CAPITOLO V. - CARATTERE E BELLEZZA DI UN CIELO SPIRITUALE
Santa Gertrude di Helfta

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Le testimonianze che abbiamo espresse nei capitoli precedenti,
confermano chiaramente la santità di Geltrude, alla quale dobbiamo
credere, perché avvalorata da persone eminenti, degne di fede.
L'incredulo dovrebbe arrossire delle sue incertezze, perché non
contento di demeritare grazie tanto elette, trascura persino
d'appropriarsele con sentimento di umile riconoscenza, ringraziando il
Signore di averle elargite, in tanta copia, alla sua diletta Sposa.
Nessun dubbio infatti che Geltrude sia un'anima privilegiata, una di
quelle creature angeliche di cui S. Bernardo ha detto nel commento al «
Cantico dei cantici »: « L'anima del giusto non è soltanto celeste per
origine, ma può realmente chiamarsi un cielo in miniatura, giacchè la
sua vita e conversazione è nei cieli ». Di queste anime scrisse la
Sapienza: « L'anima del giusto è il trono della Sapienza », ed ancora «
Il cielo è mia dimora » (Isaia, XVI, 1).
Infatti a Dio, puro spirito, conviene un trono tutto spirituale, come
bene si esprime l'eterna verità. A Lei, cioè all'anima santa « noi
verremo e faremo in essa la nostra dimora » (Giov. XIV, 23). Il profeta
stesso non parlava di un altro cielo, quando diceva: « Voi abitate il
santuario, voi che siete la lode d'Israele » (Sal. XXI, 4) e
l'Apostolo, con espressione concisa, dichiara che « Cristo abita nei
nostri cuori, per la fede » (Ef. III, 17). Fortunate quelle anime di
cui è detto: « Abiterò in esse e camminerò con esse » (Cor. II, VI,
16). Oh, com'è grande quest'anima, e come sono gloriosi i meriti di
colei che racchiude in sè la divina potenza!
Non solamente la racchiude in sè, ma fu giudicata degna di poterla
piacere, capace di contenerla e di offrire alla divina Maestà gli spazi
necessari per la diffusione della sua opera. Quest'anima si è dilatata
nel Signore, ed è diventata il tempio di Dio. Si è ingrandita, è
cresciuta, dico, nella carità, perchè ben sappiamo che l'anima è vasta
in proporzione della sua carità. La chiameremo dunque un cielo, dove il
sole simboleggia l'intelligenza, la luna, la fede, le stelle, le altre
virtù: oppure in quest'anima il sole sarà la giustizia, o il fervente
amore, e la luna la santa continenza. Qual meraviglia che il Signore si
compiaccia d'abitarvi. Per creare questo cielo non si è accontentato di
una semplice parola, ma ha combattuto per acquistarlo, ed è morto per
riscattarlo. Dopo tante fatiche, giunto al coronamento de' suoi voti,
dice « Ecco il luogo del mio riposo; ivi stabilirò la mia dimora » (S.
CXXXI, 14). (Questa citazione è di S. Bernardo).
Per dimostrare chiaramente, seconda le deboli mie forze, che Geltrude è
veramente una delle anime privilegiate di cui parla S. Bernardo, cioè
di quella che Dio preferisce allo stesso cielo, esporrò quanto
un'amicizia spirituale di lunghissimi anni con la Santa mi ha permesso
di raccogliere. S. Bernardo afferma che « il cielo spirituale, cioè
l'anima in grazia, vera dimora di Dio, deve avere per ornamento il
sole, la luna, le stelle, cioè il corteggio delle più elette virtù »:
(Pr. XXVII, 6) mostrerò quindi brevemente, secondo le mie forze,
l'irradiamento di perfezione che splendeva in quell'anima benedetta: lo
splendore di tali luci sarà pegno sicuro della divina presenza.