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Martedi, 20 maggio 2025 - San Bernardino da Siena ( Letture di oggi)

CAPITOLO XXI. - EFFETTI DELLA VISIONE DIVINA

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO XXI. - EFFETTI DELLA VISIONE DIVINA
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Mi parrebbe ingiusto e sconveniente passare sotto silenzio, una grazia che, per tua meravigliosa degnazione e amorosa accondiscendenza, ricevetti durante una Quaresima. Nella seconda domenica di tale tempo, mentre alla processione; che precede la S. Messa, si cantava il responsorio « Vidi Dominum fatte ad faciem » l'anima. mia si trovò investita da uno stupendo lampo di luce divina; vidi il tuo stesso sacro Volto vicino al mio, conforme a quanto scrive S. Bernardo « Esso non riceve la luce, ma la dà, non colpisce gli occhi del corpo, ma rallegra il cuore; è amabile, non tanto per lo splendore della tinta, quanto per i doni dell'amore ». In questa visione i tuoi occhi, lucenti come il sole sembravano fissarsi direttamente nei miei. Sentii compenetrata l'anima, il cuore, e tutte le potenze di tale soavità che può essere nota a Te solo. Possa io mostrarmene grata con l'ardente fedeltà di tutta, la vita!

Come la rosa è più apprezzata in primavera per la vaghezza de' suoi colori e la fragranza de' suoi profumi, ma anche d'inverno, benchè essicata, non manca di diffondere sbavi olezzi della sua grazia primaverile; così l'anima mia prova gioia ineffabile al ricordo dei benefici ricevuti.

Pertanto. desidero esprimere con un paragone, quello che la mia piccolezza ha gustato in quella deliziosa visione; perchè, se alcuno dei lettori ricevesse grazie consimili, ed anche maggiori, sia eccitato a sentimenti di gratitudine, e io stessa, rievocando ore di paradiso, dissipi la nebbia delle mie negligenze, ed attesti la mia frequente gratitudine a quel divino Sole, specchio di giustizia, che su me dardeggia i suoi fulgidissimi raggi.

Avendo Tu dunque accostato a me il tuo sacratissimo Volto, che diffonde l'abbondanza della beatitudine, sentii che da' tuoi divini occhi irradiava un'incomparabile soave luce. Essa, passando da' miei occhi e penetrando l'intimo del mio essere, sembrava produrre in tutte le membra un effetto oltremodo ammirabile; dapprima, quasi vuotando tutte le midolla delle ossa, poi annientando le ossa stesse con la carne, tanto che sentivo tutta la mia sostanza trasformata in un divino splendore che, cangiandomi in se stesso in modo delizioso, porgeva all'anima mia soavità incomparabile e serena letizia. Che dirò ancora riguardo a questa giocondissima visione? E posso davvero chiamarla visione, perchè mi pare che tutta, l'eloquenza del mondo non sarebbe sufficiente per esprimere questo modo sublime di contemplarti che non avrei mai creduto potesse esistere, neppure nella gloria celeste, se la tua degnazione, o mio Dio, unica salvezza dell'anima mia, non m'avesse indotto ad ammetterlo per mia dolcissima esperienza.

Aggiungo volentieri che, se nelle cose divine capita come nelle cose umane, e che se la dolcezza del tuo celeste bacio supera, come credo, il gaudio di tale visione, è necessario un aiuto speciale per sostenere la creatura terrena, giacché sarebbe impossibile ad un'anima godere tale favore, anche per un solo istante, e rimanere prigioniera del corpo. Non ignoro però che la tua onnipotenza si unisce alla tua sapienza infinita per regolare gradatamente le visioni, i baci, gli amplessi e le altre dimostrazioni d'amore; secondo le circostanze, i luoghi, i tempi e le persone.

O Signore, io ti ringrazio, unendomi a quel reciproco amore che regna nell'adorabile Trinità, per la dolce esperienza che mi hai dato del tuo bacio divino. Talvolta quando ero seduta in coro, pensando a Te nell'intimo dell'anima mia, o quando salmodiavo le ore canoniche, o l'ufficio per i defunti, sentivo sulle labbra l'impressione del tuo bacio d'amore, perfino dieci volte e più, durante un solo salmo, bacio sacratissimo la cui soavità supera i profumi più squisiti ed il miele più dolce. Spesso ho pure notato l'amore dello sguardo che Tu posavi su di me, e l'anima mia ha sentito l'amplesso del tuo divino abbraccio.

Sebbene tutte queste cose siano state colme d'ineffabili delizie, nessuna produsse in me così profonda impressione come la luce di quel tuo sublime sguardo, al quale più sopra ho accennato.

Con riconoscenza per questo e per tutti gli altri tuoi favori che solo Tu conosci, ti offro, o mio Dio, quell'eterno godimento che le Persone divine si comunicano nell'ineffabile soavità, che supera ogni sentimento.