CAPITOLO XLI. - FESTA DELLA GLORIOSA TRINITA'
Santa Gertrude di Helfta
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Nella solenne festa dell'adorabile, sempre tranquilla Trinità, Geltrude
recitò in suo onore questo versetto: « Gloria ti sia resa, o sovrana,
eccellentissima, gloriosissima, nobilissima, dolcissima, benignissima,
sempre tranquilla e adorabile Trinità; Deità una e uguale, prima di
tutti i secoli, ora e sempre ».
Mentre offriva questa preghiera al Signore, il Figlio di Dio le apparve
rivestito della sua Umanità, nella quale è detto minore del Padre. Egli
stava davanti alla SS. Trinità, con la grazia e la freschezza della sua
gioventù, portando su ciascuno dei suoi membri un fiore di tale
bellezza che nulla quaggiù potrebbe darne idea. Questa visione
significava che la piccolezza dell'uomo, essendo incapace di
raggiungere la SS. Trinità, era supplita da Gesù, Verbo incarnato, che
si dice minore del Padre; Egli infatti fa suoi i nostri sforzi, li
nobilita per offrirli in degno olocausto alla suprema e indivisibile
Trinità.
Al momento d'iniziare il Vespro, Gesù presentò alla SS. Trinità il suo
sacratissimo Cuore, tenendolo in mano, quasi fosse una lira melodiosa,
sulla quale dolcemente risuonavano davanti a Dio il fervore delle anime
e tutte le parole dei canti sacri. Coloro che cantavano senza speciale
divozione, per abitudine, o cercando una sodisfazione affatto - umana,
producevano un sordo mormorio sulle corde basse; ma quelle che si
applicavano a cantare devotamente le lodi della SS. Trinità, facevano
risuonare, per mezzo del Cuore di Gesù, un canto soave e melodioso
sulle corde più sonore.
Quando s'intonò l'antifona - Osculetur me - una voce si fece sentire;
usciva dal trono e diceva: « S'avvicini il Figlio mio diletto, nel
Quale ho posto le mie compiacenze, e dia un bacio infinitamente dolce,
alla mia essenza, colma di delizie ». Allora Gesù si avvicinò e diede
il suo dolce bacio all'incomparabile Divinità, a cui solo la sua Santa
Umanità ha meritato di vincolarsi, col legame di una inseparabile
unione.
In seguito il Figlio di Dio, volgendosi verso la Vergine sua Madre, in
onore della Quale si cantava quell'antifona, le disse: « Avvicinati,
mia dolcissima Madre, perché voglio darti un tenero bacio ». Appena
ricevuto quel divino amplesso, ciascuno dei membri della Vergine
appariva adorno degli stessi fiori, di cui Gesù si era mostrato
fregiato, in virtù delle preghiere che Gli erano state offerte.
Egli onorava in tal modo la Madre sua, perchè da lei aveva ricevuto
l'umana natura, le cui membra erano abbellite dai fiori delle nostre
divozioni, e delle nostre povere preghiere.
Ella comprese che tutte le volte che si nominava in questa festa la
persona del Figlio, il Padre lo colmava delle sue ineffabili, infinite
tenerezze che glorificavano meravigliosamente l'Umanità di Gesù Cristo;
gli eletti ricevevano da tale glorificazione nuova conoscenza
dell'incomprensibile Trinità.
Durante le Laudi mentre si cantava l'antifona: Te jure laudant Geltrude
lodò con slancio l'adorabile Trinità, bramando di poter cantare
quest'antifona nell'ora dell'agonia per consumare le sue ultime forze
nella lode di Dio. La risplendente, tranquilla Trinità parve inchinarsi
con amore verso il sacratissimo Cuore di Gesù che, sotto il simbolo di
una lira meravigliosa, arpeggiava suoni dolcissimi. La Santa appese a
quella lira tre corde che armonizzarono subito con l'invincibile
Potenza del Padre, con la Sapienza del Figlio, con la Bontà dello
Spirito Santo, per supplire a tutti i debiti della sua anima, secondo
il gusto della SS. Trinità.
Dopo d'aver cantato Mattutino, con attenzione molto intensa, Ella si
chiese se mai avesse disgustato con qualche negligenza involontaria il
suo Dio, perchè non aveva ricevuto le solite illustrazioni
intellettuali, che la deliziavano durante le preghiera. Ben presto
venne istruita con queste parole: « Se dovessi esaminare la cosa
secondo la bilancia della giustizia, ti direi che hai certamente
demeritato le dolcezze e i lumi spirituali, perchè hai gustato un
piacere tutto naturale, ascoltando la melodia del canto, e seguendo le
tendenze della tua volontà. Riceverai però un premio nella vita futura,
perchè hai preferito le fatiche del mio servizio al tuo riposo».
Nessuna parola umana potrebbe tradurre a parole le grazie e le
rivelazioni ricevute da Geltrude nella solenne festa della SS. Trinità,
festa che le era particolarmente cara. Così ripetiamo, in
ringraziamento di tali benefici, conosciuti solo da Dio, le lodi
riconoscenti che l'Ufficio della S. Chiesa pone sulle nostre labbra in
questo felicissimo giorno.