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Giovedi, 2 maggio 2024 - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi)

CAPITOLO XLII. - IL FASCETTO DI MIRRA

Santa Gertrude di Helfta

 CAPITOLO XLII. - IL FASCETTO DI MIRRA
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Geltrude vicino ai letto teneva il Crocifisso. Una notte parve chinarsi su lei, quasi stesse per cadere; essa lo rialzò teneramente, dicendo: « O dolcissimo Gesù, perchè t'inchini? ». Rispose Egli: « L'amore del mio Divin Cuore mi trae verso di te». Allora ella prese la santa immagine, se la strinse al cuore, la coperse di carezze e di baci esclamando: « Fasciculus myrrhae dilectus meus mihi. - Il mio diletto è per me un fascetto di mirra » (Cent. 1, 12). L'amabile Salvatore, terminando la citazione, a nome suo, aggiunse: «Inter haec ubera mea commorabitur - Egli dimorerà sul mio seno» (Ibid.).

Inoltre le insegnò che l'uomo deve unire tutte le sue pene e difficoltà alla sua santissima Passione, così come s'introduce un ramoscello di fiori in un fascetto di mirra. Se il numero e l'intensità dei suoi mali lo portano all'impazienza, deve ricordare l'ammirabile dolcezza del Cuore di Gesù che, simile a mansueto agnello, si è lasciato prendere ed immolare per la nostra salute, senza proferire lamento. Se l'uomo sta per vendicarsi del male ricevuto, ricordi con quale generosità il suo Dio non rese mai male per male, né fece vendetta per gli oltraggi ricevuti. Anzi, in ricambio degli atroci dolori che gl'inflissero, riscattò con lei sofferenze e con la morte, coloro che l'avevano perseguitato fino a vederlo spirare sotto i loro occhi. Infine se l'uomo sente odio contro i suoi nemici, ricordi l'eccessiva mansuetudine con la quale l'amorosissimo Figlio di Dio, fra i dolori cocenti della Passione e le angosce di morte pregò per coloro che lo crocifissero, dicendo: « Pater, angosce illis etc. - Padre, perdona loro ecc. ». Unendosi a quello stesso amore, preghi lui pure per i suoi nemici.

Aggiunse ancora Gesù: « Se alcuno avvolge e nasconde, per così dire, le sue pene nel fascetto di mirra dei miei dolori e si fortifica agli esempi della mia Passione, cercando d'imitarli, diventa allora veramente colui che inter ubera mea commorabitur. Io gli accorderò con tenerezza speciale, tutto ciò che ho meritato mediante la mia pazienza e le altre virtù, affinché le sue ricchezze siano aumentate ».

Geltrude chiese allora: « Gradisci, o mio Gesù, l'amore che si porta all'immagine della tua Croce? » « Io l'accetto con profonda gratitudine - rispose - però coloro che venerano la Croce senza imitare i miei esempi, assomigliano ad una madre che riveste la sua figliuola con abiti a sua scelta, senza tener conto dei gusti della sua creatura e talvolta facendole sopportare amari rifiuti. Finchè la figlia non si veda assecondata, nelle sue brame, non è riconoscente per le spese fatte a suo riguardo, perchè sa che la mamma l'adorna per sodisfare alla sua vanità e non per vera tenerezza. Così tutte le prove d'amore, di lode, di rispetto prodigate al Crocifisso non possono farmi piacere, se non, si cerca nello stesso tempo d'imitare gli esempi della mia Passione».