CAPITOLO XII. - SI PARLA DELL'ANIMA DEL FRATELLO H CHE FU RICOMPENSATA PER LA SUA FEDELTA'
Santa Gertrude di Helfta
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Geltrude pregando un giorno per un certo converso appena morto, chiese
al Signore dove si trovava. Rispose: « Eccolo! Per le ferventi
suppliche di suffragio per lui rivolte; fu chiamato per prendere parte
al nostro banchetto ». E il Salvatore apparve come un padre di
famiglia, seduto a una tavola dove erano offerte le preghiere e i
sacrifici fatti per quell'anima.
Il fratello defunto, assiso a quel banchetto, aveva però un sembiante
malinconico ed abbattuto, perchè non era ancora abbastanza puro per
essere ammesso alla contemplazione del divin Volto. In certi momenti
pareva rasserenarsi, essendo riconfortato dalla fragranza che sfuggivai
dalle oblazioni poste sulla tavola dal Padre di famiglia.
Geltrude comprese la penosa privazione di quell'anima che riceveva sola
il profumo delle oblazioni provenienti dalla tavola del banchetto,
invece che dalle mani di Dio, il quale le riversa invece sulle anime
beate in pienezza di gaudio. Tuttavia Gesù, spinto dalla sua bontà e
dalle preghiere di parecchi intercessori, poneva su quella tavola
qualche cosa dei suoi propri beni, per allietare il defunto.
La dolcissima Vergine, assisa nella gloria vicino al Figlio suo, vi
deponeva anch'essa la sua porzione, e il defunto ne era assai
consolato, avendo avuta per la Madonna un divozione speciale. I Santi,
ch'egli amava di più portavano pur essi un'offerta proporzionata alle
preghiere che quell'anima loro aveva rivolta, e ai sacrifici grandi o
piccoli, che aveva compiuto in loro onore.
Per tali oblazioni e soprattutto per il fervore delle preghiere fatte
per essa, l'anima del defunto si faceva di ora in ora più serena, essa
levava gli occhi in alto, verso la beatifica luce della Divinità; luce
che basta mirare una sola volta per dimenticare ogni dolore e
immergersi nell'oceano dei beni eterni.
.. Geltrude si rivolse poi al defunto, chiedendo: « Per quale colpa
soffrite di più in questo momento? ». Rispose l'anima « Per l'attacco
alla mia propria volontà, e alle idee personali. perchè anche facendo
il bene, preferivo seguire il mio giudizio, piuttosto che il parere
altrui. Per tale colpa l'anima mia soffre ora una pena così grande che
tutti i dolori della terra riuniti insieme le sarebbero assai
inferiori». Geltrude insistette « Come potremo sollevarvi? ». « Se
alcuno, sapendo quanto io soffro per tale colpa, si sforzasse di
evitarla, ne proverei grande sollievo ». « Intanto che cosa vi consola
di più? ». « La fedeltà, perchè è la virtù che ho meglio praticato in
terra, e anche le preghiere che i miei amici rivolgono a Dio: tanto
l'una come le altre mi procurano a ogni istante il sollievo che reca
all'anima una buona notizia. Ogni nota cantata per me, durante la S.
Messa, mi è dolce refezione. In più la divina clemenza volle, per i
meriti dei miei intercessori, che tutto ciò che fanno con l'intenzione
di glorificare Dio, come lavorare e perfino mangiare e dormire, serva a
mio suffragio, perché, quando ero in vita, li ho serviti in tutti i
loro bisogni con amore e fedeltà».
La Santa chiese: « Noi abbiamo pregato Dio di donarvi tutto il bene
ch'Egli ha operato in noi. - Ne avete avuto vantaggio? - ». E l'anima:
« Moltissimo, perché i vostri meriti suppliscono a ciò che mi manca ».
Geltrude aggiunse « Voi avete chiesto sollecitamente i suffragi dovuti
ai defunti. Ne soffrireste se alcuno, per malattia, ritardasse a
compierli fino a quando è guarito? ». Rispose il defunto: « Tutto
quello che si differisce per un senso di discrezione mi reca un profumo
di tale soavità che mi rallegra dell'attesa, purchè non sia prolungata
per negligenza, o per pigrizia ».
Geltrude chiese un'altra delucidazione: « Durante la vostra ultima
malattia, noi invece di aiutarvi a prepararvi alla morte, abbiamo
pregato e insistito per avere la vostra guarigione: avete dovuto forse
subire qualche pena per questa cosa? ». L'anima riprese: « Nulla ho
sofferto per tale motivo: anzi l'immensa tenerezza del nostro Dio le
cui bontà si estendono a tutte le sue opere, (sal. CXLIV 9) vedendovi
usare tanta carità con me, quantunque foste guidate da sentimenti
umani, mi ha trattato con maggior misericordia ». E la Santa: « Le
lagrime sparse, per semplice affetto, alla vostra morte, vi servono a
qualche cosa? ». Il defunto rispose: « Non più di quello che vale la
compassione che proverebbe una persona vedendo i suoi amici piangere
per lei. Quando però potrò godere la felicità eterna, gusterò per le
vostre lagrime, il piacere che prova un giovane quando riceve le
recitazioni dei suoi amici. Tali gioie le ho meritate perchè,
servendovi con fedeltà, nutrita dalla vostra affezione, avevo l'intento
di piacere a Dio solo ».
In seguito, mentre Geltrude pregava ancora per quell'anima, giunta che
fu nell'orazione domenicale, a quel punto « Perdonate i nostri debiti,
come noi perdoniamo ai nostri debitori » ella lo vide manifestare
un'espressione di grande angoscia. Meravigliata ne chiese la cagione, e
ne ebbe questa risposta: « Quando ero nel secolo ho molto peccato, non
perdonando facilmente a coloro che mi avevano offeso; mostravo loro a
lungo un volto severo, così subisco vergogna intollerabile e grande
angoscia, quando ascolto quelle parole del Pater ». Avendogli Geltrude
chiesto quanto tempo durerebbe quel tormento, ebbe questa risposta: «
Fino a quando la mia colpa sarà cancellata dall'ardente carità che vi
spinge a pregare per me; allora, sentendo quelle parole, proverò
un'immensa gratitudine verso la misericordia dì Dio che mi avrà
perdonato».
Mentre un giorno si offriva il S. Sacrificio per quell'anima, essa
apparve a Geltrude gioiosa e raggiante. La Santa chiese al Signore: «
Ha essa sofferto abbastanza per cancellare tutte le sue colpe?». Egli
rispose: « Ha già offerto
più di quanto si potrebbe supporre se si vedesse uscire dal fuoco
dell'inferno e salire al cielo; ma non è ancora abbastanza pura per
godere della mia presenza. La sua consolazione e il sollievo vanno però
sempre aumentando, a misura che si prega per lui ». Aggiunse il
Salvatore: «Le vostre suppliche non possono raggiungerlo rapidamente,
perchè si è mostrato spesso duro e inflessibile, rifiutando di
sottomettere la sua volontà a quella del prossimo, quando questa non
era conforme alla sua».