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Giovedi, 2 maggio 2024 - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi)

CAPITOLO XXIX. - IL SALUTO DEL SIGNORE

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO XXIX. - IL SALUTO DEL SIGNORE
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Geltrude un giorno meditava parecchie circostanze nelle quali aveva. dovuto esperimentare la fragilità e l'incostanza umana. Volgendosi allora verso Gesù gli disse c Amare

Te solo, mio Diletto, è tutto per me (1) ». Egli, chinandosi, l'abbracciò teneramente, dicendole « Amarti, o Figlia, è una gioia estremamente dolce al Cuor mio ». Appena Gesù ebbe pronunciate queste parole, tutti i Santi si rizzarono davanti al trono di Dio e offrirono i loro meriti al Signore perchè, a sua maggior gloria, degnasse offrirli a Geltrude afl~nchè diventasse degno domicilio dell'Altissimo.

Ella constatò allora con quale prontezza il Signore si degna inchinarsi verso di noi, e come i Santi siano divorati dal desiderio di onorare Dio, poichè coprono coi loro meriti l'indigenza degli uomini.

Così Geltrude esclamò con tutto lo slancio del cuore: « Io, piccola, vile creatura, ti saluto amatissimo Gesù! ». Rispose il Salvatore di rimando: « A mia volta ti saluto, dilettissima figlia! ».

Ella poi comprese che, se un'anima dice a Dio: « Mo diletto, dolcissimo, amatissimo Gesù » o altre parole consimili, ogni volta ricaverà la stessa risposta a lei diretta e godrà in cielo un privilegio speciale, analogo a quello concesso a S. Giovanni Evangelista, che ottenne una gloria particolare perchè quaggiù era chiamato: c discipulus quem diligebat Jesus - il discepolo che Gesù amava » (S. Giov. XXI, 7).