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Venerdi, 3 maggio 2024 - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi)

CAPITOLO LV . - NELLA FESTA DI TUTTI I SANTI

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO LV . - NELLA FESTA DI TUTTI I SANTI
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Nella festa di tutti i Santi, Geltrude ebbe illustrazioni speciali che le svelarono i misteri ineffabili riguardanti la gloria della SS. Trinità, facendole comprendere come Essa che non conosce nè principio nè fine, sovrabbondi di beatitudine e procuri a tutti i Santi gaudio, letizia, onore eterno. Non le fu possibile però esprimere ciò che aveva visto tanto lucidamente nello specchio della divina chiarezza; quindi, servendosi di una specie di parabola, rivelò solo quanto segue.

Il Signore delle virtù, il Re di gloria le apparve, simile a potentissimo Padre di famiglia che, avendo preparato un sontuoso banchetto per i grandi e i principi della corte, vuole invitare anche amici, conoscenti vicini. Infatti, per premiarre l'onore e la divozione con cui la Chiesa festeggia in questo giorno tutti i Santi; Colui che è la sorgente di vita, il principio dell'eterna luce, la sazietà degli angeli, l'autore di tutte le bontà, sembrava introdurre i membri della Chiesa militante fra i cori dei Santi trionfanti nei cieli, dando a ciascuno il posto meritato.

Per esempio, coloro che vivevano perfettamente e col santo timore di Dio nello stato del matrimonio, erano posti fra i Patriarchi; le anime invece che meritarono di conoscere i segreti dei misteri di Dio, erano messe in compagnia dei Profeti; le persone addette alla predicazione e all'insegnamento delle sante dottrine, si trovavano con gli Apostoli, così Ella vide nel coro dei martiri, le Religiose fedeli alla loro Regola. Siccome poi i martiri splendono di una speciale bellezza, e gustano delizie particolari nei membri che hanno maggiormente sofferto per il Signore, così le Religiose sono in cielo a fianco dei martiri e condividono le loro ricompense per le mortificazioni che seppero imporre ai loro sensi. Infatti la mano del carnefice non fece loro versare il sangue, ma nell'olocausto continuo della loro volontà, esse, con la spada di una perseverante mortificazione, seppero fare qualche cosa di più grande, ed offersero ogni giorno a Dio un sacrificio di gradito olezzo.

Prima della S. Comunione, S. Geltrude pregò per la Chiesà; ma non provando alcun sentimento di divozione, domandò al Signore di darle il gusto della preghiera, purchè tale fosse la sua Volontà. Bentosto ella vide apparire diversi colori, cioè il candore della verginale purezza, il colore giacinto dei confessori, la porpora dei martiri, ed altri simboleggianti i meriti degli eletti.

Geltrude volle anch'essa avanzarsi verso Gesù, ma nessun colore le prestava i suoi fulgori. Allora, guidata dallo Spirito Santo che insegna all'uomo ogni scienza (Gal. XCIII, 10), ella ringraziò Dio per tutte le persone inalzate all'onore della verginità, domandandogli per quell'amore che lo ha fatto nascere da una Vergine, di volere per la sua gloria, custodire in perfetta purezza di anima e di corpo, tutti coloro che ha chiamati nella Chiesa al decoro della verginità. Ella vide allora l'anima sua adorna del candore verginale.

Ringraziò poi il Signore per la santità di tutti i Confessori e Religiosi, nei quali Egli si è compiaciuto, fin dall'inizio del mondo, pregandolo di sorreggere nel bene, sino alla, morte, tutti coloro che nella S. Chiesa militavano sotto l'abito religioso: in quel mentre l'anima sua fu rivestita dal colore giacinto. Ringraziò in seguito per le diverse gerarchie dei Santi, pregando per la fecondità della Chiesa, e la sua anima fu adorna dei colori propri a ciascuna di esse. Infine ringraziò e pregò con fervore per tutte le anime che amano Dio, e venne rivestita da un manto d'oro. Si presentò allora al Signore splendidamente adorna dei meriti della Chiesa ed il Signore, rapito a tanta bellezza, disse ai Santi: « Guardate. colei che a me si presenta con un paludamento aureo, fulgido dei più ricchi colori».

Poi aperse le braccia e la strinse al Cuore, sostenendola con grazie speciali, perchè potesse gustare quelle delizie che superavano le umane forze.

Il momento della S. Comunione si avvicinava. Geltrude, estremamente debole, disse al Signore: « O mio Diletto, come potrò io avvicinarmi alla Mensa Eucaristica, così priva di forze come sono, tanto più che non pregai nessuno di aiutarmi? ». Rispose Gesù: « Hai forse bisogno dell'aiuto umano mentre sei appoggiata a me, tuo Diletto, che ti porto fra le braccia della mia divina potenza? Io stesso ti darò la forza di camminare e di sostenerti in piedi ». Infatti venne sorretta dalla grazia, ed ella che da gran tempo non poteva stare ritta, nè fare un passo senza aiuto, si alzò e si diresse spedita a ricevere il Corpo del Signore. Saziata dal cibo celeste, divenne un solo spirito con Dio.