo fidanzato e vuole provocargli un piacere. Il piacere sta in relazione con l'amore. Ed è interessante, per me come pittore, che ho studiato le leggi armoniche (è strano che abbiamo pochissima formazione estetica), che tutto nella natura è relazionato ed è in funzione della bellezza. Non tutto è bellezza, in un certo senso, ma le leggi armoniche stanno in una relazione di materia, di forma… È curioso, la scienza che studia le relazioni armoniche è la matematica. C'è per questo motivo tutta una serie di equazioni che sono di tipo matematico. Già nell'arte Platone parlava della geometria del creato e della matematica. Nell'arte, come nella pittura, nella scultura, nella musica, nella poesia, tutto è in relazione, relazioni che sono armoniche. È molto importante perché le leggi.... (si rivolge a Consolación Isart, Preside della Facoltà di Umanistica) Acconsenti ad alzarti? Dio stabilisce.... Vedete lo zigomo di questa ragazza? Questo è come una collina, ci sono alcuni chiaroscuri, dopo c'è una cosa molto delineata che è l'occhio, c'è dopo una cosa tersa che è la fronte, c'è dopo un cambiamento di materia che sono i capelli… Queste relazioni che sono matematiche, se io le scompongo da questo viso e le metto in un quadro astratto e faccio uno sfumato, in seguito faccio un disegno a punta secca, questo sfumato, questo chiaroscuro, avvalorano il disegno che faccio a punta secca, una grafia.

Pensate ad un quadro di Kandinsky. Poi creo una tersura con un altro materiale come è la fronte e dietro faccio con un altro materiale una cosa rugosa. Bene, questo materiale rugoso sta abbellendo un'altra tersura, questa tersura sta abbellendo questo disegno dell'occhio, questo disegno dell'occhio sta risaltando questo chiaroscuro.... È tutta una espressione di relazioni. È come se le leggi armoniche della bellezza dicessero che quello che esiste, quello che rapporta profondamente la bellezza è l'amore, l'amore di una materia con l'altra. W. Kandinsky, Composizione VIII del 1923 Wassily Kandinsky Andiamo ad un paesaggio. Lo splendore del cielo azzurro e la montagna rocciosa; la durezza della roccia viene risaltata (dal bosco). Sotto alla roccia c'è ugualmente una materia, un bosco, tutto identico, questa materia è la stessa cosa che i capelli; poi appaiono, come l'occhio, alcuni case molto disegnate, dopo una pianura… Capite, percepite?. Vi presento un quadro astratto, e nel modo in cui abbiamo molta deformazione per sapere vedere l'arte domandiamo: "che cosa significa questo"? Ma non significa niente, ma ho cercato di fare una relazione armonica di colori, estetica e basta, senza nessun significato. Non tutte le relazioni in arte sono arte. Se faccio una massa e dopo faccio alcuni scarabocchi non è arte, ma (è arte) le relazioni matematiche perfette in una superficie.

Quando ero professore, in una scuola, lavoravo in una classe coi ragazzi. Davo ad ognuno una superficie. Conoscete la pop-art? E davo loro una serie di oggetti, una matita, una quadro… Sapete che la pop-art colloca così oggetti sui dipinti. E dissi ai ragazzi: "collocate questi oggetti in una forma estetica". È una cosa interessante che posso fare con tutti voi affinché imparaste a vedere l'arte ed a conoscere l'arte. Allora se c'è un artista, l'artista intuisce queste equazioni che sono difficilissime e molto complicate. Le intuisce e le applica. Quindi: esiste una relazione matematica tra gli oggetti, la bellezza e la disposizione? Sì, esiste un plus, un massimo, esiste. Non so se mi spiego, ho parlato con pennellate per vedere se lo capite. Questa relazione matematica che esiste tra l'armonia, esiste anche nel tempo, esiste nella musica. È molto importante la musica perché ci insegna la bellezza nel tempo. Ogni nota avvalora la successiva nel tempo, nella pittura ciascuna materia avvalora, ogni tersura, ogni materiale, ogni progetto, avvalora l'altro. Per esempio, la quarta (sinfonia) di Beethooven, comincia con una dissonanza. Conoscete la quarta di Beethoveen? Ciò è stupendo. Nel tempo, avvalora il tempo, diciamo cosi… Per non parlare della poesia, della parola, della scultura. Per esempio Henry Moore, scultore inglese, avete sentito parlare di lui? Molto importante.... Dovete conoscere un po' di cultura. Henry Moore ha studiato le ossa umane, ha visto nelle ossa dell'uomo che la cavità del femore è perfetta. Quella cavità è perfetta per una funzione di articolazione e contemporaneamente è estetica, al massimo. Fare una curva estetica, bella, è difficilissimo. La curva del collo di una foca è meravigliosa. Come sono relazionati gli animali, non qualunque curva è estetica.
Moore prende quelle cavità, le studia e fa una scultura di curva, perché ad una curva di un certo tipo gli corrisponde un'altra protuberanza di un altro tipo affinché sia estetica, perché tutto sta in relazione.

Diciamo cosi che nell'estetica c'è un profondo segreto, che è l'amore. Dicevo della pittura, la tersura del cielo sta abbellendo la durezza delle rocce, la durezza della roccia sta avvalorando la bellezza del bosco, il bosco sta risaltando la bellezza delle case del paese, queste relazioni sono molto importanti. Potrei fare una conferenza su questo, ma avrei bisogno di diapositive. Anche i colori, un colore canta l'altro, i complementari: il rosso è il complementare del verde, il viola è il complementare del giallo… per esempio, Van Gogh in "I Girasoli" utilizza tutte le ombre violette. C'è un canto, qualcosa di sacro, sempre che si superino i preconcetti che avevamo prima che cioè la pittura vuole copiare la natura. Al contrario, come diceva Óscar Wilde, è la natura quella che imita l'arte. Come è che la natura imita l'arte? Sì, perché l'artista si abitua a vedere la natura, ed ogni mattina quando in una casa vede alcuni girasoli in un vaso da fiori, dice mi ricordano "i girasoli di Van Gohg".

Vedi, la natura copia l'arte, l'arte si è abituata a guardare la natura. Così, vedi un paesaggio meraviglioso e dici: "fa' attenzione a quel paesaggio, mi ricorda un paesaggio di Torner"; o vedi un temporale e così sono alcuni paesaggi di Rembrandt.

"La bellezza che salva al mondo" e l'arte stanno in relazione, perché possiamo vedere che è come un linguaggio di amore tra materie e colori, ogni colore canta l'altro. Io prendo, per esempio, una combinazione del rosso in pittura che è un colore marrone, e se è importante che si dia la bellezza nella natura, gli metto al lato un giallo, come il complementare del giallo è il viola, questo stesso colore si cambia in violetta, senza che io faccia niente. Io ti metto qui un giallo e tu dici questo è un carminio tendente a violetta. Prendo questo stesso colore e metto un verde al lato e dici: quello è un marrone. Negli stessi colori è come se ci fosse nella natura un linguaggio che vuole che tutto sia bello. Perché deve essere bello? Perché la bellezza ci produce un'emozione estetica. Anche nella scienza. Quando Archimede esclamò "eureka", ebbe un'emozione estetica. L'emozione estetica, il piacere, è un'emozione che è estetica che ci emoziona che ci produce piacere, un gran piacere. Non solo, Dio mostra che ci ama facendo tutto quello che ci circonda bello per darci piacere; la gente, benché sia oggi atea, va alla natura. Io sono stato alle cascate di Iguazú ed è magnifico. Inoltre, mi persi una volta tra la montagna, andavo a pregare a Gredos, e mi persi. C'è nella natura qualcosa di amabile, non ti spaventa anche se ti perdi nel deserto. La bellezza: c'è un'eco nella natura qualcuno ti ama. Come è possibile che siamo atei?

Chi ci sta "cambiando l'acqua"? Questo è molto importante. Che cosa significa "cambiare l'acqua"?. Che c'è un ambiente di ateismo. Noi dobbiamo cambiare l'acqua? Occupiamo le Università, occupiamo la televisione, prendiamo i mezzi di comunicazione? Vero? Cambiamo l'acqua a tutti cristiani Questo è quello che bisogna fare?. Ma ci hanno cambiato l'acqua, e senza renderci conto tutto il mondo sta facendo le stesse cose, tutti facciamo footing, tutti andiamo alle palestre, tutti siamo preoccupati per il nostro corpo... Riflettiamo un momento. Dice Mc Luhan che "il mezzo è il messaggio". Conoscete a Mc Luhan? Per questo noi nel Cammino usiamo poco i media, perché ci fidiamo del "mezzo". Sì, Hitler prese la radio, la stampa, la televisione ed ingannò il paese - Il popolo tedesco era convinto che Hitler era un santo, bombardò tutti. Ma è curioso, se "il mezzo è il messaggio", Gesù Cristo ha dato solo un messaggio: ha voluto salvare il mondo attraverso "la stoltezza della predicazione" e ha inviato i suoi apostoli a due a due, senza borsa, senza bisaccia e senza niente. Senza niente, è tanto terribile questo. Andavano senza niente, scalzi, come gli ultimi della terra. Con questo "mezzo" (Cristo) salverà il mondo. Tanto importante è questo che San Matteo dice: "Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; nudo e mi avete vestito” (Mt. 25, 35-36) Questo si è attribuito in seguito con la cristianità ai poveri e al sociale, non è questa l’interpretazione del testo e non lo dico io, lo dicono grandi teologi. Se facciamo un'analisi seria di questo testo dice: "quando l'avete fatto a uno dai miei fratelli più piccoli". Qui si riferisce agli apostoli che invia senza borsa, senza bisaccia e senza bastone. In definitiva, San Matteo vuole dire che alla fine dei tempi le nazioni saranno giudicate se hanno accettato o respinto la Chiesa, presente nei più poveri. Il "mezzo" che sceglie per salvare il mondo sarà questi "piccoli". Dove sono oggi questi "piccoli"?. Se vogliamo veramente evangelizzare l'Europa, dove stanno? O dobbiamo tornare a prendere la cultura e "cambiare l'acqua"?. Perdonatemi, non penso qui di scandalizzare qualcuno, sto in una Università, ma la colpa è vostra che mi avete invitato. Con questo non voglio dire - io non sono esagerato - che dobbiamo essere cristiani e non dobbiamo usare la televisione. Mi riuscite a capire vero? Riuscite a comprendermi? Però è una cosa molto importante, perché possiamo deviarci da dove sta il quid reale della nuova evangelizzazione dell'Europa.

Ritornando alla bellezza, ritornando alla frase di Dostoyevski "la bellezza salverà il mondo" che è stata commentata dal Papa. Giovanni Paolo II quando ha parlato degli artisti ha detto una frase profonda: "Questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza, per non cadere nella disperazione". Il Papa ha rapportato la bellezza con la speranza, con l'amore. Ossia che gli uomini senza bellezza, arrivano alla disperazione, al suicidio. Questo è importante, perché adesso, noi del Cammino Neocatecumenale stiamo facendo una nuova evangelizzazione in tutta l'Europa, soprattutto nei paesi post-comunisti. Vengo ora da Kiev. Abbiamo tenuto una relazione, davanti al Consiglio per i Laici, delle nazioni che vengono dal comunismo. Si è fatto testimonianza di tutti i martiri, è stato importante. Noi stiamo inviando famiglie in missione, impiantando la Chiesa in tutti questi paesi. Gli Stati di questi paesi si stanno rendendo conto, dopo il comunismo, che c'è una relazione con la bellezza. Hanno fatto grandi costruzioni di tipo socialista, dove i quartieri sono pieni di case uguali, come scatole di cerini, senza nessuna bellezza. Hanno subito scoperto che c'è una relazione tra questo e la quantità di suicidi. Per questo motivo interessa loro che facciamo cose belle nella città. Ci hanno offerto la possibilità di fare chiese, a noi e anche all'Islam. Curiosamente, l'Islam ha un'estetica, e sa fare una moschea tutta dorata. Ciononostante, oggi la Chiesa non ha nessuna estetica. Nel 1997 facemmo un incontro a New York dei Vescovi (delle Americhe) su questo tema: "Con quale estetica la Chiesa Cattolica pensa di evangelizzare il terzo millennio"?

Parteciparono 250 vescovi per cinque giorni, su questo tema: l'estetica. I parroci vogliono fare una chiesa e chiamano un loro amico architetto, ed uno gli fa un “monito” (scimmia), un altro gli fa un garage, un altro gli fa così una cosa con una frittella sopra, un altro gli fa un'altra cosa. Stiamo dando una battaglia all'Islam, in un certo senso. La Chiesa deve riproporsi l'estetica, la bellezza. Per questo motivo noi stiamo lavorando con un gruppo di architetti ed artisti su questo punto. Abbiamo appena fatto ora una Chiesa a Madrid, Santa Catalina Labouré, Vero? Una parrocchia, con un Catecumenium, con un nuovo tipo di estetica, tutto di vetro azzurro e pietra bianca, con ogni doratura, un nuovo tipo di assemblea, perché questo è molto importante.

L'estetica, la bellezza, è un riflesso profondo dello spirito. Ritornando a "la bellezza che salva i mondo". Già gli ebrei… Dice il Talmud che Dio giudicherà gli uomini nel mondo futuro, nell'altra vita, (questi) dovranno rendere conto di quelle cose che Lui ha fatto perché l’uomo potesse godere in questa vita e non ha goduto di esse... Perché non soltanto sta in relazione la bellezza col piacere (quello che dimostrerebbe che Colui che ha creato questo universo ci ama) ma ha messo anche il piacere in altre cose, come nel mangiare, anche nell'amore: fare l'atto sessuale ci dà piacere. Colui che ci creò ci ama, profondamente, perché chi ti ama.... Se tuo hai un ospite in casa tua e ci tieni moltissimo, ti piace sistemare la casa perché sia bella, dargli piacere, farlo mangiare bene: stanno in relazione il piacere e l'amore. Al contrario, quello che ti odia ti fa soffrire. Bene, continuo a parlare a pennellate. Noi, attacchiamo i protestanti che conoscono la Scrittura ma non hanno la tradizione. Ma quando (noi) ci avviciniamo all'Antico Testamento, siamo più protestanti degli stessi protestanti, perché usiamo l'Antico Testamento senza conoscere la tradizione (ebraica). È molto importante la tradizione orale. Ma c'è una cosa fondamentale. Vedete, nella Scrittura, quando il libro della Genesi dice che Dio creò Adamo ed Eva, Dio affida ad Adamo la missione di dare nome a tutte le cose create nel giardino del paradiso e (Adamo) non trovò un aiuto simile a lui. Allora Dio lo fece entrare in un profondo sonno e con una costola “edificò”, “costruì” una donna. L'ebrei dicono che questa parola - "edificare" – ha lo stesso significato di fare arte dell’artista, lo stesso che costruire una scultura, lo stesso che fare le trecce dal parrucchiere ad una donna bella. La creò bella, tanto è vero che quando Adamo la vide rimase così sorpreso della bellezza di Eva. È proverbiale in tutta la tradizione degli ebrei la bellezza di Eva: «Ecco, questa è veramente carne della mia carne, ossa delle mie ossa » (Gn. 2,23)

Bene, quando Israele parla dell'esodo, sapete che Dio invia Mosè che salverà il popolo dall'Egitto e lo porterà al Monte Sinai. La tradizione orale rabbinica dice che già l'incontro sul Monte Sinai con l'Alleanza....(è un matrimonio). Sapete che Dio appare sul Monte e dice: "Ascolta l'Israele: io sono l'unico Dio, amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze". Così, paragonano la prima creazione (il Giardino, Adamo ed Eva) con l'Alleanza sul monte Sinai, come se l'incontro, (l'alleanza sul Monte Sinai quando l'Israele riceve la Torá) fosse una nuova creazione. La prima manifestazione di Dio si presenta come amore, come uno sposo. Poi Osea lo approfondirà: lo sposo, la sposa. Allora Israele, dice Mosè, è come un “grande auditorio”, e lo porta come la sposa davanti allo sposo (lo stesso di Dio che "edificò" Eva e la portò ad Adamo) e i rabbini paragonano il Monte Sinai all'albero della conoscenza del Bene e del Male, un albero che dà un frutto: la Torá. Tutta questa è la tradizione più antica. Ma c'è qui un punto molto importante che è la bellezza.
Dicevano i rabbini che nella prima creazione Eva era bella ed ora, quando Mosé porta il suo popolo fino al monte Sinai, che cosa succede? Che l'Israele non è bello, perché viene dall'idolatria ed il paese è pieno di ciechi, perché gli idoli ci accecano. Quando un uomo si fa un'idolatria e si fa un idolo (un'ideologia) e chiede la felicità a questa immagine, a questo idolo che è una falsità, che è una bugia, che è un demonio, questo diventa cieco alla volontà di Dio. Nel senso che l'uomo non vede l'amore di Dio perché sta chiedendo l'amore a questo idolo. Così gli idoli ci trasformano in ciechi, in sordi, non ascoltiamo, non sappiamo ascoltare Dio. Il piano che Dio ci vuole realizzare nella storia non ci interessa. Per esempio, un uomo sta per ammazzarsi, o si sta condannando, o è pieno di superbia e Dio permette che abbia un cancro perché si possa salvare, perché (la malattia) lo porti ad una riflessione profonda su quello che sta facendo. Ma questo uomo, come ha l'idolo della salute, per esempio, non accetta, non sopporta, non ascolta, è cieco, non sopporta questa malattia. Questo è quello che ha l'idolatria, gli idoli. Dicono i rabbini che quando venne Israele dall'Egitto erano idolatri, erano stati sotto gli idoli. Questo paese era pieno di ciechi, di paralitici, di zoppi, di sordi, e Dio fece un miracolo a Israele che è sua sposa. Parlò, e tutti ascoltarono, non ci sono più sordi. Tutti videro la Parola con le fiamme di fuoco che scendevano su essi: non ci sono ciechi, non ci sono sordi, tutti divennero uno. In modo che, come sapete, dopo i profeti e dopo l'Esilio, già i profeti parlano che il Messia che verrà farà i miracoli dell'Esodo centuplicati. Per questo motivo il Messia che verrà, che cosa farà il Messia?. Dunque lo sapete. Al precursore, San Giovanni Battista, dopo che ha detto "agnello di Dio che togli il peccato del mondo", lo mettono in prigione e sta in crisi totale. Mandò i suoi discepoli a domandare a Gesù Cristo: ma sei tu?. Ora dubita che sia questo il Messia. Perché tutte le crisi sono molto importante nella nostra vita, vero? Così, domandano a Gesù Cristo: "sei tu quello che deve venire o dobbiamo attenderne un altro"?. E dice loro Gesù Cristo: "dite a Giovanni: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondi, i sordi sentono". Questo è molto importante, perché quando appare Gesù Cristo i ciechi vedono. Che cosa è quello che vedono i ciechi? Che cosa è quello che vede un cristiano? L'amore di Dio nella sua storia. Che cosa è quello che ascoltano? La Parola di Dio che non è soltanto quella che ascoltiamo in Chiesa, ma è la Parola che illumina la storia, perché noi realizziamo l'essere cristiani nella storia. Abbiamo superato la religiosità naturale, i religiosi naturali hanno il luogo sacro che è il tempio ed il mondo che è profano. Allora esiste una dicotomia tra vita e liturgia, tra religione e vita. Non così noi "perché arrivano già i veri adoratori che il Padre mio cerca, quelli che adorano Dio in spirito e in verità". Che cosa è adorare Dio "in" spirito e verità?. lo dice lo stesso incontro con la Samaritana: non si adorerà "oramai più Dio nel tempio di Gerusalemme né sul Monte Garizim".

Tutti i popoli stanno cercando un axis mundi: quel luogo dove Dio realmente, se tu vai in peregrinazione in quel luogo, Dio ti ascolta e tutto quello che gli chiedi te lo dà. È il luogo dove salgono e scendono gli angeli, questo significa che l'uomo chiede a Dio una cosa ed un angelo porta fin sopra la preghiera e dopo discende con la risposta. Per questo motivo già Giacobbe, nella scala di Giacobbe, vedeva che quel luogo era per eccellenza il luogo santo perché salivano e scendevano gli angeli. Gesù Cristo dirà che Lui è quel luogo, perché tutta la Scrittura ha un'unità perfetta, tutta. Spero che Dio dia questa unità ai cristiani che ci faccia conoscere profondamente la Scrittura e l'unità che esiste in questa. Gesù Cristo gli dice: "donna, è giunto il momento, ed è questo, in cui arrivano i veri adoratori che il Padre mio cerca, quelli che adorano Dio in spirito ed in verità", perché Dio è spirito. Dio è adorato in spirito, la risposta a questo lo dà dopo lo stesso testo. Perché dicono (i discepoli) a Cristo, "Rabbì mangia, mangia", e dirà Cristo: "io ho un cibo (da mangiare) che voi non conoscete, mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato", di fare la volontà di Dio. Si domandano i Padri della Chiesa quale è la scienza dei Santi. Quale è la scienza dei Santi? L'umiltà, no! L'obbedienza, la santità, la carità, no! È fare la volontà di Dio. E come ti mostra Dio la sua volontà? Nella storia, con gli avvenimenti. E quale è questa volontà di Dio? Perché dice Cristo: "guardate i campi, sono già pronti per la mietitura, vi ordino io di mietere ciò che voi non avete lavorato, altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro, perché in voi si realizzi quel proverbio che si diceva tra la gente, che è duro seminare nel freddo e dopo viene un altro che non ha lavorato e che non si è alzato alle quattro del mattino e che non ha patito il freddo, arriva tranquillamente senza avere lavorato e raccoglie il frutto, ciò è duro". Chi ha seminato? Cristo ha seminato col suo sangue, ha preparato i popoli a ricevere la salvezza. Tutti gli uomini, tutti, sono predisposti e per questo motivo non bisogna avere paura. L'Europa spera da noi, dai cristiani, una nuova evangelizzazione. Il problema è dove sono i cristiani? Questo è il punto.

C'è allora una bellezza. Già in Israele si aspetta il Messia che venga a realizzare questa bellezza. Quale è questa bellezza? I ciechi vedono... i cristiani. Allora che cosa è la Chiesa? Il corpo di Cristo resuscitato dove i cristiani ascoltano, vedono Dio nella loro storia, ascoltano la sua Parola che illumina la loro storia, camminano per salvare il mondo. Erano morti e sono stati resuscitati alla vita. Allora, deve apparire la comunità cristiana. Questo è quello che tenta di fare il Cammino: fare comunità cristiane dove si manifesti la bellezza di Cristo che è Cristo che salva al mondo. Perché? Perché questi cristiani mostrano al mondo che Dio è amore, facendo si che la sua volontà trasformi il mondo, perché tutto quello che ci circonda della bellezza di Dio è amore per noi. Vedete, sul monte Sinai Dio dice: "Amerai Dio con tutto il tuo cuore".

Nel Cantico dei Cantici: "Come sei bella amata mia, amica mia come sei bella. Sei bella come Gerusalemme Che belli sono i tuoi piedi nei sandali, figlia di principe. Le curve dei tuoi fianchi opera di una mano di artista.. ". Badate a quello che dice la Scrittura, la stessa cosa che io dicevo di questa ragazza. Dio ha fatto la donna come un'opera d'arte; la curva, solamente un artista sa fare una curva perfetta, bella. È come una ascesa. L'uomo è stato creato per essere amato come una sposa. Dio l'abbellisce. E qui dico un'altra pennellata. Oggi si parla di mondo globale, di globalizzazione, di villaggio globale, (termine) che ha coniato anche Mc Luhan che c'è un'unica cultura (monocultura). C'è una cosa nell'Apocalisse che è molto importante e ve la leggo. Spero di suggerirvi alcuni cose, darvi chiavi (interpretative) in questo incontro. Dice l'Apocalisse: " Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: «Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra». (Ap. 17, 1-5) Più avanti gli chiede che gli spieghi che cosa sono quelle visioni e gli dice: " «Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue. La donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra». (Ap. 17, 15. 18.) Cioè, chiama la gran città e la chiama in un altra parte Babilonia, Egitto, Roma, New York. New York, oggi lo spirito della gran città, la gran città che domina le nazioni della terra, il mondo, la gran città. L'Islam si sente minacciato dalla potenza di questa grande città ed abbatte le torri di New York. Io ho avuto un incontro a New York, coi vescovi, su questo tema.

Quanti aborti nel mondo, 300 milioni in Cina. Aborti, eutanasia in Olanda, da tutte le parti, quante abominazioni. A volte si sta toccando l'Albero della Vita con la clonazione, con la genetica. Che cosa sta succedendo? La grande città che ci "hanno cambiato l'acqua". C'è una monocultura. Mi ricordo di aver fatto un viaggio in l'Asia, per visitare le comunità. Il Cammino Neocatecumenale è diffuso in tutto il mondo. Ci hanno chiesto di incontrare le comunità della Corea, del Giappone, della Tailandia. E la prima volta rimasi impressionato nel vedere che, in fondo, e la stessa architettura, un unico architetto, uno stava a Tokyo, dopo era a Seul, dopo stava in Cotaquinabalo.... Tutte le città erano uguali, tutto era uguale. Le ragazze vestivano tutte la stessa cosa, con blue jeans, gli stessi film, da tutte le parti.... Che cosa succede? Hanno rinunciato alle loro culture? C'è qui una sola cultura? Tutto è uguale. È impressionante. Fa' un viaggio di città in città per tutta l'Asia e rimarrai spaventato. Che cosa sta succedendo? Bisogna saper riflettere. Di fronte a questa grande città, nell'Apocalisse si parla di un'altra grande città, la Gerusalemme celeste, che discende del cielo adornata come una sposa, splendente di bellezza, come una pietra splendente. Questa Gerusalemme celeste..., "sei bella come Gerusalemme", dice il Cantico dei Cantici. In che cosa consiste questa bellezza? E che cos’è la Chiesa? È Cristo! Cristo!… Io sono Cristo. Dice San Paolo “non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me" (Gal. 2, 20). I cristiani hanno ricevuto la natura di Cristo. Cristo abita in noi. Dice San Paolo: “Caritas Christi urget nos… L'amore di Cristo - ci urge - ci spinge al pensiero che se uno è morto per tutti, tutti sono morti"… (2 Cor 5,14) Dice: "morì per tutti". perché Cristo morì per tutti? "Affinché quelli che vivono, non vivano più per se stessi"… cioè, guardate all'antropologia di San Paolo. Per San Paolo gli uomini sono come condannati a vivere tutto per se stessi. E questa di vivere tutto "per se”, secondo San Paolo è una condanna. Diciamo che l'uomo che si separa da Dio si fa il dio di sé stesso ed il peccato di essersi separato di Dio gli porta a vivere la realtà in una cosmogonia dove il suo “io”, lui, è dio. Allora, lui vive tutto, la realtà la vive, in funzione di questo “io” da soddisfare, che pensa essere il bene, essere la verità, (vivere) da se stesso. È come condannato a sé stesso. E che cosa succede all'uomo? Perché San Paolo considera questo una condanna che l'uomo e condannato ad offrirsi tutto a sé stesso, a vivere tutto in funzione di se stesso? Un ragazzo giovane di quindici anni, di sedici, che ha lasciato la Chiesa, come vive la realtà? Dunque, è lui tutto, (vive) giudicando suo padre che lo considera un fascista, sua madre… i suoi amici sono…. Tutto vive dal punto di vista del suo “io”. Va all'Università e vive tutto in funzione del suo io: questo professore mi piace, quel professore non mi piace… questo mi interessa, quello no… Infine, vive tutto in funzione di una cosmogonia nella quale lui è centro di tutto. Ma questo essersi separato da Dio, lo fa il dio di sé stesso, questo....

Sapete che il peccato originale ha provocato una ferita profonda, qualcosa che Kierkegaard chiama "la morte dell'essere, la morte ontica". L'uomo, essendosi separato di Dio, avendo obbedito al demonio che ti dice che Dio non esiste perché ti castra, perché ti impedisce di fare questo e questo altro… "No! Tu non morirai” dice il demonio ad Eva: "Dio sa molto bene che il giorno che tu ne mangi sarai come Dio, conoscerai il bene e male. Dio è geloso, non vuole che ti realizzi”. Allora, Eva si dice: "è vero, se io faccio questo se provo, ho un'esperienza e non ho bisogno più che i preti mi insegnino, che nessuno mi insegni … Io stesso ho esperienza del bene del male, “io” stesso posso diventare una cosmogonia, “io” decido, sono libero, sono dio". "Rompete le tavole", diceva Nietzsche. Tutti l'abbiamo fatto, abbiamo rotto le tavole, io lo feci. Ci siamo affermati… Ma, attenzione, noi sappiamo che dopo esiste una cosa molto profonda. L'uomo, essendosi separato di Dio, sperimenta la morte del proprio essere perché la parola "persona", il nostro essere persona, viene del greco, la radice di persona è la stessa radice che quella di personaggio di un'opera teatrale. Cioè nel teatro, tu fai il principe, tu sei la regina… Vero? Hai un ruolo, una missione, un posto, un luogo. Bene, e se il demonio ti dicesse che non c'è opera teatrale, non c'è ruolo, chi sono io? Che cosa devo fare nella vita? Perdo la dimensione, il mio essere persona non ha nessun riferimento. Ora voglio essere… voglio essere per la mia fidanzata, essere per i miei genitori, voglio essere… essere come artista, essere come letterato, essere come poeta, voglio essere… Ma l'essere persona sta sempre in relazione con l'amore e (l’amore) a qualcuno. E quando questo giovane scopre che in fondo i suoi genitori non hanno (verso di lui) attenzione, perché sua madre ha divorziato tre volte, suo padre ogni volta che lo vede è perché gli dia cento euro… che non è per nessuno… poi si spara. Ogni sessanta secondi si ammazza un uomo nel mondo. La quantità di giovani che si suicidano è enorme. Un ragazzo, questo è vero… mi ricordo che raccontava di una esperienza in Svezia…. Venivano dai Giochi Olimpici di Helsinki… c'era una ragazza carina, svedese, che era seduta sulla ringhiera di una imbarcazione, così di spalle. E questi due spagnoli stavano parlando e all'improvviso, questa ragazza, ad un certo punto, si slega e si getta in mare… rimasero impressionati… stavano commentando di come era bella la ragazza. Vanno di corsa dal capitano e gli dicono di fermare l’imbarcazione perché la ragazza è caduta in mare… Come? Fermare la barca? Uh… Se dobbiamo fermare la barca per ogni giovane che si suicida, non arriveremmo mai a Stoccolma. L'acqua è a meno cinque gradi, cosicché in cinque minuti è già morta… Si ammazzano! L'essere dell'uomo, l'essere più profondo dell'uomo, è morto. Allora l'uomo vuole essere, essere… Ma qui sta il problema. Per quanto voglia essere artista, trionfare, ed essere per gli altri ed essere per sua moglie ed essere per i suoi genitori, c'è qualcosa che non può fare ed è uscire da sé stesso, donarsi… Darsi, amare, amare… perché non può amare? E lì sta il punto, il "Kerigma". non può amare perché ha sperimentato la morte. Amare l'altro significa annientare il mio io, crocifiggere il mio io affinché appaia un “tu”.
Io si iscrive con la "y" greca, e la "t" di tu è una croce. Ammazzare il mio io, crocifiggere il mio io. Come crocifiggo il mio io per questo uomo se io ho paura della morte? Come posso ammazzare il mio io se io non ho vinto la morte?. Allora, la nostra relazione ha sempre un punto di incontro: la morte. Quando appare "la morte", non posso passare. Allora, mi devo separare, si sposano e si separano. Ma se si separano non è perché siano cattivi, bensì è perché non ne possono più, perché la morte che hanno dentro, la morte dell'essere, quello che chiamava Kierkegaard "morte ontica", fa loro vedere quando appare la sofferenza, il conflitto nel matrimonio, fa loro vedere che è come un specchio, come un riflesso della morte più profonda. E questo non possono sopportarlo. La morte dell'essere nel più profondo dell'uomo fa si che la sofferenza non abbia senso. La sofferenza umana non ha senso perché non ha senso l'uomo. E non ha senso l'uomo perché non ha risolto il problema esistenziale della morte. Per questo motivo, nelle città moderne gli anziani bisogna eliminarli, portano lontano gli ospedali. Si ha terrore di soffrire. Perché c'è una malattia dell'uomo profonda che sta nell'essere più profondo dell'uomo.

Per questo motivo la Lettera agli Ebrei dice: "Fratelli, Cristo partecipò della carne e del sangue"… perché? C'è una sintesi profonda di cui parla San Cirillo di Alessandria ed i Padri della Chiesa, … Quelli che stanno in Cammino lo sanno molto bene, ma altri, magari è la prima volta che la sentite. E c'è qui una sintesi. Bisogna conoscere i Padri della Chiesa. Noi, dovendo aprire un Catecumenato nella Chiesa, abbiamo dovuto essere tecnici, studiare a fondo l'iniziazione cristiana, nei Padri, nella Chiesa primitiva. Sentite quello che dice l'Epistola agli Ebrei. Dice nel capitolo secondo, al versetto quattordici, dice: "Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per paura della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita”. Secondo questo testo gli uomini sono sommessi alla schiavitù del demonio per il terrore che hanno di soffrire, di morire. Benché non l'abbiano concettualizzato. Il terrore che hanno dentro, la morte che hanno dentro, il non essere più profondo, fa si che non abbiano risposta alla sofferenza, al cancro, ad un conflitto con la donna, ad un problema con un figlio, quando a uno gli hanno tolto del lavoro… Quando appare la sofferenza, per la paura che hanno gli uomini della morte, sono sommessi al demonio, obbediscono al demonio. Come…? Dunque, divorziando, trovandosi un amante, bevendo, assumendo droghe, scappando dalla sofferenza. Allora, che cosa fa Gesù Cristo, come libera l'uomo…? Allora, bisognerebbe curare dentro l'uomo, bisognerebbe togliergli la morte ontica. Come fa Cristo a togliere il terrore alla morte? "Cristo è risorto!", grida la Chiesa russa, "Cristo è risorto!". "Veramente è risorto", grida tutto il popolo… Allora, Cristo vince la morte, toglie al demonio il potere che ha sulla morte. Sto parlando di cose esistenziali, reali. Non sono moralismi né sono cose pie. Bene, io dico: "Cristo è risorto!"… "Alleluia", grida la Chiesa. Ed a me che mi importa che Cristo sia risuscitato. Non è immanente questo… No, no, non assolutamente… La teologia che ha cercato di togliere il peccato originale e fare un'immanenza del cristianesimo è falsa ed eretica. È molto profondo. Come mi arriva questa vittoria di Cristo sulla morte? Egli è morto per me, è risorto dalla morte per me, è salito al cielo ed intercede per me davanti al Padre. Perché intercede per me? Per quale motivo intercede per me? Affinché io possa ricevere dal cielo un spirito nuovo. C'è qui la fede, la fede… La fede salva il mondo. E come arriva questo spirito a me? Attraverso la stoltezza della predicazione. Per questo motivo io ho lasciato la pittura. Guai a me se non evangelizzasse, perché Dio ha voluto salvare il mondo, non cambiando le strutture, ma attraverso la stoltezza della predicazione.

Dice l'Epistola ai Corinzi: "i greci cercano sapienza, gli ebrei, segni, ma noi annunciamo Cristo e Cristo crocifisso". Guardate, Cristo… questo è l'immagine della libertà, questa è l'immagine della libertà, (mostrando il crocifisso che porta in mano). Cristo crocifisso. Perché se seguite l'argomento che stavo dicendo, gli uomini soffrono… soffrono per una sola ragione, perché non possono amare così. Perché noi diciamo che il peccato originale non ha distrutto la natura, non siamo protestanti. Dice San Paolo che l'uomo conosce realmente il bene, sappiamo tutti che amare è la verità. Dice San Paolo nell'Epistola ai Romani, nel capitolo sette: “mi trovo a compiere il male che non voglio fare". Se io non sono, chi lo fa?. Il peccato che abita in me, l’essermi separato da Dio e l’essermi fatto dio di me stesso. Questo peccato che abita in me, nella mia carne. "E chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Gesù Cristo che ci ha liberati"... . Allora, Gesù Cristo ci invia dal cielo… Come ho detto prima, lo spirito di Cristo dà testimonianza. E come posso io ricevere questo spirito? Come posso riceverlo? Mediante la stoltezza della predicazione. Ora io sto predicando, vero? Adesso sto predicando il "Kerigma"… Questo signore qui con gli occhiali… questo fratello… o questo prete… forse ha bisogno di una parola… perché è un grande peccatore… Bene, dice un'altra cosa profonda l'Epistola agli Ebrei: "Cristo è l'immagine, l’impronta della sostanza divina". c'è Qui una parola filosofica "sostanza", difficile da comprendere. A Dio nessuno l'ha visto. Sostanza, sostanza divina… "Cristo è immagine, impronta della sostanza divina"… Impronta, che cosa è l'impronta? È come il sigillo di un anello che metto sulla cera lacca lasciamo un'impronta nella cera. Cristo crocifisso è l'impronta della sostanza divina. Guardate questa croce. Se io ti dico che questo è l'impronta di Dio, tu che vedi? Io, niente, qui vedo un fantoccio di bronzo… Che cosa è questo? Impronta della sostanza divina. Vuole dire che la sostanza… che cosa è questo? È il calco di un fatto… che Cristo ha dato la vita per te. Ed ora ripeto a questo ragazzo e questo prete… Cristo ha dato la vita per te!. Non quando tu eri buono, ma quando eri un malvagio, un peccatore, quando eravamo nemici di Dio… allora (questo crocifisso) è quando ha dato la vita per te. La gente crede che Dio a te non ti ami perché sei un malvagio… Se abbandoni il peccato, Dio ti ama, se no, non ti ama. Questo è falso! Completamente falso. È esattamente il contrario. Cristo ha dato la vita per noi quando eravamo nemici di Dio, peccatori. Cioè, che la sostanza divina è che ci ama, ci ama con un amore totale… Totale quando siamo peccatori, malvagi… in modo che la nostra malvagità non può separarci mai da Dio, il peccato non ci potrà mai separare da Dio. Perché diede la sua vita quando eravamo peccatori… in modo che questo è qualcosa di profondo… Allora, la natura di Dio è amarci, ci creo per essere amati, per essere amati da Lui. Allora, diciamo così: che mentre io sto parlando ora, la stessa essenza divina è stare in questo uomo e non c’è, non c’è adesso, per esempio. Non c’è… sta in questo? sta in questa ragazza? C’è …? C’è Dio? Se Dio discendesse con la sua gloria, col suo spirito…. Ma credete che sia facile? Che discenda lo Spirito Santo su questo uomo (segnalando un assistente della conferenza), e che lo abiti la Santa Trinità, come in un tempio? Dimostralo se hai la vita eterna dentro… Perché quando fummo battezzati ci fu domandato: "Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio"?. E disse il padrino: "la fede". "E che cosa ti dà la fede? La vita eterna". Ah! Allora Cristo, inviandoci lo Spirito Santo ci dà vita eterna, vita che ha vinto la morte, che non muore mai più. Abbiamo vita eterna… Non vita eterna domani, no… Ora, ora….

Dice San Giovanni "Chi odia suo fratello è un assassino e nessun assassino ha vita eterna dentro". Ora… questo fratello ha vita eterna? Che lo dimostri… Questo è il catecumenato della Chiesa primitiva. Perché nella Chiesa devono stare quelli che hanno fede… e la fede è un dono, te la dà Dio. Non è questione morale, non stiamo parlando che tu sei buono o brutto… no, assolutamente. Se questo fratello viene al catecumenato, per esempio, e risulta… sì… quello viene alle catechesi e viene nelle nostra comunità, ma Dio non gli ha dato la fede, non ha dentro la natura divina. Io che colpa ne ho? Dio non lo trovò degno di dargli la fede "perché la fede non è di tutti", dice San Paolo. Questo non ha niente a che vedere con la salvezza eterna, né con la condanna eterna. Questa è una stupidità…. questa è una stupidità. Realmente la cosa importante è che questo fratello abbia la natura divina. Perché se Dio gli ha dato la sua natura, questo si mostra rapidamente E come? Nelle opere. Quali opere?? Opere di vita eterna. E quali sono le opere di vita eterna? Ah…! Molto interessante. È pregare? Pregano più gli Ebrei e i Mussulmani di noi. È essere onesto…? Un comunista può essere onesto. Quali sono le opere di vita eterna? Sarebbe interessante domandarlo. Perché su questo ora vedremo che significa essere cristiano. Ora capiremo che cosa significa salvare il mondo, come si evangelizza l'Europa, come si fa una Università cristiana, con cristiani. Quali sono le opere cristiane? "Amatevi come io vi ho amati. In questo amore il mondo saprà che siete i miei discepoli… ". "Padre, come noi siamo una cosa sola, come tu sei in me e io in Te, siamo essi uno in noi… affinché il mondo creda." (Cfr. Gv. 17, 22-23) Gesù Cristo ha fatto una cosa grande, ha condotto l'umanità, l'ha salvata dalla morte e l'ha introdotta nella Santa Trinità… Diciamo così, è come se adesso, tutte le lampadine di questa casa si fulminassero perché ci sono alcuni guasti elettrici e tutto è al buio e qualcuno sale in alto per cambiarle e le cambia e le riaccende tutte. Cristo fece qualcosa di simile.

Introdusse la natura umana dell'uomo nella Santa Trinità e, affinché lo capiate bene, osservate questo che dice San Paolo: "non soltanto esiste il giardino dell'Eden", non soltanto esiste il Monte Sinai come un giardino dove appare un albero, uno sposo, una sposa che è l'assemblea dell'Israele. No, c'è un altro giardino, dice San Giovanni. È il Gólgota… c'è un giardino, c'è una tomba, c'è un giardiniere, che è Cristo. E c'è una donna che sta piangendo, c'è lì un indicazione profonda di San Giovanni. San Giovanni è molto profondo in tutta la tradizione ebraica: e anche questo giardiniere (come Adamo) dà il nome a questa donna. Maria Magdalena sta piangendo, era stata una prostituta, una donna pubblica peccatrice. Piange e dice: “hanno rubato il corpo. Se l'hai preso tu, dimmi dove l'hai messo". "Donna perché piangi"… Lei credeva che fosse l'ortolano, il giardiniere… Allora Gesù la chiama, dà il nome a Maria. Bisogna annunciare la Buona Notizia. Cristo porta su al Padre…(la nostra natura umana). "Non mi toccare". Perché dice "non mi toccare?" Perché? Lo sapete? No, perché se leggete Matteo, Matteo quando l'angelo dice alle due donne che vadano in Galilea che la lo vedranno, uscendo correndo, Cristo stesso appare e dice loro che vadano in Galilea e l'abbracciano… Cristo Resuscitato non dice loro che non lo abbraccino, lo toccano, l'abbracciano e si lascia toccare… perché qui non dice: "non mi toccare?". Perché dice San Giovanni una cosa molto importante. Voglio dire… andiamo a San Paolo e vedrete quello che dice. San Paolo dice che "l'amore di Cristo ci spinge al pensiero che se uno è morì per tutti, pertanto tutti sono morti ed è morto per tutti perché tutti non vivano più per se stessi, ma vivano per colui che è morto ed è risorto per loro". Questo è fantastico. Se ti ha incontrato Cristo, oramai non sei più solo. Ti ha incontrato Cristo. Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me, è apparso l'amore. Perché tutto il Cantico dei Cantici e anche San Giovanni della Croce l'applica all'anima, l'anima (che oggi la vogliono disfare all'anima, già non esiste). Attenzione, eh, che nella traduzione greca sta l'anima. Dice "ed è morto per tutti perché tutti non vivano più per se stessi, ma vivano per colui che è morto ed è risorto per loro". cosicché d'ora in poi non conosciamo più Cristo secondo la carne e se conoscemmo Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Perché metto in relazione questo testo con "non mi toccare nella carne." Dice: "pertanto chi è in Cristo è una nuova creazione, le cose vecchie sono passate, ne sono apparse di nuove". Che cose nuove sono apparse? Che cose sono apparse ora? La grazia dello Spirito Santo in noi. Ora conosciamo Cristo in una maniera molto più profonda che nella carne… non mi toccare…"… Ora abitiamo nella Santa Trinità in Cristo. Cristo abita in noi in un'unità perfetta. Siamo uno in Cristo. E questo la morte fisica non può dividerlo. Posso morire ora in un incidente, nella vecchiaia., siamo uno in Cristo, in una forma profonda. Questo San Paolo ce l'ha chiaro. Se conoscemmo Cristo nella carne… Ma, il problema quale è? Allora, finisco dicendo una cosa importante: nuovi tempi. Guardate, io ho una frase di Giovanni XXIII che ho messo nell'introduzione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale. Giovanni XXIII che fu un gran Papa… I Papi hanno il dono profetico, quanti battezzati siamo profeti, siamo re e siamo sacerdoti. Bene, il Papa in modo più grande… Il Papa Giovanni XXIII nella Costituzione Apostolica Humanae Salutis del 25 dicembre 1961 che inaugurava il Concilio, annunciava a tutta la Chiesa il Concilio il Vaticano II, dice così:
"la Chiesa assiste oggi ad una crisi in atto in tutta la società. Mentre l'umanità si trova alla soglia di un'era nuova", (ci troviamo alla soglia di una nuova era). Badate, nell'anno 61, è profetico questo. Giovanni XXIII dice: "mentre l'umanità si trova alla soglia di una nuova era, compiti di una gravità immensa aspettano la Chiesa, come nelle epoche più tragiche della sua storia. Si tratta di mettere in contatto con le energie vivificanti del Vangelo la modernità ,il mondo moderno". Dice attraversiamo l'epoca più tragica… ". per questo motivo si è preparato un Concilio. Lo Spirito Santo sapeva che ci sarebbe stato un cambiamento totale, che sarebbe apparsa la secolarizzazione, e che la Chiesa andava riformata. Per questo motivo, portare il Concilio alle parrocchie è questione di vita o di morte. Di vita o di morte… ancora non c’è il Concilio nelle parrocchie. Continuiamo a dire messe, messe, messe… bisogna evangelizzare i nostri fratelli. È questione di vita o di morte.

Guardate, in Olanda, noi (del Cammino Neocatecumenale) abbiamo aperto un seminario ad Amsterdam ed un altro seminario ad Haarlem … È molto importante quello che sta succedendo in Olanda perché l'Olanda è una nazione cattolica.... Una cosa è la Scandinavia, la Svezia, la Norvegia ed un'altra cosa è l'Olanda perché gli olandesi erano cattolici. Sapete che gli olandesi hanno un carattere speciale perché è un paese sotto il livello del mare ed è pieno di missionari, pieno di pirati…Colsero il Concilio a modo loro ed allora si polarizzò l'Olanda, in una linea molto liberale che ha rinnegato Roma, le parrocchie bisognava darle ai laici, le donne nelle chiese, si separarono da Roma… quasi uno scisma. Oggi stesso non si distinguono più queste parrocchie, la parrocchia protestante da quella cattolica, in tutta la parte nord dell'Olanda. Al sud, per esempio, si resero conto di questa decomposizione totale, perché scomparve il "Kerigma", solamente il sociale, la Chiesa si trasforma in una specie di assistenza sociale che è un orrore… Solo il terzo mondo ed i poveri… Ma questo che cosa è? È come se l'uomo non avesse spirito, come se fosse morto all'interno, non ha niente, bisogna dargli solo una casa, bisogna dargli un lavoro… Tutto questo orrore in questa antropologia meschina, piatta… Allora, la parte del sud, sapete che fa? Rinnega il Concilio. Allora, continuano le messe di schiena alla gente, tutto in silenzio, i preti con le vesti talari… Bene, è venuto il vescovo di Roermond a parlare con me per chiederci un seminario. Io gli dissi che per aprire un seminario "Redemptoris Mater" che è un seminario diocesano missionario, (noi non siamo un movimento, pertanto, non abbiamo preti, né seminari…) è necessario prima fare il Cammino. E come si fa il Cammino? Bene, io ti invio una equipe e tu convochi i parroci. Vennero quaranta parroci, col vescovo presente, e dieci parroci, dopo avere spiegato che cosa è il Cammino, incominciarono il Cammino Neocatecumenale. Il Vicario episcopale ci disse: "voi siete l'ultima chance di questa Chiesa, se falliamo con voi dobbiamo chiudere perché non viene nessuno". Ah! Attenzione… ora non viene nessuno. Quelli che credono che bisogna ritornare alla Chiesa di prima del Concilio e tutto questo… bisogna capire quello che dice qui Giovanni XXIII: "compiti di una gravità immensa".

Ci troviamo in un'epoca di massacri… La società olandese, è tanto forte… Sapete che hanno approvato per legge l'eutanasia a 16 anni? Una madre ha un figlio di 16 anni con un cancro e può ammazzarlo. È approvato dalla legge. Omosessualità… pieni di omosessuali, tutto pieno… Matrimoni di fatto… cioè, c'è una società tanto forte che non rimane nessuno. È una questione di vita o morte portare il Concilio alle parrocchie. Il Concilio ha fatto una nuova fraseologia, ha parlato del corpo, della Chiesa come un corpo. Bisogna fare comunità cristiane dove realmente si dia il cristiano adulto. Perché se appare un cristiano, appare la luce. Un cristiano è la luce. La bellezza di un cristiano mostra con la sua vita l'amore che ha Dio per tutti gli uomini. Perché ascolta, fa la volontà di Dio, capite? per questo motivo non si tratta qui di conquistare nulla, si tratta che si dia veramente il miracolo che cioè appaia la "nuova Gerusalemme" nella Chiesa. Noi siamo una realtà che il Concilio ha suscitato, una realtà che Dio ha suscitato per portare avanti il Concilio. Ora sono venuti centoventi parroci dagli Stati Uniti a visitare tutti i Catecumenium che stiamo facendo nelle parrocchie della Spagna. Stiamo rinnovando le parrocchie, preparandoli alla nuova realtà, per dare una risposta alla società secolarizzata. Il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il cardinale Stafford, ha detto, che il Papa stava al cento per cento dietro al Cammino. Perché il Papa ha visitato a Roma tutte le parrocchie del Cammino. In alcune ci sono venti comunità, tutte piene, piene, coi bambini, perché la comunità recupera la famiglia, salva la famiglia. Allora, abbiamo aperto cinquantatre seminari, migliaia di vocazioni, Da dove? Delle famiglie… La comunità cristiana salva la famiglia… salva la famiglia. Abbiamo famiglie con dieci figli, con dodici figli, con quattordici figli, famiglie cristiane. Come possiamo noi titubare di dare un figlio a Dio se un essere umano vivrà per l'eternità? Un cristiano, un essere umano che vivrà eternamente… Io ho tre figli e nient'altro… Alcuni preti credono che la paternità responsabile è questo: che io decido di avere due bambini… e nego a Dio un essere umano, un figlio di Dio che vivrà nell'eternità. Questo dimostra esattamente... (uomo... nelle circostanze in quello che la Chiesa ti dice che devi essere responsabile...). No. Paternità responsabile significa esattamente il contrario: darti, che significa dare la vita ad un essere umano...

Pregate per me.

KIKO ARGÜELLO