CAPITOLO XIV. - PRIVILEGI PARTICOLARI DA DIO ACCORDATI A GELTRUDE
Santa Gertrude di Helfta

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Narreremo ora altri episodi dello stesso genere, che con grande fatica,
siamo riusciti a strappare dall'umiltà di Geltrude, come se fossero
stati sigillati sotto una pesante pietra. Molte anime pie la
interpellavano sulla loro frequenza alla S. Comunione e le esprimevano
i loro dubbi in proposito. Dopo d'aver dilucidato le difficoltà
proposte, ella consigliava e persino sforzava, per così dire, le anime
ad accostarsi al celeste convito, fiduciose nella grazia e nella
misericordia di Dio.
Ma un giorno n'ebbe scrupolo, pensando di avere oltrepassato i limiti
delle sue competenze, e d'avere mancato di discrezione, con
affermazioni troppo presuntuose. Ricorse perciò alla bontà del suo Dio
e, dopo d'avergli confidato il suo turbamento, n'ebbe questa risposta: «Non temere, figlia mia, sta
sicura e tranquilla, poichè io sono il Dio che ti ama, che con
predilezione gratuita ti ha creata e scelta per abitare in te, onde
prendervi le sue delizie: per assicurarti, in avvenire, io ti prometto
che tutti coloro che, con divozione ed umiltà, ricorreranno a te per
essere illuminati, otterranno risposte, per così dire, infallibili, nè
mai permetterò che anime indegne di ricevermi vengano a consultarti,
riguardo alla S. Comunione. Perciò quando indirizzerò a te cuori
stanchi ed afflitti per averne sollievo, dì loro di ricevermi con
fiducia. Par amor tuo aprirò loro il mio paterno seno e li stringerò
nelle braccia della mia tenerezza per dar loro un dolce bacio di pace
».
Le prove dell'amore di Gesù erano continue. Un giorno, mentre pregava
per un'anima, fu presa da una grande angustia, temendo che quell'anima
ottenesse meno di quanto aveva sperato. Ma Gesù la calmò con divina
accondiscendenza: « Sta
tranquilla, figlia mia: darò a coloro che in te avranno posto la loro
fiducia tutto quello che spereranno ottenere dal tuo aiuto: di più
accorderò volentieri ciò che tu avrai loro promesso da parte mia: se
talora la fragilità umana porrà impedimento a tali effetti, t'assicuro,
per altro, che in quelle anime avrò operato l'avanzamento nella virtù
da te promesso ».
Geltrude, pensando qualche giorno dopo a queste magnifiche promesse, e
sentendo l'enorme peso della sua indegnità, domandò al Signore come mai
potevano compirsi tali meraviglie, per mezzo di una creatura così vile
ed abbietta. Il Signore rispose: « La
Chiesa non gode forse collettivamente lo stesso privilegio che accordai
soltanto a Pietro con quelle parole: « Quello che legherete in terra,
sarà legato anche in cielo? » (Matt. XVI, 19). Essa crede che tale
potere risieda in ciascun sacerdote: perchè dunque non crederai tu che
posso e voglio adempire le promesse, che il mio amore si degna di farti?».
Toccandole poi la lingua disse: « Ecco
che ho messo le mie parole nella tua bocca » (Ger. 1, 9) e confermo
nella verità tutto quello che tu dirai al prossimo, dietro
l'ispirazione del divin Paracleto. Se tu prometterai qualche cosa sulla
terra in nome mio, io ratificherò in cielo tale promessa ».
Geltrude obbiettò: « Non posso rallegrarmi di questo privilegio perchè,
se dietro l'impulso dello Spirito Santo, mi capiterà d'affermare che
quella, o quell'altra colpa non rimarrà impunita, sarò causa di pena e
di danno al mio prossimo ».
Rispose Gesù: « Quando
lo zelo per la giustizia, o l'amore per le anime ti consiglierà tali
parole, io infonderò alla persona a cui le indirizzerai la dolcezza
della mia bontà, e desterò nel suo cuore una compunzione così vera, da
non meritare più le mie vendette».
Aggiunse poi Geltrude: « O Signore, se tu parli davvero per mio mezzo,
come ti sei degnato di assicurarmi, perchè i miei consigli producono
effetti così meschini quantunque mi senta ispirata a darli, solo per la
gloria di Dio e la salvezza delle anime? ». Il Signore si degnò di
risponderle: « Non
stupirti, figlia mia, se le tue parole sono talora infeconde, poichè Io
stesso, quando vivevo in terra, predicavo con tutto l'ardore del divino
Spirito senza produrre alcun bene: ogni cosa è regolata dalla
Provvidenza, la quale ha le sue ore fisse ».
Un giorno, dopo d'aver ripreso una persona per le sue colpe, corse a
rifugiarsi presso Gesù, supplicandolo d'illuminare la sua intelligenza,
affinchè parlasse a ciascuno secondo la volontà di Dio. « Non temere, figlia mia
- disse Gesù - ma abbi
grande confidenza, perchè ti ho accordato un sommo privilegio; quando
anime umili e sincere verranno a consultarti, tu giudicherai e
deciderai nella luce della verità, come giudico Io stesso, secondo la
natura delle cose e la condizione delle persone; se la materia è grave,
darai, da parte mia, risposta severa; se è leggera, la tua parola sarà
più mite ». Geltrude, penetrata dalla sua indegnità,
esclamò « O Padrone del cielo e della terra, ritira e limita
l'eccessiva tua bontà a mio riguardo, perchè, cenere e polvere quale io
sono, mi sento indegna di un dono così stupendo » ! Ma il Salvatore
insistette con tenerezza: «
Ti par gran cosa lasciar giudicare le cause della mia inimicizia da te,
che esperimenti così spesso i segreti della mia amicizia?
». E confermò: « I
tribolati che verranno umilmente e con semplicità a cercare da te
parole di consolazione, non rimarranno giammai delusi, perché Io, il
Dio che risiede nell'anima tua, voglio, nella mia amorosa tenerezza
diffondere, per tuo mezzo, i miei benefici, inondando la tua anima
dell'ineffabile gioia che sgorga dal mio divin Cuore ».
Ella pregava un giorno per alcune persone che le erano state
raccomandate. Gesù rispose: «
Nei tempi antichi, quando alcuno poteva accostarsi all'altare, si
rallegrava di essersi assicurata la pace. Ora, avendoti scelta per
dimora, ti prometto che colui che implorerà con fiducia il soccorso
delle tue preghiere, riceverà grazie di salvezza ». Questo
fatto è confermato da S. Matilde, nostra cantora, di dolce memoria.
Pregando un giorno essa per Geltrude, vide il cuore della medesima,
sotto la forma di un solidissimo ponte, rinforzato a destra ed a
sinistra da due muraglie assai consistenti: una rappresentava la
divinità di Gesù, l'altra la sua santissima Umanità. Il Signore
affermò: « Coloro che verranno a me su questo ponte, non potranno
cadere, nè deviare dal retto cammino ». Egli intendeva dire che coloro
che seguiranno i consigli di Geltrude, non potranno errare giammai,