CAPITOLO XV. - SI PARLA DELL'ANIMA DEL FRATELLO F. CHE EBBE VANTAGGIO GRANDE DA UNA FERVENTE PREGHIERA
Santa Gertrude di Helfta
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Geltrude pregava un giorno per il fratello converso F. morto da poco e
vide la sua anima sotto l'aspetto di un rospo ripugnante, bruciato
interiormente in modo orribile e tormentato per i suoi peccati da varie
pene.
Sembrava che avesse un gran male sotto il braccio, e, per aggiungere
tormento a tormento, un peso enorme l'obbligava a star curvo fino a
terra, senza poter rialzarsi. Geltrude comprese che appariva sotto
forma di un rospo spaventoso, perchè durante la sua vita religiosa
aveva trascurato di inalzare la mente alle cose divine; capì anche che
il dolore che lo tormentava sotto il braccio era dovuto al fatto che
aveva lavorato oltre il permesso del Superiore, per acquistare beni
temporali e per avere talora nascosto il suo guadagno. Il peso. che lo
schiacciava doveva espiare la sua disobbedienza.
Geltrude, avendo recitato i salmi prescritti per quell'anima, chiese al
Signore se ne avesse avuto vantaggio: « Certo - rispose Gesù - le anime
purganti vengono sollevate da tali suffragi, però preghiere anche
brevi, ma dette con fervore, sono ancora di maggior profitto per esse ».
Un paragone farà comprendere tali parole. Se l'acqua scorre su mani
infangate, a lungo andare si puliranno. Però se si soffregano
energicamente, anche con poca acqua vengono lavate meglio. Così una
preghiera corta, ma fervente, vale di più di una lunga, recitata con
tiepidezza.