Scrutatio

Mercoledi, 21 maggio 2025 - Santi Martiri Messicani (Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni) ( Letture di oggi)

CAPITOLO XI. - AUDACE TENTAZIONE DEL NEMICO

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO XI. - AUDACE TENTAZIONE DEL NEMICO
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Quante volte, o mio Dio, in quei tempi, hai moltiplicati gli effetti della tua salutare presenza! Con quali dolci benedizioni hai prevenuto la mia miseria, soprattutto nei primi tre anni dopo la mia conversione e specialmente quando ricevevo il tuo Corpo e il Sangue preziosissimo! Non potendo ricambiarti, neppure nella misura dell'uno per mille, m'affido a quell'eterna, immutabile gratitudine per la quale da Te, per Te e in Te, o fulgida e sempre tranquilla Trinità, soddisfi pienamente ogni nostro debito.

Quale minutissimo granello di polvere m'immergo in quella divina gratitudine e ti offro, per mezzo di Colui che siede alla tua destra, rivestito della mia sostanza, i ringraziamenti di cui sono capace; te li offro in virtù dello Spirito Santo, per tutti i benefici di cui mi hai ricolma e soprattutto per quel luminoso insegnamento col quale hai dissipato la mia ignoranza, mostrandomi in qual modo io sciupavo la bellezza de' tuoi doni.

Una mattina dunque, mentre assistevo alla S. Messa, durante la quale dovevo comunicarmi, ti sei degnato farti sentire a me presente e, servendoti di un paragone sensibile, ti mostrasti quale assetato bisognosa di bevanda. E siccome mi lamentavo di non averne, non potendo trarre dal mio cuore neppure una lagrima, ti vidi porgermi, con le tue stesse Mani, un calice d'oro. Avendolo io preso, subito il cuore si stemperò sotto lo sforzo dell'amore ed i miei occhi versarono un torrente di lagrime ardenti.

In quel mentre comparve alla mia sinistra un'orrida figura che tentava di pormi furtivamente in mano, un non so che di velenoso e d'amaro, insistendo segretamente perchè lo ponessi nel calice, per avvelenare quella deliziosa bevanda. In pari tempo provai un tal moto di vanagloria che mi fece capire la frode dell'antico avversario, invidioso de' tuoi doni e sempre pronto ad osteggiarli.

Ringrazio, o mio Dio, la tua fedeltà, ringrazio la tua protezione, o Divinità sussistente nella Verità e nell'Unità, Verità adorabile nell'Unità e nella Trinità, Deità incomprensibile nella Trinità e nell'Unità, perché non permetti che siamo tentati al di sopra delle nostre forze, quantunque, per esercitarci e farci progredire, permetti al nemico di attaccarci con violenza. Se ci vedi appoggiati fiduciosamente al tuo aiuto, Tu prendi su di Te la nostra causa e, con eccesso di generosità, ti riservi il combattimento, concedendo a noi la vittoria, purchè aderiamo al tuo beneplacito, col movimento interiore della volontà. Così, come  non permetti al nemico di toccare minimamente il nostro libero arbitrio, ce ne lasci tu stesso la pienezza dell'uso, per accrescere i nostri meriti.

In altra occasione e con diverso paragone mi hai fatto capire che, chi cede facilmente alle suggestioni del nemico, gli dàì modo di crescere in audacia. La maestà della tua giustizia esige poi talora che la tua misericordia si celi a noi, durante il pericolo che corriamo per la nostra negligenza; quanto però più tenacemente resistiamo, altrettanto più utile, fruttuosa e vantaggiosa è la nostra vittoria.