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Martedi, 6 maggio 2025 - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi)

CAPITOLO LXXIV. - DIVERSE PERSONE DI ORDINI DIFFERENTI

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO LXXIV. - DIVERSE PERSONE DI ORDINI DIFFERENTI
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I. L'anima paragonata all'aquila.


Geltrude interessava, Nostro Signore alle sorti di un'anima ardente di grandi desideri. Il buon Maestro le rispose: « Dille da parte mia che, s'ella desidera di essere unita pienamente a me, deve costruirsi ai miei piedi un nido formato dalle foglie della sua bassezza e dalle palme della mia dignità; là ella dovrà sempre ricordare che, senza la grazia di Dio, l'uomo è pronto bensì a fare il male, ma lento a compiere il bene.

« Ella penserà frequentemente alla mia misericordia, ricordando che sono un buon Padre, sempre pronto ad accoglierla anche quando, dopo le sue colpe, si pente e torna a me.

« La confidenza le darà le ali per uscire dal nido, ed ella potrà elevarsi fino al mio Cuore, per magnificare con cantici di ringraziamento i molteplici favori ricevuti dalla divina bontà.

« S'ella poi brama spiccare più alto il volo e spiegare ampiamente le ali dei desideri, s'innalzi con slancio rapido come quello dell'aquila al di sopra di se stessa, con la contemplazione delle celesti cose, e sostenga il suo volo davanti al mio Volto. Sollevata sulle ali dei Serafini, coll'audace anelito dell'amore, contempli ella il Re divino nella sua bellezza, con lo sguardo purificato dello spirito.

« Ma poichè la vita presente non è fatta per rimanere a lungo sulle alture della contemplazione, ch'ella potrà raggiungere solo per brevi momenti e rare ore, come dice S. Bernardo, dovrà ben tosto ripiegare le ali col ricordo della sua miseria, e ridiscendere fino al nido primiero per riposarsi nell'umiltà, aspettando che la confidenza la elevi di nuovo fino al mio Cuore, e che la contemplazione la esalti fino alla mia divina presenza; allora ella troverà nuovamente le sue delizie a solcare i campi fioriti dell'amore mediante lo spirito di ringraziamento, per raggiungere nell'estasi le vette della vita mistica. Con questi diversi atteggiamenti, sia che ella entri in se stessa con la considerazione della sua miseria, sia che ne esca per ricevere i miei benefici, sia che si elevi alla visione delle celesti cose, sempre gusterà gioie di Paradiso».


II. Di una persona la cui vita era raffigurata nelle tre dita del Salvatore.


Geltrude si ricordò di un'altra persona che le era stata divotamente raccomandata. Questa aveva passato nel mondo gli anni giovanili, ed era entrata in Monastero già anziana. Geltrude si rivolse dunque verso il Signore per presentargli il suo cuore e ricordargli la promessa fattale, cioè ch'esso doveva servirgli di canale per diffondere i benefici celesti sulle anime che li avrebbero sollecitati umilmente, per sua intercessione.

Subito il Figlio di Dio le comparve su di un trono reale, tenendo in mano il cuore che gli aveva presentato; vide pure la persona raccomandata avanzarsi verso il trono del Signore e inginocchiarsi rispettosamente.

Il Signore stese verso di lei la mano sinistra dicendo « Io la riceverò nella mia incomprensibile Onnipotenza, nella mia imperscrutabile Sapienza e nella mia infinita Bontà ». Pronunciando tali parole, presentava a quella persona tre dita della mano sinistra: l'indice, il medio, l'anulare. Da parte sua essa toccava, con il dito corrispondente quello del Signore; con un movimento rapido, il buon Gesù voltò la sua Mano benedetta, in modo che si trovò al di sopra di quella suddetta persona. Voleva con quelle tre dita e con quel gesto, mostrare tre maniere speciali, adatte per regolare la vita di quell'anima.

I. Desiderava ch'essa, per spirito di umiltà, si sottomettesse in ogni azione, alla Onnipotenza divina, considerandosi come serva inutile, che ha consumato il vigore della giovinezza nella vanità, senza pensare a Dio, suo Creatore, chiedendo la forza per agire rettamente.

II. Desiderava che si confessasse indegna, in presenza della Sapienza imperscrutabile di Dio, di ricevere le dolci effusioni della divina luce, per non avere, dall'epoca della sua infanzia, applicato le facoltà allo studio delle cose divine, ma di essersene servita per pascerne la vanità. Doveva perciò inabissarsi nell'umiltà, sforzandosi poi, in tempi e luoghi adatti, di comunicare al prossimo le ricchezze diffuse dalla divina bontà nell'anima sua.

III. Infine doveva ricevere con fervidi ringraziamenti il dono della buona volontà, dono gratuito accordatole perchè potesse praticare i consigli precedenti.

Il Signore portava all'anulare della mano sinistra un anello di vile materia, che aveva incastonata una gemma preziosa, di colore rosso fiammante.

Geltrude comprese che l'anello figurava la distratta vita secolare di quella persona e che la gemma indicava la divina misericordia che le aveva fatto dono della buona volontà, la quale rende tutte le opere perfette allo sguardo di Dio. Perciò la sua voce, cioè la sua intenzione, doveva ringraziare continuamente Dio per un benefico così segnalato.

Geltrude capì un'altra cosa. Tutte le volte che quella persona, coll'aiuto di Dio, compirebbe un'opera buona, il Signore metterebbe quell'azione nella Sua Mano destra come anello prezioso e lo mostrerebbe a tutta la Corte celeste, quasi per gloriarsi del dono della sua Sposa; con giubilo ineffabile tutti gli abitanti del cielo, stimolati dall'alto, la inchinerebbero, mostrandole amore e riverenza, quale Sposa del gran Re. Di più i beati della chiesa trionfante, che soccorrono coloro che militano in terra, renderebbero a quella persona, secondo il beneplacito divino, i loro servigi, ogni volta che il Signore li inviterebbe a farlo. InfIne tutto il tesoro di beni che la Chiesa trionfante piove sulla militante, verrebbe concesso a quella persona, ogni volta che il Signore, con un cenno d'invito, si compiacesse di permetterlo.


III. Invito a stabilire il nido nel Sacro Costato di Cristo.


Mentre Geltrude raccomandava a Dio una persona, ricevette per la medesima questo regolamento di vita. Stabilito ch'ella abbia il nido nel cavo della roccia, cioè nel Sacro Cuore di Gesù, bisogna che si riposi nella profondità di tale caverna, assaporando il miele della pietra, cioè la benevolenza delle aspirazioni di quel Cuore deificato. Dovrà poi meditare attentamente nelle Scritture la vita ammirabile del Cristo, sforzandosi d'imitarlo specialmente sotto tre aspetti:

I. - Il Signore passava le notti in preghiera: dovrà ella, in ogni tribolazione, ricorrere all'orazione.

II. - Gesù predicava nelle città e nelle campagne: ella cercherà di dare a tutti buon esempio, non solamente con parole, ma con le azioni, il contegno, il tratto.

III. - Il Cristo prodigava i suoi benefici su tutti coloro che a Lui ricorrevano: ella pure compirà, il bene, in questo modo: quando si disporrà ad agire, o a parlare raccomanderà tale azione al Signore, unendola alle opere perfette del Figlio di Dio, affinchè sia regolata, seconda la sua adorabile Volontà, per la salute dell'umano genere.

Terminata l'azione, l'offrirà di nuovo al Signore perché la perfezioni e la presenti al Padre come omaggio di eterna lode.

In seguito Geltrude ricevette pure questo insegnamento. Quando quella persona dovrà uscire dal nido, dovrà servirsi di tre appoggi: sul primo camminerà, sul secondo s'appoggerà a destra, sul terzo s'appoggerà a sinistra.

Il primo appoggio sarà l'ardente carità mediante la quale si sforzerà di condurre a Dio tutti gli uomini e di essere loro utile per la gloria del Padre, in unione all'amore con cui Gesù Cristo ha operato la salute del mondo.

Il secondo appoggio, che la sosterrà dalla parte destra, sarà l'umile soggezione con cui si sottometterà, per amor di Dio ad ogni autorità, vigilando attentamente perchè le sue azioni non scandalizzino nè superiori, nè inferiori.

Il terzo appoggio, a sinistra, sarà l'esatta vigilanza e il continuo controllo per preservare pensieri, parole, opere da ogni ombra di peccato.


IV. Di un'anima che costruisce il trono davanti a quello di Dio.


A Geltrude venne pure rivelato lo stato di un'altra anima, oggetto delle sue preoccupazioni e suppliche spirituali. Ella le apparve davanti al trono di Dio, ove andava costruendosi un magnifico seggio formato di pietre preziose, legate da un cemento di purissimo oro.

Talora quella persona si riposava sul trono, tale altra si rialzava per continuare alacremente il suo lavoro. Geltrude comprese che le pietre preziose rappresentavano le pene destinate a conservare ed a nobilitare in quell'anima i doni di Dio, giacchè il Signore prepara in questa vita un cammino duro e aspro per i suoi eletti, nel timore che le dolcezze della via loro facciano dimenticare le gioie della patria. L'oro, che ricongiungeva bellamente le gemme, figurava la grazia spirituale di cui doveva servirsi in piena fiducia, e negli interessi della sua salvezza, per saldare insieme, come si fa col cemento, le sue pene interne ed esterne.

Ella si riposava ogni tanto sul trono, per dimostrare che gustava ivi consolazioni ineffabili; ma riprendeva tosto il lavoro intorno ai trono per simboleggiare l'esercizio perseverante delle buone opere, che fa progredire l'anima nel cammino della perfezione.


V. Di un'altra anima che stava potando un albero.


Geltrude vide, davanti al trono della Maestà divina, un magnifico albero, dal tronco vigoroso, dai rami fronzuti, dalle foglie splendenti quasi oro.

La persona per cui ella pregava, saliva sull'albero e, con un utensile adatto, staccava alcuni rami che cominciavano ad essicarsi. Man mano che li tagliava, le venivano offerti altri rami verdeggianti che dovevano prendere il posto di quelli tolti; appena innestato, il nuovo ramoscello produceva un frutto di colore rosso e l'anima lo coglieva per offrirlo al Signore, il quale ne provava delizie incomparabili.

L'albero rappresentava lo stato religioso, ove quella persona era entrata per servire Dio: le foglie d'oro significavano le buone opere compiute nell'Ordine. Per i meriti dei parenti, che l'avevano condotta al Monastero e raccomandata a Dio, le sue opere avevano un valore superiore ad ogni altro, come l'oro vince in pregio gli altri metalli.

L'utensile che le serviva per potare i rami simboleggiava la considerazione attenta dei propri difetti, dapprima scoperti, poi estirpati con salutare penitenza. La novella fronda che doveva prendere il posto di quelle tagliate, era la figura della vita perfettissima di Gesù Cristo, la quale, in virtù dei meriti dei parenti, più sopra accennati, era sempre messa in opera per riparare i falli. Infine il frutto, colto ed offerto al Signore, era simbolo della buona volontà di quell'anima per correggersi, assai cara a Dio, perché sincera.

E' noto che il Signore preferisce questa disposizione interna a grandi opere compiute senza retta intenzione.


VI. Istruzioni per una persona colta, la cui vita è figurata dai tre Apostoli sul Tabor.


Geltrude un giorno pregava il Signore per due persone, che le erano state raccomandate, ma delle quali ignorava le disposizioni. Ella fiduciosamente, chiese a Gesù: « O Amico dolcissimo, che conosci ogni cuore, degnati svelarmi, a riguardo di queste anime, quello che può tornare gradito alla tua Volontà ed utile per la loro salvezza».

Il Salvatore le ricordò benignamente le rivelazioni che aveva avuto in passato, riguardanti due altre persone, la prima colta, la seconda ignorante, che avevano entrambe rinunciato al secolo. Egli le consigliò di partecipare tali rivelazioni alle persone di cui s'interessava attualmente, ed aggiunse: « Le cinque rivelazioni che precedono e le due che seguono, sono un insegnamento di cui tutti possono approfittare, qualunque sia il loro stato e la loro professione».

Ecco la rivelazione concernente la persona colta. Il Signore disse a Geltrude: «L'ho presa co' miei apostoli per condurla sul monte della novella luce. Procuri di regolare la sua vita, impostandola sul significato del nome degli apostoli, che mi accompagnarono sul Tabor: « Pietro, secondo gl'interpreti, significa agnoscens colui che sa. Nelle letture e meditazioni deve quindi, con l'aiuto della riflessione, giungere a conoscere se stessa. Se il libro, ad esempio, tratta di vizi e di virtù, deve esaminarsi come ha combattuto quelli, ed acquistato queste.

« Quando poi sarà giunta ad una più perfetta conoscenza del suo interno, si sforzerà, secondo il significato del nome Giacomo - supplantator - colui che vince di correggersi de' suoi difetti con una lotta tenace e d'acquistare le virtù che le mancano.

« Siccome poi il nome Giovanni è interpretato: in quo est gratia, sarà bene che, a tempo opportuno; e specialmente al mattino ed alla sera, si sforzi di allontanare le vane, dissipazioni per raccogliersi in se medesima, per occuparsi di Me e per scrutare la mia Volontà. Allora, sia che le ispiri di lodarmi, o di ringraziarmi, o di pregare per i peccatori e per le anime del Purgatorio, avrà cura d'obbedirmi, e di praticare divotamente l'esercizio da me richiesto ».


VII. Istruzione per una persona ignorante che aveva l'ufficio di cuciniera.


Ecco la rivelazione riguardante una persona indotta. Geltrude, avendo pregato per la medesima, che si rattristava di non poter fare lunga orazione per l'impegno faticoso del suo ufficio, ricevette questa risposta: « Ella vorrebbe servirmi per un'ora, ma io esigo da lei molto di più. Voglio che ella stia con me tutto il giorno, che compia tutte le sue azioni per la mia gloria e con lo stesso fervore come se stesse pregando. Di più bramo che, lavorando per il benessere materiale delle Consorelle, ella abbia l'intenzione, non solo di preparare il cibo per il beneficio del loro corpo, ma perché progrediscano nel mio amore e siano confermate nel bene.

Se farà così il suo lavoro sarà per me un delizioso banchetto accuratamente servito, con cibi scelti e con condimenti assai gustosi ».