CAPITOLO XXII. - PUNIZIONE Al DISOBBEDIENTI E AI MORMORATORI
Santa Gertrude di Helfta
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Una persona venne a morire, dopo di avere fedelmente pregato durante la
vita per le anime purganti. Siccome però, a causa della fragilità
umana, non era sempre stata perfetta nell'obbedienza, preferendo talora
i rigori del digiuno e delle veglie e simili austerità, alla docilità
dovuta ai superiori, apparve adorna di diversi ornamenti, sotto i quali
però si celavano delle pietre di peso così grande, che ci volevano
parecchia persone perchè potessero trascinarla verso Dio. Stupita
Geltrude seppe, per divina ispirazione, che quelle che conducevano
quest'anima erano le anime del purgatorio liberate con le preghiere di
quella defunta; gli ornamenti erano le preghiere che aveva recitate per
esse; ma le pietre erano le disobbedienze commesse.
Le disse allora Gesù: «
Queste anime, spinte dalla riconoscenza, non mi permettono di farla
passare da un purgatorio ordinario, per mostrarla poi in tutto lo
splendore della sua bellezza; pure è necessario ch'ella abbia da
espiare le disobbedienze e i tenaci attacchi al suo giudizio».
Geltrude obbiettò: « Ma non ha ella, dolce mio Signore, riconosciuto i
suoi falli prima del trapasso, pentendosene dall'intimo del cuore? Ora
sta scritto: Se l'uomo riconosce i suoi falli, viene da Dio perdonato!
». Egli rispose: « Sì, e
s'ella non avesse riconosciuto i suoi torti, ilpeso delle pietre
sarebbe stato così schiacciante che forse non avrebbe mai potuto
giungere fino a me».
Geltrude si accorse allora che l'anima pareva nascondere sotto i suoi
ornamenti una caldaia bollente, destinata a fondere le pietre e a
scioglierle completamente. Le preghiere da lei fatte per le anime
purganti ed i suffragi dei fedeli dovevano, come buoni servitori,
aiutarla in quella operazione. Il Signore le fece poi vedere il cammino
per dove quelle anime dovevano passare per giungere al Paradiso, sotto
l'aspetto di un'asse stretta e ripida, piena di scabrosità e di
difficile scalata. Coloro che volevano salire dovevano aiutarsi con le
mani e tener fermo l'asse da entrambe le estremità; ciò significa che
bisogna aiutare le anime con le nostre buone opere. Coloro che avevano
meritato l'aiuto degli Angeli in quell'ascesa, ne avevano vantaggio
grande, perchè ai lati dell'asse vi erano due orribili ceffi; erano
demoni che impedivano alle anime di salire. I Religiosi ch'erano stati
obbedienti, trovavano lungo quell'asse una ringhiera, alla quale
potevano affrancarsi per non cadere; ma se Superiori negligenti non
avevano fatto percorrere ai loro sudditi la via dell'obbedienza,
l'appoggio pareva mancare e le cadute erano a temere. Le anime docili
all'obbedienza camminavano con sicurezza, appoggiandosi alla ringhiera,
mentre gli Angeli scostavano gli ostacoli dal loro cammino.
Un'altra defunta apparve a Geltrude con lei orecchie coperte da una
specie di cartilagine, ch'ella toglieva a gran fatica con le unghie;
espiava le colpe commesse, ascoltando parole di mormorazione e di
maldicenza. Di più aveva la bocca foderata interiormente da una pelle
compatta, che le impediva di gustare le dolcezze divine; ciò perché
aveva parecchie volte parlato male del prossimo.
Il Signore le disse che, se l'anima della defunta soffriva tali pene
per colpe commesse con semplicità e delle quali si era amaramente
pentita tante volte, coloro che hanno l'abitudine di commettere quei
peccati, subiscono un castigo assai più grave. Non solamente la loro
bocca è foderata da una grossa pelle, ma questa pelle è munita di punte
che, salendo dalla lingua al palato e discendendo dal palato alla
lingua, le feriscono dolorosamente facendo gocciolare, in modo
disgustoso, una materia nauseante. Non possono perciò essere ammessi
alla divina presenza, perché appaiono odiosi agli abitanti del cielo.
Geltrude allora disse gemendo al Signore: « Ahimè, dolcissimo Gesù, Tu
mi rivelavi, tempo fa, i meriti delle anime; adesso mi mostri
maggiormente le sofferenze dei loro purgatorio! » Egli rispose: « Ciò
avviene perchè allora le anime erano più facilmente attratte dalle
ricompense; ora invece, a fatica, e ben poche sono spaventate alla
vista dei più duri castighi.