Scrutatio

Giovedi, 2 maggio 2024 - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi)

CAPITOLO XVI. - VANTAGGI DELLA PERSECUZIONE E COMUNIONE SPIRITUALE

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO XVI. - VANTAGGI DELLA PERSECUZIONE E COMUNIONE SPIRITUALE
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L'ultimo giorno nel quale il Convento celebrava l'ufficio divino che l'interdetto ecclesiastico doveva poi sospendere, si cantò la Messa Salve Sancta Parens, in onore della Madre di Dio.

Geltrude chiese al Signore: « O Dio, infinitamente buono, come ci consolerete nell'attuale desolazione? ».

« Io attingerò in voi - rispose Gesù - delizie abbondanti. Come lo sposo gusta la compagnia della sua sposa nell'intimità della camera nuziale, più volentieri che nei tumulto di una folla, così io troverò gioie squisite nell'accogliere i sospiri ardenti e i gemiti dei vostri cuori. L'amor mio divamperà in voi con nuovi accrescimenti come fa il fuoco che, compresso, raddoppia di vigore. Le compiacenze che troverò nelle anime vostre e lo slancio del vostro amore per me, saliranno come acqua che s'innalza con tanta maggior forza quanto più fortemente è stretta fra le dighe ».

Geltrude chiese: « Quanto tempo durerà quest'interdetto? » « Ti assicuro che per tutta il tempo che esso si prolungherà, io sarò largo delle mie grazie più elette ».

Aggiunse la Santa: «I grandi della terra considerano una vergogna trattare con persone di bassa condizione; è quindi giustissimo che il Re dei re tenga segreti i disegni, della Provvidenza e non li riveli a una creatura vile quale sono io. E' questo il motivo per cui Tu, o Gesù mio, mi lasci nell'incertezza, benchè conosca il principio e la fine di ogni vicenda?». « Non è così, figlia mia, - rispose il Salvatore - ma devi sapere che io agisco solo in vista del tuo maggior bene. A volte nella contemplazione ti svelo i miei segreti, altre volte credo opportuno tenerteli nascosti per mantenerti nell'umiltà. Quando te li confido tu comprendi cosa diventi per la mia grazia, quando te li celo tu vedi cosa sei da sola ».

All'Offertorio della S. Messa: « Recordare Vírgo Mater Ricordati, o Vergine Madre» quando si giunse a quelle parole: ut loquaris pro nobis borea - di parlare in nostro favore », mentre supplicava la Madre delle grazie di essere generosa, il Signore le disse: « In questo momento non è necessario che nessuno perori le vostre cause, perché io vi sono completamente favorevole ». Ma Geltrude, memore delle sue fragilità e di quelle delle consorelle, non poteva comprendere come il Signore fosse pienamente placato.

Fu appunto allora che Gesù le disse con tenerezza immensa: « La mia naturale benignità m'inclina a considerare di preferenza quanto v'ha di migliore in un'anima; la mia Divinità investe e abbraccia questa parte migliore, dando risalto al più perfetto e dissimulando quello che è meno degno ».

« O Gesù, Tu che sei così magnifico nei tuoi doni - aggiunse la Santa - come mai accordi le dolcezze delle tue consolazioni ad un'anima così indegna come la mia, e così poco preparata a riceverle? » « Ne sono come forzato dal mio amore ». « Ma dove sono, dunque, caro Gesù, le macchie che ho contratte qualche giorno fa con quell'impazienza che m'ha sconvolto il cuore e che ho perfino manifestata con parole un poco alterate? ». « Sappi che il fuoco della mia Divinità, le ha consumate e che in tal modo faccio scomparire le deformità delle anime che mi sono tanto care » « O clementissimo Gesù, poichè la tua bontà è così tenera con la mia debolezza, vorresti dirmi se l'anima da te purificata dovrà, dopo la morte risarcire quelle colpe col fuoco del Purgatorio?» E siccome il Signore fingeva di non aver sentito, ella insistette: « In verità, o mio Dio, se la tua giustizia l'esigesse, io mi sprofonderei volentieri in quell'abisso di fiamme, per darti degna soddisfazione; però se la tua bontà e misericordia ricavassero maggior gloria nel consumare tali colpe col fuoco dell'amor tuo, io ti pregherei di distruggere tutti i miei peccati nelle fiamme della tua divina carità, quantunque mi senta indegna di questa somma grazia ».

E. la bontà divina, inesauribile nella sua tenerezza, accordò a Geltrude quanto aveva chiesto.

Il giorno seguente mentre si celebrava la S. Messa nella chiesa parrocchiale, al momento della S. Comunione, Ella disse al Signore: « O clementissimo Padre, come mai non ti commuovi vedendoci private del cibo preziosissimo del tuo Corpo e dei tuo Sangue, a motivo di quei miseri beni temporali che servono solo per il nostro materiale sostentamento? ».

Rispose Gesù: « Come potrei compiangere l'amatissima mia sposa, giacchè, avendo divisato d'introdurla nella sala luminosa e fiorita del banchetto di nozze, e scoprendo nei suoi ornamenti un piccolo difetto, mi faccio premura di tirarla in disparte per rimediarvi e poter poi presentarla ai convitati, in tutto lo splendore della sua magnificenza? ».

E Geltrude, sempre bramosa di nuova luce: « Come mai, Signore, la tua grazia può abitare nell'anima di coloro che ci fanno tanto soffrire con questo interdetto?».

Le rispose il Salvatore: « Non occuparti di loro: Io stesso mi riservo di giudicarli».

Al momento dell'Elevazione, mentre Ella offriva a Dio l'Ostia Santa, come tributo di lode eterna per la salvezza del Monastero, il Signore ricevette quella stessa Ostia, e con un'aspirazione del più intimo del Suo essere, ritrasse una soavità vivificante, dicendo: «In quest'aspirazione sazio le mie Spose con un cibo divino ». E Geltrude « O buon Gesù, stai forse per comunicare tutte le monache? ». « No » rispose, « ma solo quelle che lo desiderano, o che bramano avere tale desiderio. Riguardo poi alle altre, siccome appartengono a questo convento, avranno il privilegio di sentire nelle loro anime un misterioso anelito che le porterà verso di Me, così come farebbe colui che, non avendo appetito, pure si lasciasse attrarre dal buon odore delle vivande a gustarle con piacere ».

Nel giorno dell'Assunta, all'Elevazione dell'Ostia, Ella intese queste parole del Signore:, « Mi offro a Dio Padre, e m'immolo per le mie membra ». Allora ella chiese: « Permetteresti forse, o mio Dio, che noi, tue membra, abbiamo da essere da Te separate per l'anatema di cui ci minacciano coloro che vogliono impossessarsi dei nostri beni? ». «E puoi tu supporre - rispose il Salvatore - che qualcuno riesca a strappare dalla profondità della mia anima l'amore che a voi mi unisce? Come un coltello di legno non può spezzare un corpo solido, ma solo vi lascia una lieve traccia, così l'anatema non vi colpisce, ma appena vi sfiora ».

« O mio Dio che sei l'ineffabile verità, - chiese ella - Tu mi avevi promesso che, in questi giorni di sofferenza, noi avremmo sentito crescere il nostro amore per Te, e che Tu stesso avresti goduto le più abbondanti delizie nei cuori delle tue Spose; come va che parecchie si lamentano di essersi raffreddate nella carità a tuo riguardo?». Il Signore affermò: « Io chiudo nel mio seno la sorgente di tutti i beni e vado distribuendoli a ciascuno secondo la loro necessità, nel tempo più conveniente ».