CAPITOLO LXVI. - PREGHIERA COMPOSTA DA GELTRUDE E APPROVATA DA NOSTRO SIGNORE
Santa Gertrude di Helfta

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In un certo periodo, avanti la Quaresima, Geltrude si era abituata a
ripetere queste parole, rivolte a Nostro Signore: « O eccellentissimo
Re dei re, illustrissimo Principe» ed altre simili. Una mattina, mentre
si trovava raccolta nell'oratorio, ella chiese al Signore: « O mio
amatissimo Gesù, che ne farai di queste espressioni che mi ritornano
così spesso alle mente e sulle labbra?». Egli le mostrò una collana
d'oro composta di quattro parti. Mentre stava riflettendo cosa
significassero, comprese per ispirazione divina, che la prima indicava
la Divinità di Gesù Cristo; la seconda, la Sua Santissima Anima; la
terza, l'anima fedele riscattata col suo preziosissimo Sangue; infine
la quarta, rappresentava il Corpo immacolato del Salvatore. Geltrude
notò che l'anima fedele si trovava fra l'Anima e il Corpo di Cristo,
per significare il vincolo d'amore indissolubile, col quale il Signore
a sè avrebbe unito la sua diletta Sposa. Ad un tratto la Santa fu
rapita in estasii e nel momento in cui la grazia inondava con dolce
violenza il suo cuore, disse questa ispirata preghiera: « O Vita
dell'anima mia! Che gli affetti del cuor mio, assorbiti dal fuoco del
tuo amore, mi uniscano intimamente a Te! Che il mio cuore rimanga privo
di vita, qualora amasse alcuna cosa senza di Te!
« Non sei Tu che dài ai colori la leggiadria, ai sapori delizia, agli
odori profumo, ai suoni armonia, alle più care affezioni le loro
attrattive e dolcezze? Sì, in Te si trovano i più deliziosi godimenti,
da Te zampillano le acque abbondanti della vita, verso di Te un incanto
irresistibile attrae, per Te l'anima è inondata di santi affetti,
poichè Tu sei l'abisso illimitato della Divinità!
« O degnissimo Re dei re, o Sovrano supremo, Principe di gloria,
Maestro dolcissimo, Protettore onnipotente, Tu sei la perla vivificante
della dignità umana, creatore delle meraviglie, consigliere di sapienza
infinita, aiuto generoso, Amico fedelissimo!
« Colui che si unisce a Te, gusta le più caste delizie, riceve le più
tenere carezze da Te che sei il più dolce degli Amici, il più tenero
dei cuori, il più affettuoso degli sposi, il più casto degli zelatori!
« I fiori di primavera non più sorridono se si paragonano a Te, fiore
raggiante dello splendore di Dio: o amabilissimo Fratello, o
adolescente pieno di grazia e di forza, o Compagno infinitamente caro,
ospite generoso, albergatore munifico che servi i tuoi amici come se
fossero tanti re; io rinuncio a tutte le creature per scegliere Te solo!
« Per te respingo ogni piacere, per Te supero ogni contrarietà e dopo
d'aver fatto tutto per Te, non voglio essere apprezzata da alcuno, ma
solo da Te.
« Riconosco, col cuore e con la bocca che sei l'autore e il
conservatore d'ogni bene. Struggendo il mio povero cuore nel fuoco che
infiamma il tuo Cuore divino, unisco i miei desideri e la mia divozione
alla forza irresistibile delle tue preghiere, affinchè per questa
intera, divina unione, io sia condotta alla vetta della più alta
perfezione dopo di avere estinto in me tutti i movimenti della natura
ribelle ». Geltrude vide che ciascuna di queste aspirazioni brillava
come perla incastonata in monile d'oro. La seguente domenica,
assistendo alla S. Messa, durante la quale doveva comuiiicarsi,
recitava con grande divozione questa preghiera, e le sembrava che
Nostro Signore ne provasse gioia immensa. Allora gli disse: « O
amantissimo Gesù, poichè questa supplica ti è tanto gradita, voglio
diffonderla, così molte persone potranno offrirtela a guisa di un aureo
gioiello». Il Salvatore rispose: « Nessuno può darmi ciò che è mio;
sappi però che se alcuno recita divotamente questa preghiera, otterrà
la grazia di conoscermi meglio e, per l'efficacia delle parole che
contiene, attirerà sopra di sè e riceverà nell'anima sua lo splendore
della Divinità, come colui che, girando verso il sole una piastra di
puro oro, vede riflettere in essa il fulgore dei raggi, di luce».
Geltrude provò subito l'efficacia di tale promessa, perchè, avendo
terminata la suddetta preghiera, vide l'anima sua investita dalla
divina luce e provò, come non mai, la dolcezza della conoscenza di Dio.