CAPITOLO XI. - AUDACE TENTAZIONE DEL NEMICO
Santa Gertrude di Helfta

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Quante volte, o mio Dio, in quei tempi, hai moltiplicati gli effetti
della tua salutare presenza! Con quali dolci benedizioni hai prevenuto
la mia miseria, soprattutto nei primi tre anni dopo la mia conversione
e specialmente quando ricevevo il tuo Corpo e il Sangue preziosissimo!
Non potendo ricambiarti, neppure nella misura dell'uno per mille,
m'affido a quell'eterna, immutabile gratitudine per la quale da Te, per
Te e in Te, o fulgida e sempre tranquilla Trinità, soddisfi pienamente
ogni nostro debito.
Quale minutissimo granello di polvere m'immergo in quella divina
gratitudine e ti offro, per mezzo di Colui che siede alla tua destra,
rivestito della mia sostanza, i ringraziamenti di cui sono capace; te
li offro in virtù dello Spirito Santo, per tutti i benefici di cui mi
hai ricolma e soprattutto per quel luminoso insegnamento col quale hai
dissipato la mia ignoranza, mostrandomi in qual modo io sciupavo la
bellezza de' tuoi doni.
Una mattina dunque, mentre assistevo alla S. Messa, durante la quale
dovevo comunicarmi, ti sei degnato farti sentire a me presente e,
servendoti di un paragone sensibile, ti mostrasti quale assetato
bisognosa di bevanda. E siccome mi lamentavo di non averne, non potendo
trarre dal mio cuore neppure una lagrima, ti vidi porgermi, con le tue
stesse Mani, un calice d'oro. Avendolo io preso, subito il cuore si
stemperò sotto lo sforzo dell'amore ed i miei occhi versarono un
torrente di lagrime ardenti.
In quel mentre comparve alla mia sinistra un'orrida figura che tentava
di pormi furtivamente in mano, un non so che di velenoso e d'amaro,
insistendo segretamente perchè lo ponessi nel calice, per avvelenare
quella deliziosa bevanda. In pari tempo provai un tal moto di
vanagloria che mi fece capire la frode dell'antico avversario,
invidioso de' tuoi doni e sempre pronto ad osteggiarli.
Ringrazio, o mio Dio, la tua fedeltà, ringrazio la tua protezione, o
Divinità sussistente nella Verità e nell'Unità, Verità adorabile
nell'Unità e nella Trinità, Deità incomprensibile nella Trinità e
nell'Unità, perché non permetti che siamo tentati al di sopra delle
nostre forze, quantunque, per esercitarci e farci progredire, permetti
al nemico di attaccarci con violenza. Se ci vedi appoggiati
fiduciosamente al tuo aiuto, Tu prendi su di Te la nostra causa e, con
eccesso di generosità, ti riservi il combattimento, concedendo a noi la
vittoria, purchè aderiamo al tuo beneplacito, col movimento interiore
della volontà. Così, come non permetti al nemico di toccare
minimamente il nostro libero arbitrio, ce ne lasci tu stesso la
pienezza dell'uso, per accrescere i nostri meriti.
In altra occasione e con diverso paragone mi hai fatto capire che, chi
cede facilmente alle suggestioni del nemico, gli dàì modo di crescere
in audacia. La maestà della tua giustizia esige poi talora che la tua
misericordia si celi a noi, durante il pericolo che corriamo per la
nostra negligenza; quanto però più tenacemente resistiamo, altrettanto
più utile, fruttuosa e vantaggiosa è la nostra vittoria.