Scrutatio

Venerdi, 3 maggio 2024 - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi)

CAPITOLO V. - COME IL SIGNORE SI CHINO' SU GELTRUDE CHE SI UMILIAVA PROFONDAMENTE AL SUO COSPETTO

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO V. - COME IL SIGNORE SI CHINO' SU GELTRUDE CHE SI UMILIAVA PROFONDAMENTE AL SUO COSPETTO
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Nella festa dell'apostolo S. Matteo il Signore la colmò della dolcezza delle sue benedizioni. Geltrude, imitando il sacerdote che, durante la S. Messa, innalza il calice del prezioso Sangue, volle presentare ella stessa tale offerta al suo Dio, in omaggio di ringraziamento. Ma poi prese a riflettere che quell'oblazione santa, le servirebbe ben poco, se non si unisse in pari tempo al Cristo disposto a soffrire per suo amore, ogni sorta di tribolazioni. Allora staccandosi con generoso sforzo dal petto beatificante del Signore ove si riposava con tanta delizia, si distese a terra come un vile cadavere, dicendo: «Eccomi o mio Dio, pronta a sopportare qualsiasi genere di dolore che possa aumentare la tua gloria». Gesù, pieno di bontà, si levò e, ponendosi accanto alla sua sposa, l'attirò teneramente a sè con queste parole: «Hoc est meum ». «Ecco qualcosa che veramente è mio».

Fortificata dalla divina virtù, ella si rialzò e rispose: « Sì, mio Signore, io sono l'opera delle tue mani ». Riprese l'amabile Salvatore. « Ed io aggiungerò che non posso essere felice senza di te! » Piena di ammirazione per quelle adorabili parole, ricche d'infinita accondiscendenza, ella aggiunse: « Come mai, o mio Dio, parli così, mentre dopo d'aver provato le tue delizie nella creazione, possiedi in Cielo e sulla terra falangi d'innumerevoli amici coi quali puoi vivere felice, anche se io non fossi stata creata? ». Le rispose Gesù: « Chi è sempre stato privo d'un membro non ne soffre la menomazione, come colui a cui sia stato tolto in giovinezza. Così avendo io stabilito e fissato il mio amore nell'anima tua, non potrò mai sopportare che tu sia separata da me ».