CAPITOLO VIII. - SI NARRA DELL'ANIMA DI M. B. CHE VENNE SOCCORSA DAI SANTI
Santa Gertrude di Helfta
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Durante l'agonia di M. B., di santa memoria, Geltrude si raccolse in se
stessa e si sforzò, con la grazia di Dio, di scoprire quanto avveniva
intorno all'ammalata. Dopo un tempo abbastanza lungo, ella potè vedere
soltanto che quell'anima incontrava un certo ostacolo per aver provato
qualche volta, troppa sodisfazione nelle cose esteriori, come per
esempio; di avere un letto adorno di drappi d'oro e di graziosi
arabeschi.
Nello stesso giorno venne celebrata per lei la S. Messa. All'Elevazione
Geltrude offerse l'Ostia Santa per l'anima della defunta e comprese,
senza però nulla vedere, che l'anima era presente. Volle cercarla e
chiese al Signore: « Dov'è ella mai, mio caro Gesù? ». Egli rispose: «
Ella viene a me raggiante di candore ». Comprese che le preghiere
offerte dalle anime caritatevoli per la defunta, prima della sua morte
le erano state così vantaggiose da permetterle l'immediato ingresso in
cielo. Infatti alcune persone avevano avuto la carità grande di
prendere su di loro i peccati della morente per espiarli, e per la
grazia di Dio, le avevano fatto dono dei loro meriti.
Al momento della sepoltura Geltrude pregò ancora per lei durante la S.
Messa. La vide a destra del Signore seduta a un banchetto le cui
vivande erand le preghiere ed i sacrifici offerti secondo le sue
intenzioni.
All'Elevazione, il Signore le presentò quell'Ostia sotto la forma di
una coppa da bere. Appena ella ne ebbe gustato, fu penetrata fino
all'intimo dalla soavità divina. Allora, a mani giunte, con profonda
tenerezza, pregò per tutti coloro che in questa vita l'avevano
contrariata con pensieri, parole, atti, poichè già gustava il merito
acquistato in quelle difficoltà. Avendo Geltrude chiesto, con
meraviglia, perchè mai non pregasse per i suoi amici, rispose: « Le
preghiere pera i miei amici sono tanto più efficaci, in quanto le
indirizzo, con maggior amore al Cuore del mio Diletto ».
Un altro giorno, Geltrude ricordò di essersi spogliata di tutti i suoi
meriti in favore della defunta. Disse con tristezza a Gesù: « Spero che
la tua tenera misericordia getterà più spesso uno sguardo di
compassione sulla mia angoscia e sulla mia nudità ». Rispose il
Signore: « Che posso
fare per chi si è spogliato, a titolo di carità, se non rivestirlo dei
miei stessi abiti e assisterlo, lavorando con esso, a ricuperare al più
presto quanto ha elargito in spirito di carità? ».
E Geltrude: « E' inutile, caro Gesù, che Tu meco lavori: io ti giungerò
senz'altra spoglia di tutto, perchè ho rinunciato ai meriti futuri come
ai passati ». « In
verità - riprese il Signore - una mamma lascia che i figlioli più
grandicelli si vestano da soli, ma il bimbo appena nato lo tiene
stretto fra le sue braccia e lo riscalda col suoi stessi abiti
». E aggiunse: « Seduta come sei alla riva dell'oceano, ti par forse di
essere men ricca di coloro che si fermano alla sorgente dei ruscelli?
». Il senso è chiaro. Colui che ritiene egoisticamente il bene fatto, è
seduto alla sorgente dei ruscelli, ma chi si spoglia di tutto, in
spirito d'umiltà e di carità, possiede Dio stesso, abisso di ogni
beatitudine.