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Giovedi, 1 maggio 2025 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

CAPITOLO LI. - NASCITA DELLA BEATA VERGINE MARIA

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO LI. - NASCITA DELLA BEATA VERGINE MARIA
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Nella Natività della beata Vergine, mentre Geltrude recitava tante Ave Maria quanti giorni quella brillante Stella del mare aveva impiegato a crescere nel seno materno, chiese quali favori otterrebbero le anime che avessero compiuta la stessa divozione, con slancio d'amore.

Rispose la dolcissima Vergine: «Esse divideranno meco ne' cieli, le gioie che ho ricevuto, e che ricevo ancora per le virtù di cui la SS. Trinità volle abbellire ogni giorno l'anima mia».

Durante l'antifona « Ave decus » ella vide aprirsi il cielo. Un magnifico trono, portato dagli angeli, venne deposto in mezzo ai coro. Su di esso la celeste Regina si sedette maestosamente, mostrando col viso dolce e amabile che era pronta a esaudire i desideri della Comunità. I Santi Angeli circondavano il trono e lo sorreggevano con riverenza, prodigando ferventi omaggi alla degnissima Madre del loro Signore. La falange innumerevole degli spiriti celesti si unì ai due cori salmodianti, lodando cogli stessi inni la Sovrana di gloria. Un Angelo stava davanti a ciascuna persona portando un ramo fresco e verdeggiante; questi rami producevano fiori e frutti vari, secondo le disposizioni dellapersona davanti alla quale era collocata. Quando tutto fu finito, gli Angeli volarono a portare festosamente i rami fioriti alla Vergine Maria, e si dìsposero con rispetto intorno al trono della grande Regina per aumentarne la gloria e la bellezza. Geltrude chiese allora alla Madre di Dio: « Ahimè, dolcissima Signora, come sono triste di non poter salmodiare le tue lodi con i cori angelici ». L'amabile Vergine rispose: « La tua buona volontà, figlia mia, supplisce a tutto ed il fervore col quale hai assistito al Vespro per onorarmi, usando secondo la tua abitudine, del melodioso istrumento del dolcissimo Cuore di Gesù, sorpassa di molto ogni omaggio esteriore. Per dartene prova evidente voglio io stessa presentare alla SS. Trinità sempre adorabile, come offerta preziosissima, il ramoscello che la tua buona volontà ha adornato dei fiori più belli e dei frutti più squisiti ».

Durante Mattutino ella vide in spirito come i Santi Angeli riunivano fiori e frutti, cioè le diverse intenzioni, preghiere, sacrifici della Comunità, per offrirli devotamente alla Vergine Maria; i fiori erano più belli, vaghi, fragranti a seconda che ciascun'anima aveva maggiormente lottato e sofferto, con intenzione più pura. Al Gloria Patri del IV Responsorio; Geltrude lodò l'Onnipotenza del Padre, la Sapienza ammirabile del Figlio, la sorprendente Bontà dello Spirito Santo, per la quale l'adorabile Trinità ha potuto, saputo. e voluto formarsi una Vergine così colma di grazia, comunicandole, per la salvezza del genere umano, l'abbondanza della sua beatitudine.

Si levò allora la Madre di Dio, e ponendosi davanti alla SS. Trinità, chiese per Geltrude, da parte dell'Onnipotenza, della Sapienza e della Bontà divina, tutte le grazie possibili a riceversi da una creatura in questa vita. L'adorabile Trinità, accogliendo favorevolmente tale supplica, diede alla Santa una celeste benedizione che la irrorò di mistica rugiada. Al canto dell'antifona: « Quam pulchra es! » Geltrude impossessandosi del Cuore di Gesù, l'offrì a gloria della sua dolce Madre. L'amabile Gesù, figlio unico del Padre, nella sua bontà, mostrò alla sua eletta quanto tale azione gli fosse gradita, e le disse salutandola con un cenno del capo: « A suo tempo ti restituirò nella mia regale munificenza, l'onore che mi hai dato, lodando in mio nome, la Regina del cielo ».

Durante l'antifona: « Adest namque Nativitas - Ecco la Natività » alle parole « Ipsa intercedat pro peccatis nostris - Ch'Ella interceda per i nostri peccati » la Madre di Dio parve offrire riverentemente al suo divin Figlio un rotolo che gli Angeli le avevano presentato, e sul quale erano scritte a caratteri d'oro queste parole: « Ipsa intercedat ». Il Figlio di Dio rispose con tenerezza: « In virtù della mia Onnipotenza, o Madre venerata, io ti accordo il potere di ottenere propiziazione, come meglio crederai, per i peccati di coloro che implorano il tuo soccorso ».

Durante la S. Messa, mentre alla sequenza: Ave praeclara, si cantavano le parole: « Ora Virgo nos illo pane coeli dignos effici - Domanda, o Vergine, che siamo resi degni di questo Pane del cielo », la Sovrana celeste si volse verso il Figlio suo, con le mani giunte, lo sguardo pieno di tenerezza, supplicando grazie per coloro che l'invocavano. Il Signore benedisse tutte quelle anime, con un salutare segno di croce per prepararle a ricevere e a conservare il Sacramento vivificante del suo Corpo e del suo Sangue.

Al versetto « Audi nos, nam te Filius nihil negans honorat - Ascoltaci, perchè il tuo Figlio si onora di nulla negarti», la gloriosa Vergine parve assidersi a lato di Gesù, su di un trono elevato. Geltrude le chiese: « Perchè mai, o Madre di misericordia, non preghi per noi? ». Ella rispose: «Parlo per voi, cuore a cuore, col mio diletto Figliolo»: In seguito venne ripetuto il medesimo versetto. Allora la celeste Sovrana stese la sua dolce mano sulla Comunità, poi si alzò, come attratta dai desideri di ciascun'anima, che accolse e presentò a Gesù.

Al versetto seguente: « Salva nos, Jesu, pro quibus Virgo Mater te orat - Salvaci, Gesù, perchè la Vergine Maria prega per noi », il Signore si alzò a sua volta, si chinò con bontà sulla Comunità e disse: «Eccomi pronto ad esaudire ogni vostra desiderio ».

Mentre Geltrude, felice per la solennità di quel giorno, meditava diversi pensieri, non sapendo quali scegliere, disse alla Madre di Dio: « I motivi per rallegrarci in questa tua gloriosa Assunzione sono innumerevoli, vorrei però sapere dalla tua bontà come gli Angeli in cielo celebrano la solennità della tua nascita, perchè la nostra divozione in terra ne abbia valido accrescimento».

Rispose Maria: « Gli Angeli nella gloria celeste mi ricordano, con gaudio immenso; le gioie ineffabili che gustarono durante i nove mesi che vissi nel seno di mia Madre, crescendo di giorno in giorno, sotto, la loro vigile custodia. Essi infatti vedevano, nello specchio della SS. Trinità, la dignità incomparabile del corpo che allora si andava formando, quale strumento di cui il Signore si sarebbe servito per la salvezza dei mondo; così si facevano un piacere di contribuire al mio sviluppo, diffondendo influssi divini nell'atmosfera e su tutto quello che poteva. influire al mio nutrimento nel seno materno. Gli Arcangeli contemplando nello specchio della Divinità, la sublimità delle mie cognizioni divine, l'intimità e l'unione eccezionale alla quale la mia anima era preparata con attitudini superiori agli Angeli e agli uomini, mi offrivano festosamente il loro ministero. Anche le altre Gerarchie vedendo la somiglianza che avrei avuto con ciascuna di esse, mi offrivano amorosamente i loro servizi a gloria del Creatore. Ora sono ricompensati in cielo, ove. gustano gioie eteme ».

A Compieta, durante la Salve Regina, Geltrude si pentì della negligenza usata nel culto: alla gran Madre di Dio, e pregò Gesù di supplire per lei. Offerse adunque l'antifona per mezzo dei Cuore di Gesù il quale, dirigendo i suoi affetti verso la dolce sua Madre, le presentò tante cannule d'oro quante erano le brame di Geltrude di onorarla. La tenerezza filiale di Gesù per Maria vibrava deliziosamente in quegli strumenti, supplendo ad ogni negligenza della Santa.

Noi pure possiamo ottenere dal misericordioso Redentore, tale supplemento, recitando la preghiera seguente, o altra consimile.

« O dolce Gesù, in nome di quell'amore che ci hai dimostrato, degnandoti di rivestirti della nostra carne e nascere dalla più pura delle Vergini, per supplire a ciò che manca a noi, povere creature, ti scongiuro di riparare per mezzo del tuo dolcissimo Cuore, le colpe tante volte commesse nel culto e servizio della Madre tua, la quale in tutti i bisogni non ha mai cessato di farmi provare la sua clemenza e bontà. Per mostrarle degna riconoscenza, ti prego, amatissimo Gesù, di offrirle il tuo dolcissimo Cuore colmo di beatitudine; mostrale in esso quel divino amore col quale fin all'eternità l'hai preferita ad ogni creatura, scelta per tua Mardre, preservata dalla macchia orginale, ornata di tutte le virtù e di tutte le grazie. Rappresentale tutta la tenerezza con la quale l'hai accarezzata nella tua infanzia mentre ti riscaldava nel suo seno materno.

Mostrale ancora quella fedeltà con cui l'hai obbedita in tutto, quale figliolo, Tu che sei il regolatore del cielo e della terra. Tale fedeltà le dimostrasti soprattutto nell'ora di morte, quando dimentico, per così dire, dei tuoi dolori, compatisti con ineffabile tenerezza la sua desolazione, dandole un difensore e figliuolo, S. Giovanni. Finalmente rappresentale quell'inesprimibile amore che le dimostrasti nel conferirle quella sublime dignità che il giorno dell'Assunzione la innalza al di sopra di tutti i cori degli Angeli, costituendola Regina dei cielo e della terra. Fa, o buon Gesù, ch'Ella ci sia Madre propizia, in vita e, nell'ora di morte, protettrice e amabilissima Avvocata ».

Mentre Geltrude invocava il soccorso della celeste Madre con queste parole: « Efa ergo advocata nostra » le sembrò che la Vergine fosse attratta verso di lei da una forza potente, perchè tutte le volte che s'invoca Maria col titolo di Avvocata, la sua tenerezza materna si commuove in modo tale, da non poter nulla rifiutare.

Alle altre parole: « illos tuos misericordes oculos », la Vergine prese la testa del suo Figlio e la inchinò dolcemente, verso la Santa, dicendo: « Eccoti i miei occhi misericordiosi, io li flssai su coloro che m'invocano per ottenere frutti di vita eterna ».

Il Signore si degnò d'insegnare a Geltrude a ripetere, almeno una volta al giorno, l'invocazione: « Efa ergo advocata nostra, illos tuos m.isericordes oculos ad nos converte », assicurandole un potente soccorso per l'ora di morte.

La Santa offrì allora alla beata Vergine centocinquanta Ave Maria, recitate in suo onore, per ottenere la sua assistenza e tenerezza materna nell'ora del trapasso. Vide tosto quelle preghiere sotto forma di monete d'oro, offerte al Giudice supremo il Quale, a sua volta, le presentava alla Madre sua. Essa le riceveva da fedele economa e le metteva in serbo a una a una per profitto e conforto di Geltrude, la quale all'uscire da questo mondo avrebbe ricevuto dal Giudice divino tante consolazioni quante preghiere aveva offerto alla Madonna.

Comprese ancora Geltrude che, se un'anima raccomanda la sua ultima ora ad un Santo qualsiasi con suppliche speciali, quelle preghiere vengono subito portate al tribunale del Sovrano Giudice e il Santo, che le ha ispirate, ne diventa il custode per mutarle in grazie da dare, al momento opportuno, al suo cliente.