Scrutatio

Domenica, 5 maggio 2024 - Beato Nunzio Sulprizio ( Letture di oggi)

CAPITOLO XXXII. - COME LE VENNE ANNUNCIATA L'ORA DELLA MORTE

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO XXXII. - COME LE VENNE ANNUNCIATA L'ORA DELLA MORTE
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In questo periodo di preparazione al grande trapasso, S. Geltrude aveva preso l'abitudine di ritirarsi ogni venerdì da qualsiasi occupazione esteriore, allegando che aveva bisogno di riposo per non essere disturbata da nessuno. Allora rivolgeva le sue potenze a Dio solo con acceso fervore, e compiva per se medesima tutto quanto si usa fare con le persone che sono in agonia, oltrepassando con infuocato ardore e sante meditazioni, i limiti degli usuali preparamenti alla morte.

Geltrude praticava da tempo questo esercizio, con grande divozione, quando un venerdì, dopo di essersi raccolta, si trovò in dolce riposo di spirito, durante il quale il Signore infinitamente buono, che aggiunge spesso grazia a grazia, le mostrò in una specie di estasi, le felici circostanze che avrebbero accompagnato la sua morte.

Le sembrava di riposare, durante l'agonia, sul seno dei Signore, appoggiata al suo sacratissimo Cuore, come una giovinetta bellissima ed ammirabilmente adorna. Una moltitudine infinita di Angeli e di Santi giunsero giubilanti, portando ciascuno un incensiere che conteneva le preghiere della Chiesa universale, elevandone il profumo all'onore dello Sposo divino e a vantaggio di Geltrude. Mentre questa invocava la Madonna con l'antifona: « Salve Maria, ut te simus similiter - Salve, Maria, facci simili a Te», il Signore chiamò la sua dolce Madre perchè si preparasse a venire a consolare la sua eletta. La Regina delle vergini, sfolgorante di nuova bellezza, s'inchinò e con le sue delicatissima Mani, sostenne teneramente il capo della malata. L'Angelo Custode era anch'egli presente: pareva uno dei principi più eminenti della Corte celeste e si rallegrava della felicità dell'anima che le era stata affidata, S. Michele Arcangelo, essendo stato invocato da Geltrude, si presentò a lei con una moltitudine di Angeli: Egli offerse i suoi servigi e si preparò a difenderla dalle insidie dei demoni che si trovavano là in un angolo della camera, sotto forma di rospi e di serpenti. Erano però in uno stato di assoluta impotenza, tanto che non potevano neppure alzare la testa, o fare il minimo sforzo contro l'anima di Geltrude, senza ricadere tosto, vinti e sconcertati dalla gloria di una sì alta maestà; la malata, a tale vista, provò grande consolazione. Allora il fervente amore che bruciava il cuore di Geltrude parve effondersi dalle sue labbra, sotto il simbolo di una colonna di fuoco, che salì fino al trono della divina Maestà; Le virtù di quella colonna ardente era tale, che la malata non ebbe più bisogno del soccorso angelico, perchè i demoni, terrorizzati e confusi dalla forza: della divozione che esalava dalle sue labbra, fuggivano disperatamente, cercando di nascondersi.

Avendo poi Geltrude invocato tutti i Santi, come, la Chiesa usa fare coi moribondi, essi vennero con riverenza grande ad offrirle i loro servigi. I Patriarchi portavano rami verdeggianti, carichi dei frutti delle loro buone opere e li deponevano intorno alla malata. I Profeti presentavano, sotto forma di specchi d'oro, il dono delle rivelazioni divine che avevano ricevuto; essi li sospendevano si rami di cui abbiamo più sopra parlato, davanti a Geltrude, che ne gustava ineffabili delizie. In seguito venne Giovanni, apostolo, ed evangelista, il discepolo prediletto che Gesù aveva circondato di tenerezza speciale, al quale come pegno d'amore, aveva affidato la Madre sua; Egli mise con tenerezza due anelli d'oro all'anulare di Geltrude. Lo seguirono gli Apostoli che passarono nelle altre dita della malata un cerchietto d'oro, simbolo della fedeltà con cui avevano servito il Signore quando erano in terra.

Dopo di essi í santi Martiri ornarono l'anima di Geltrude di palme d'oro, sulle quali brillavano le sofferenze che avevano patito in terra, per amore di Dio. I santi Confessori le portarono fiori d'oro bellissimi, per significare la volontà perfetta che avevano avuto di servire Dio, secondo la loro possibilità. Le sante Vergini offrirono magnifiche rose, munite di piccoli arpioni d'oro per rappresentare il privilegio della verginità che avvicina e unisce a Dio, col vincolo dolcissimo di un'intima familiarità.

Gesù, Re e Sposo della verginità senza macchia, aveva sulle vesti fiori identici, in numero uguale a quello delle sante Vergini, che avevano partecipato a Geltrude i loro meriti. Quando poi le Vergini in virtù del privilegio della loro innocenza, s'avvicinarono allo Sposo divino, gli arpioni d'oro rappresentanti le virtù particolari di ciascuna di esse, si adattarono perfettamente al fiori che adornavano gli abiti del Signore; da tale avvicinamento le Vergini ritrassero una dolcezza speciale, emanante dalla divinità.

Appena Geltrude fu adorna dei fiori delle Vergini, Gesù si chinò su di lei, ed ella stette a Lui unita con fermagli d'oro che le fecero comprendere le soavi accondiscendenze della Bontà divina. Ella compreso allora quanto sia efficace la protezione delle Vergini e come sia grande il favore che possono procurarci quando si degnano interessarsi benevolmente delle anime.

Le sante Vedove e tutti gli altri Santi le offrirono il frutto delle loro buone opere; sotto la forma di cassettine d'oro. In questi regali dei Santi, l'anima contemplava con gioia tutto il bene con cui ciascuno aveva meritato di piacere a Dio e tale bene si rifletteva in essa, dandole immensa gioia.

I santi Innocenti, nonostante i pochi meriti che sembra abbiano avuto personalmente, non vollero privarla del loro favore; per dare gloria a Dio, che li aveva riscattati col suo Sangue e loro dato il cielo per gratuita bontà, rivestirono Geltrude con lo spendore purissimo della loro innocenza, splendore ammirabilmente accresciuto, per l'unione all'innocenza ineffabile di Gesù Cristo.

Infine il Figlio dell'Altissimo, il Re di gloria, s'inchinò con tenerezza infinita per abbracciare la Sposa che riposava deliziosamente sul suo Cuore. Come il sole nel suo pieno calore assorbe e volatizza la gocciolina di rugiada, così il Figlio di Dio con la sua virtù divina, attrasse quell'anima fortunata, adorna di tutto il bene che i Santi le avevano offerto. Il ferro immerso nei fuoco si arroventa e pare trasformarsi in fuoco, così il Signore, investendola. e penetrandola interamente, la rese simile a Lui.