SCRUTATIO

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm ( Letture di oggi)

CAPITOLO IX. - INSEPARABILE UNIONE DELLA SUA ANIMA CON DIO

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO IX. - INSEPARABILE UNIONE DELLA SUA ANIMA CON DIO
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Poco tempo dopo, cioè verso metà Quaresima, fui ancora obbligata a letto per una grave malattia. Quel mattino ero sola, essendo le mie consorelle impegnate nei loro uffici; ad un tratto il Signore, che non abbandona coloro che sono privi delle umane consolazioni, si degnò d'apparirmi, confermando la parola del Profeta: « Cum ipso sum in tribulatione: Sono con lui nella tribolazione» (PS XC, 15). Egli mi mostrava dal lato sinistro, quasi dall'intimo del suo Cuore benedetto, una sorgente d'acqua pura, solida come il cristallo. Scorrendo al di fuori copriva quel venerabile petto, quasi collana preziosa, offrendo allo sguardo i riflessi brillanti dell'oro e la magnificenza della porpora.

Mi disse Gesù: « La malattia che ti fa soffrire ha santificato l'anima tua in tal modo che, se per amore e carità verso il prossimo, sembrerai allontanarti da me con atti, pensieri, parole, in realtà mi sarai sempre vicino, come questa sorgente è una cosa sola col mio Cuore. E come hai visto l'oro e la porpora brillare attraverso il cristallo, nello stesso modo la cooperazione della mia Divinità, figurata nell'oro e la pazienza perfetta della miei Umanità, rappresentata dalla porpora, renderanno tutte le tue azioni gradite a' miei occhi ».

O dignità di questo minutissimo granello di polvere che, tolto dal fango della via, fu dalla divina Gemma che racchiude i tesori del cielo, innalzato fina a porlo sopra di sè! O bellezza di questo piccolo umile fiore, che il raggio del sole ha fatto sbocciare da una terra paludosa, investendolo del suo aureo splendore! O felicità di quest'anima, colmata di benedizioni, che Dio ha tanto stimata, fina ad abbassarsi a crearla, Lui l'infinito onnipotente! Di quest'anima, dico, che, quantunque adorna della divina somiglianza, pure è distante da Dio, come lo è la creatura dal Creatore!

Sia essa mille volte benedetta se ha saputo rimaner fedele a quell'unione a cui io, misera, temo di non essere giunta neppure per un solo momento! Prego perciò la divina clemenza di concedermi qualche grazia preziosa, per i meriti di coloro che si conservano a lungo in tale beatissimo stato di celeste intimità!

O dono che superi ogni altro dono! Potersi saziare con abbondanza di delizie divine! Inebriarsi col vino della carità nelle celle del puro amore, in modo da non essere più capaci di muovere passo verso le regioni infeconde, ove quel prezioso liquore scemerebbe l'efficacia del suo vigore e del suo profumo ! Portarlo poi con sè, quando la carità obbliga a uscire dalla mistica cella dell'amore, per comunicare al prossimo le stille corroboranti della divina munificenza!

Credo, o mio Dio, che la tua onnipotenza possa accordare questo dono a' tuoi eletti, nè dubito che la tua tenerezza voglia concederlo anche a me. Ma all'impenetrabile tua Sapienza, sarà dato dimenticare fino a questo punto la mia indegnità? questo un mistero che non oso penetrare... Glorifico ed esalto la sapienza e la bontà della tua Onnipotenza: Lodo ed adoro la onnipotenza e la bontà della tua sapienza. Ringrazio l'onnipotenza e la sapienza della tua Bontà e ti benedico, o mio Dio, perchè ho sempre ricevuto dalla tua generosità tutte le grazie che potevano essermi accordate, ed in misura che superava infinitamente i miei poveri meriti.