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Venerdi, 3 maggio 2024 - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi)

CAPITOLO XLI. - FESTA DELLA GLORIOSA TRINITA'

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO XLI. - FESTA DELLA GLORIOSA TRINITA'
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Nella solenne festa dell'adorabile, sempre tranquilla Trinità, Geltrude recitò in suo onore questo versetto: « Gloria ti sia resa, o sovrana, eccellentissima, gloriosissima, nobilissima, dolcissima, benignissima, sempre tranquilla e adorabile Trinità; Deità una e uguale, prima di tutti i secoli, ora e sempre ».

Mentre offriva questa preghiera al Signore, il Figlio di Dio le apparve rivestito della sua Umanità, nella quale è detto minore del Padre. Egli stava davanti alla SS. Trinità, con la grazia e la freschezza della sua gioventù, portando su ciascuno dei suoi membri un fiore di tale bellezza che nulla quaggiù potrebbe darne idea. Questa visione significava che la piccolezza dell'uomo, essendo incapace di raggiungere la SS. Trinità, era supplita da Gesù, Verbo incarnato, che si dice minore del Padre; Egli infatti fa suoi i nostri sforzi, li nobilita per offrirli in degno olocausto alla suprema e indivisibile Trinità.

Al momento d'iniziare il Vespro, Gesù presentò alla SS. Trinità il suo sacratissimo Cuore, tenendolo in mano, quasi fosse una lira melodiosa, sulla quale dolcemente risuonavano davanti a Dio il fervore delle anime e tutte le parole dei canti sacri. Coloro che cantavano senza speciale divozione, per abitudine, o cercando una sodisfazione affatto - umana, producevano un sordo mormorio sulle corde basse; ma quelle che si applicavano a cantare devotamente le lodi della SS. Trinità, facevano risuonare, per mezzo del Cuore di Gesù, un canto soave e melodioso sulle corde più sonore.

Quando s'intonò l'antifona - Osculetur me - una voce si fece sentire; usciva dal trono e diceva: « S'avvicini il Figlio mio diletto, nel Quale ho posto le mie compiacenze, e dia un bacio infinitamente dolce, alla mia essenza, colma di delizie ». Allora Gesù si avvicinò e diede il suo dolce bacio all'incomparabile Divinità, a cui solo la sua Santa Umanità ha meritato di vincolarsi, col legame di una inseparabile unione.

In seguito il Figlio di Dio, volgendosi verso la Vergine sua Madre, in onore della Quale si cantava quell'antifona, le disse: « Avvicinati, mia dolcissima Madre, perché voglio darti un tenero bacio ». Appena ricevuto quel divino amplesso, ciascuno dei membri della Vergine appariva adorno degli stessi fiori, di cui Gesù si era mostrato fregiato, in virtù delle preghiere che Gli erano state offerte.

Egli onorava in tal modo la Madre sua, perchè da lei aveva ricevuto l'umana natura, le cui membra erano abbellite dai fiori delle nostre divozioni, e delle nostre povere preghiere.

Ella comprese che tutte le volte che si nominava in questa festa la persona del Figlio, il Padre lo colmava delle sue ineffabili, infinite tenerezze che glorificavano meravigliosamente l'Umanità di Gesù Cristo; gli eletti ricevevano da tale glorificazione nuova conoscenza dell'incomprensibile Trinità.

Durante le Laudi mentre si cantava l'antifona: Te jure laudant Geltrude lodò con slancio l'adorabile Trinità, bramando di poter cantare quest'antifona nell'ora dell'agonia per consumare le sue ultime forze nella lode di Dio. La risplendente, tranquilla Trinità parve inchinarsi con amore verso il sacratissimo Cuore di Gesù che, sotto il simbolo di una lira meravigliosa, arpeggiava suoni dolcissimi. La Santa appese a quella lira tre corde che armonizzarono subito con l'invincibile Potenza del Padre, con la Sapienza del Figlio, con la Bontà dello Spirito Santo, per supplire a tutti i debiti della sua anima, secondo il gusto della SS. Trinità.

Dopo d'aver cantato Mattutino, con attenzione molto intensa, Ella si chiese se mai avesse disgustato con qualche negligenza involontaria il suo Dio, perchè non aveva ricevuto le solite illustrazioni intellettuali, che la deliziavano durante le preghiera. Ben presto venne istruita con queste parole: « Se dovessi esaminare la cosa secondo la bilancia della giustizia, ti direi che hai certamente demeritato le dolcezze e i lumi spirituali, perchè hai gustato un piacere tutto naturale, ascoltando la melodia del canto, e seguendo le tendenze della tua volontà. Riceverai però un premio nella vita futura, perchè hai preferito le fatiche del mio servizio al tuo riposo».

Nessuna parola umana potrebbe tradurre a parole le grazie e le rivelazioni ricevute da Geltrude nella solenne festa della SS. Trinità, festa che le era particolarmente cara. Così ripetiamo, in ringraziamento di tali benefici, conosciuti solo da Dio, le lodi riconoscenti che l'Ufficio della S. Chiesa pone sulle nostre labbra in questo felicissimo giorno.