CAPITOLO XXXIV. - PROFITTO CHE GLI UOMINI POSSONO RITRARRE DALL'OFFERTA FATTA DAL SIGNORE E DAI SANTI
Santa Gertrude di Helfta
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Geltrude doveva comunicarsi una mattina, ma non si sentiva
convenientemente preparata e ne gemeva dal profondo del cuore. Allora
pregò la Vergine e tutti i Santi di offrire a Gesù le ferventi
disposizioni che avevano quando in terra s'accostavano alla Mensa
Eucaristica. Anzi, salendo ancor più in alto con la sua ineffabile
confidenza, Geltrude pregò Gesù stesso d'offrire quella perfezione di
cui era adornno nel giorno dell'Ascensione, quando si presentò al Padre
per essere glorificato. Più tardi, riflettendo alla preghiera fatta,
Ella andava domandandosi quali frutti ne avrebbe ricavato. Le affermò
Gesù: « Allo sguardo
della Corte celeste apparisti rivestita dei magnifici paludamenti che
hai desiderato ». E aggiunse: « Perchè manchi di confidenza?
Stenteresti forse a credere che Io, che sono il Dio di bontà e di
potenza, abbia la facoltà di compiere quello che può fare l'ultimo
venuto? Infatti quando una persona in terra vuol onorare un amico
indigente, gli presta la sua veste perchè possa fare bella comparsa;
non farò io altrettanto con le anime che di me si fidano?
». Geltrude si ricordò allora che in quel giorno, aveva promesso ad
alcune persone di comunicarsi per loro, e pregò Dio di accordare alle
medesime il frutto del Sacramento. Gesù le disse: «Accordo loro la grazia bramata,
però saranno libere di servirsene a loro talento ».
Siccome Geltrude volle sapere in qual modo desiderava che quelle anime
ne approfittassero, il benigno Salvatore aggiunse: « Esse ne trarranno
grande vantaggio se spesso, con cuore puro e volontà docile, a me si
rivolgeranno per implorare grazia e misericordia; allora rifulgeranno
di quegli stessi ornamenti che tu loro hai ottenuto con la tua
fiduciosa preghiera ».