Testamento ebraico di Neftali
Testamento dei dodici patriarchi

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I
[1] Neftali era figlio di Giacobbe: lotte di Dio. Dopo che Neftali era diventato vecchio, era pervenuto a bella vecchiezza, era giunto sano nell'età avanzatissima e aveva passato il tempo in cui si procede curvi, cominciò a dare ai figli questi ordini. Disse loro: "Figli miei, venite, avvicinatevi e accogliete i comandamenti di vostro padre".
[2] Gli risposero: "Eccoci qua ad ascoltare per eseguire tutto quello che ci ordini".
[3] Disse loro: "Non vi do ordini né riguardo al mio argento, né riguardo al mio oro, né riguardo a tutta la ricchezza che vi lascio sotto il sole. Non vi do nessun ordine pesante che voi non possiate mettere in pratica, ma vi dico una cosa facile, che voi potete mettere in pratica".
[4] Di nuovo risposero i figli: "Parla, padre, ché ti ascoltiamo".
[5] Disse loro: "Io non vi do ordini se non intorno al timore del Signore. Lui dovete servire e a Lui stare attaccati".
[6] Gli domandarono: "Perché Egli ha bisogno del nostro servizio?". Rispose loro: "Egli non ha bisogno di nessuna creatura, ma piuttosto tutte le creature del Suo mondo hanno bisogno di Lui. Tuttavia Egli non ha creato il Suo mondo senza uno scopo, ma affinché (le creature) Lo temano e nessuno faccia al suo prossimo ciò che non vuole che gli sia fatto".
[7] Gli dissero: "Padre, hai visto in qualche modo che noi ci siamo staccati a destra o a sinistra dalle tue vie o da quelle dei nostri padri?".
[8] Disse loro: "Il Signore é testimone (a me) e io tra voi che la cosa sta come avete detto: ma io ho paura per il futuro, che vi smarriate dietro agli idoli degli stranieri, che vi comporterete secondo i comandamenti dei pagani e che vi unirete ai figli di Giuseppe, invece che ai figli di Levi e a quelli di Giuda".
[9] Gli domandarono: "E che cosa hai visto per darci questi ordini?".
[10] Disse loro: "Perché so che i figli di Giuseppe si staccheranno dal Signore, Dio dei loro padri, faranno peccare i figli d'Israele e li faranno andare in esilio da questa terra buona verso una terra che non ci appartiene, come fu per causa sua che andammo in esilio schiavi degli egiziani.
II.
[1] Voglio poi raccontarvi anche la visione che ebbi una volta, mentre pascolavo il gregge.
[2] Vidi i miei dodici fratelli che pascolavano il gregge insieme con me nella campagna. Arrivò nostro padre e ci disse:Figlioli miei, correte e afferrate ciascuno, davanti a me, quello che gli viene come sua parte.
[3] Gli rispondiamo:E che prendiamo, se non vediamo nulla tranne il sole, la luna e le stelle?. Disse loro:(Scegliete) tra quelli.
[4] Quando Levi sentì questo discorso, afferrato con la mano un bastone, balzò sul sole, ci si sedette e lo cavalcò.
[5] Giuda, quando vide ciò, fece anche lui così: afferrato un bastone, balzò sulla luna e la cavalcò.
[6] Lo stesso fecero tutte le tribù. Ognuno di loro si mise a cavallo della sua stella o del suo pianeta nel cielo.Soltanto Giuseppe restò solo sulla terra.
[7] Gli disse nostro padre Giacobbe:Figlio mio, perché tu non hai fatto come i tuoi fratelli?. Gli rispose:Padre, che hanno a che fare i nati di donna col cielo? Alla fine staranno sempre sulla terra.
III.
[1] Quando Giuseppe ebbe parlato così, apparve un toro magnifico che gli stava accanto. Aveva ali grandi simili ad ali di cicogna e corna magnifiche come corna di un cervo.
[2] Gli disse Giacobbe:Muoviti, Giuseppe, figlio mio, e montagli a cavallo.
[3] Giuseppe si mosse e montò a cavallo del toro. (Allora) Giacobbe, nostro padre, si allontanò da noi.
[4] Per quattro ore Giuseppe si pavoneggiò sul toro: un po' camminava e correva, un po' volava su di lui qua e là, finché non si fermò accanto a Giuda. Giuseppe stese il vessillo che aveva in mano e cominciò a percuotere suo fratello Giuda.
[5] Gli disse Giuda:Fratello mio, perché mi colpisci?.
[6] Gli rispose:Perché tu hai in mano dodici bastoni e io ne ho solo uno. Dammeli e ci sarà pace.
[7] Giuda si rifiutò di darglieli. (Allora) Giuseppe lo colpì finché non gliene ebbe portati via dieci contro la sua volontà. In mano a Giuda non ne restarono che due.
[8] Disse Giuseppe a loro, ai suoi dieci fratelli:Che ci guadagnate a correre dietro a Giuda e a Levi? Staccatevi da loro e venite dietro a me.
[9] Quando i suoi fratelli ebbero sentito tutto ciò dalla bocca di Giuseppe, si staccarono da Levi e da Giuda tutti concordi, per andare dietro a Giuseppe: insieme con Giuda non restarono che Beniamino e Levi.
[10] Quando Levi vide ciò, scese addolorato dal sole.
[11] Disse Giuseppe a suo fratello Beniamino:Beniamino, fratello mio, non sei mio fratello? Vieni anche tu con me. Ma Beniamino si rifiutò di andare con suo fratello Giuseppe.
[12] Al calar della sera venne un vento forte, che separò Giuseppe dai suoi fratelli. Non ne restarono due insieme.
[13] Quando ebbi questa visione, la raccontai a mio padre Giacobbe, che mi disse:Figlio mio, questo sogno non fa né salire né scendere, perché non é un secondo sogno.
IV.
[1] Non passò molto tempo, che ebbi un'altra visione:
[2] eravamo tutti assieme a nostro padre, Giacobbe, sulla spiaggia del mare Grande. Ed ecco una nave che avanzava in mezzo al mare senza marinai e senza nessuno (altro).
[3] Ci disse nostro padre:Vedete anche voi quello che vedo io?. Gli rispondemmo:Lo vediamo.
[4] Ci disse:Guardate me e fate uguale. Poi nostro padre Giacobbe si levò le vesti e si gettò nel mare: lo seguimmo tutti.
[5] Davanti a lui era Levi e Giuda era primo; ci balzarono dentro e Giacobbe con loro.
[6] Dentro la nave c'erano tutti i beni del mondo.
[7] Disse loro nostro padre Giacobbe:Guardate l'albero, che cosa c'é scritto, ché non c'é nave che non rechi scritto sull'albero il nome del suo proprietario.
[8] Levi e Giuda fecero attenzione e videro scritto questo sull'albero della nave: " Appartiene al figlio di Beracuele con ogni bene che c'é dentro".
[9] Quando nostro padre Giacobbe sentì ciò, si rallegrò, si prostrò, alzò un inno di grazie al Signore, che sia benedetto. Disse:Non é bastato che mi benedicesse sulla terra, ma mi ha benedetto anche sul mare.
[10] Subito dopo ci disse:Figli miei, ora siate valorosi, e tutto quello che uno afferra, quello é sua parte.
[11] Subito Levi balzò sull'albero maestro e vi si sedette.
[12] Dopo di lui saltò anche Giuda sul secondo albero, il più vicino all'albero di Levi, e anche lui vi si sedette.
[13] Il resto dei miei fratelli afferrò ciascuno un remo; nostro padre Giacobbe afferrò i due remi timonieri, per governare con essi la nave.
[14] Giuseppe restò in disparte. Gli disse nostro padre: Giuseppe, figlio mio, afferra anche tu il tuo remo. Ma Giuseppe si rifiutò.
[15] Quando mio padre vide che Giuseppe si rifiutava di afferrare il suo remo, gli disse:Figlio mio, avvicinati qua e afferra uno dei remi timonieri che tengo io e così piloterai la nave; i tuoi fratelli remeranno con i loro remi finché non sarete arrivati a riva.
[16] Egli ammaestrava ciascuno di noi e ci diceva:Se guidate la nave così, non dovete aver paura né di nessuna onda del mare, né del vento della tempesta, se sorgesse contro di voi.
V.
[1] Quando Giacobbe ebbe finito di darci questi ordini, scomparve da noi.
[2] Allora Giuseppe afferrò entrambi i remi timonieri, uno con la destra e uno con la sinistra: gli altri miei fratelli vogavano e la nave stava a galla e scorreva sopra la superficie dell'acqua.
[3] Levi e Giuda stavano seduti sui due alberi, a guardare per quale via potesse andare la nave.
[4] Per tutto il tempo che l'opinione di Giuseppe e di Giuda fu la stessa, in quanto Giuda insegnava a Giuseppe quale fosse la via giusta e Giuseppe vi guidava la nave, la nave procedeva sicura, senza ostacoli.
[5] Ma a un certo momento scoppiò una lite tra Giuseppe e Giuda, e Giuseppe smise di pilotare la nave secondo i princìpi di suo padre e le istruzioni di Giuda. La nave andò per una rotta incerta, e le onde del mare la spinsero contro uno scoglio, cosicché si fracassò.
VI.
[1] Allora Levi e Giuda scesero dagli alberi per mettersi in salvo. E anche tutti gli altri fratelli, me compreso, ci mettemmo in salvo sulla terra ferma.
[2] Ed ecco arrivò nostro padre Giacobbe e ci trovò dispersi uno di qua e uno di là.
[3] Ci disse:Che v'é successo, figlioli miei? Forse non avete guidato la nave come si doveva (e) come io avevo ordinato?.
[4] Gli dicemmo:Viva la vita dei tuoi servi; noi non ci siamo allontanati da tutto ciò che ci avevi ordinato. Ma Giuseppe ha trasgredito la (tua) parola, in quanto non ha guidato diritto la nave secondo i tuoi ordini e come gli indicavano Levi e Giuda, perché li invidiava.
[5] Ci disse:Mostratemi dov'é (la nave). Egli guardò; ed ecco le cime degli alberi erano visibili ed ecco (la nave) galleggiò sopra la superficie dell'acqua.
[6] Mio padre fece un fischio e noi ci radunammo tutti presso di lui.
[7] Si buttò in mare come la prima volta e raccomodò la nave.
[8] Rimproverò Giuseppe e gli disse:Non seguitare, figlio mio, a prenderti giuoco e ad essere geloso dei tuoi fratelli: c'é mancato poco che per causa tua tutti i tuoi fratelli perissero.
VII.
[1] Quando raccontai questa visione a mio padre, batté‚ le mani e sospirò; i suoi occhi versarono lacrime.
[2] Io mi sentivo disperato ed egli non mi disse nulla.
[3] Afferrai la mano di mio padre, stringendola e baciandola e gli dissi: Ahimé, servo di Yahweh, perché i tuoi occhi hanno pianto?.
[4] Mi disse:Figlio mio, poiché la visione ti si é ripetuta, il mio cuore si é abbattuto e il mio corpo é desolato a causa di mio figlio, Giuseppe, perché io l'ho amato più di tutti voi e voi, per la corruzione di mio figlio Giuseppe, andrete in esilio e sarete dispersi in mezzo alle nazioni.
[5] Infatti la tua prima visione e la seconda sono tutt'e due uguali: sono una visione sola. Per questo figlioli miei, io vi ordino di non unirvi ai figli di Giuseppe, ma a Levi e Giuda.
VIII.
[1] Voglio inoltre farvi sapere che la mia sorte cadrà nella parte migliore del centro del paese. Mangerete leccornie e ve ne sazierete.
[2] Vi ammonisco di non essere recalcitranti nella vostra fortuna, di non ribellarvi e di non trasgredire gli ordini del Signore che vi sazia con le cose buone della Sua terra.
[3] Non vi dimenticate del Signore, Dio vostro e Dio dei vostri padri, Cui il nostro padre Abramo scelse, quando le stirpi umane si separarono al tempo di Faleg.
[4] Allora il Santo discese dal Suo cielo più alto e fece scendere (sulla terra) settanta angeli del servizio con Michele alla loro testa.
[5] Ordinò a ciascuno di loro di insegnare alle settanta famiglie che erano uscite dal fianco di Noé settanta lingue (differenti).
[6] Subito gli angeli scesero (sulla terra) e fecero secondo gli ordini del loro creatore. La lingua sacra, cioè l'ebraico, non restò che nella casa di Sem e di Eber e in quella di Abramo, nostro padre, che era uno dei loro discendenti.
IX.
[1] Quel giorno stesso Michele portò un messaggio da parte del Santo, che sia benedetto, e disse a ciascuna delle settanta nazioni presa separatamente
[2]Voi conoscete la ribellione che é in voi e la congiura che avete fatto contro il Signore del cielo e della terra. Ma ora scegliete, oggi stesso, chi volete servire e chi sarà il vostro mediatore in cielo.
[3] Rispose Nimrod, il malvagio, e disse:Per me, non c'é nessuno più grande di colui che insegni a me e alla mia gente la lingua di Kus nel giro di un'ora.
[4] Risposero (così) anche Put, l'Egitto, Tubal, Yawané Mesek e Tiras, e così via ogni nazione. Ogni nazione scelse il suo angelo, e nessuna di esse si ricordò del nome del Santo, che sia benedetto.
[5] Quando però Michele si rivolse a nostro padre Abrahamo:Abramo, chi scegli e chi vuoi servire?, Abramo rispose:Io scelgo ed eleggo Colui che parlò, e il mondo fu; che mi creò nel ventre di mia madre, corpo dentro un corpo, e che a questo corpo ha aggiunto spirito e anima. Scelgo Lui e a Lui mi unisco io e la mia discendenza per tutti i giorni del mondo.
X.
[1] Allora l'Altissimo separò le nazioni fra di loro e dette a ciascuna la sua parte e la sua dignità.
[2] E da allora tutti i popoli della terra restarono separati dal Santo, ad eccezione della sola casa di Abramo, che restò col suo creatore per servirlo. Dopo di lui, Isacco e Giacobbe.
[3] Perciò, figlioli miei, vi scongiuro di non smarrirvi e di non prestar culto a nessun altro dio se non a quello che hanno scelto i vostri padri.
[4] Tenete ferma la convinzione che come Lui non c'é nessun altro, né come Lui c'é chi possa fare, né le Sue azioni sono paragonabili a quelle degli altri sia in cielo che in terra, né c'é chi sappia compiere meraviglie quali le sue imprese.
[5] Voi potete capire un po' la sua potenza dalla creazione dell'uomo. Quante mai sono le Sue meraviglie!
[6] Creò (l'uomo) dalla testa ai piedi: con gli orecchi ascolta,con gli occhi vede, col cervello comprende, col naso annusa, dalla trachea fa uscire la voce, dall'esofago introduce cibo e bevanda, con la lingua parla, con la bocca insegna, con le mani fa il suo lavoro, col cuore pensa, con la milza ride, col fegato si adira; il suo stomaco digerisce, coi piedi cammina, il polmone é per respirare
[col polmone], coi reni si lascia consigliare.
[7] E nessuno dei suoi membri cambia funzione, ma ognuno resta nel suo campo.
[8] Perciò é conveniente per l'uomo riflettere su tutte queste cose, chi sia colui che l'ha creato,chi sia colui che l'ha formato nel seno della donna conuna goccia (di seme) maleodorante; chi sia quello che l'ha fatto uscire alla luce del mondo, chi gli ha dato la vista degli occhi e il passo dei piedi,chi lo mette e lo colloca sulle sue fondamenta e sulla sua base,chi gli ha riservato buone ricompense per la sua conoscenza, chi ha versato su di lui un'anima vivente e uno spirito puro che viene da Lui.
[9] Beato l'uomo che non macchia lo spirito santo di Dio, che (Egli stesso) ha posto e versato in Lui. Beato lui, se lo restituisce puro a chi l'ha creato, come era il giorno in cui gli fu consegnato".
[10] Fin qui le parole di Neftali, figlio di Israele, con le quali egli ammonì i suoi figli: il discorso é stato più dolce del miele.
Fine del Testamento di Neftali, figlio di Giacobbe.
Aggiunta del ms. e alla fine del v. II, 3 del Testamento di Levi *
[1] Allora lavai le mie vesti e le purificai in acqua pura.
[2] Tutto mi lavai in acqua viva. Tutte le mie vie resi dritte.
[3] Allora alzai al cielo i miei occhi e il mio volto. Aprii la mia bocca e parlai.
[4] Le dita delle mani e le mani aprii alla verità al cospetto dei santi. Pregai e dissi:
[5]Signore, tu conosci tutti i cuori e tutti i pensieri delle menti. Tu solo sai.
[6] Ora i miei figli sono con me. Concedimi tutte le vie della verità.
[7] Tieni lontano da me, Signore, lo spirito ingiusto, e quello dei pensieri cattivi. Allontana da me l'impudicizia e la prepotenza.
[8] Mi sia mostrato, o Signore, lo spirito santo. Dammi consiglio, saggezza, conoscenza e forza
[9] perché possa fare ciò che ti piace, trovare grazia di fronte a te e lodare le parole che tu mi rivolgi, Signore.
[10] Che nessun satana abbia potere su di me così da farmi deviare dalla tua via.
[11] Abbi pietà di me. Avvicinami a Te, perché possa essere tuo servo e prestarti culto come si conviene.
[12] Che il muro della tua pace mi stia d'intorno. La tua protezione potente mi protegga da tutti i mali.
[13] Concedi e cancella la malvagità di sotto il cielo. Annienta la malvagità dalla faccia della terra.
[14] Purifica il mio cuore, o Signore, da ogni impurità, e io mi innalzerò fino a te.
[15] Non allontanare il tuo volto dal figlio del tuo servo Giacobbe. Tu, Signore, hai benedetto mio padre Abramo e Sara mia madre.
[16] Tu dicesti di voler concedere loro una discendenza giusta benedetta per tutti i secoli.
[17] Ascolta inoltre la voce di Levi, tuo servo, cosicché ti possa stare vicino.
[18] Rendimi partecipe delle tue parole, così da poter emettere un giudizio verace, io e i miei figli per tutte le generazioni future.
[19] Non allontanare il figlio del tuo servo dal tuo volto per tutti i giorni futuri. E mi tacqui dal pregare oltre. Frammenti della Geniza e aggiunta del ms. e dopo Test. Levi, XVIII, 2
[11] Ce ne andammo da Betel e abitammo nella Fortezza di Abramo, nostro padre, presso Isacco, nostro padre.
[12] Isacco, nostro padre, ci vide tutti, ci benedì e gioì.
[13] Quando seppe che ero diventato sacerdote del Dio Altissimo, Signore del Cielo, cominciò ad istruirmi insegnandomi le norme del sacerdozio. Mi disse:
[14] "Levi, guardati da ogni impurità e da ogni peccato. Le tue norme sono maggiori di quelle di chiunque altro.
[15] E ora ti esporrò le norme vere; non ti nasconderò nulla nell'insegnarti le norme del sacerdozio.
[16] Prima di tutto, guardati da ogni dissolutezza e impurità nonché da ogni impudicizia.
[17] Prenditi una moglie della mia stirpe e non profanare il tuo seme con le prostitute. Infatti sei nato da un seme santo e il tuo seme é santo come il santuario. Sarai chiamato sacerdote santo di tutta la discendenza d'Abramo.
[18] Tu sei vicino al Signore e sei vicino a tutti i Suoi santi. Perciò sii puro nel tuo corpo da ogni impurità degli uomini.
[19] Quando ti muovi per andare al tempio, prima di tutto làvati interamente con acqua. Poi indossa l'abito sacerdotale.
[20] Quando ti sei vestito, lava di nuovo le tue mani e i tuoi piedi, prima di offrire una qualunque cosa sull'altare.
[21] E quando offri sull'altare una qualunque cosa che sia adatta al sacrificio, lava di nuovo le tue mani e i tuoi piedi.
[22] Metti sull'altare legna tagliata a pezzi e controlla prima di tutto che sia libera da vermi. Dopo fa' il sacrificio. Ho visto che anche mio padre Abramo ci faceva attenzione.
[23] Di tutti i
[dodici] generi di legno, mi disse che erano adatti a bruciare sull'altare quelli, il cui fumo aveva un buon odore.
[24] Questi sono i loro nomi: cedri, allori, mandorli, abeti, pini, frassini, cipressi, fichi, olivi, ginepri, mirti, asfalato.
[25] Questi sono (i legni) che egli mi indicò come adatti a bruciare sotto il sacrificio sopra l'altare. Quando avrai posto i loro pezzi di legno sopra l'altare e il fuoco comincerà ad appiccarsi loro, allora comincia a spruzzare il sangue sui muri dell'altare.
[26] E di nuovo lava le tue mani e i tuoi piedi dal sangue. Poi comincerai a offrire i pezzi salati.
[27] Per prima offri la testa e coprila di grasso; non far vedere il sangue del sacrificio del bove.
[28] Dopo (offrirai) il collo e dopo il collo le gambe anteriori, dopo le gambe anteriori il petto con i fianchi e dopo il petto le coscie coi lombi; dopo le coscie, i piedi assieme alle interiora, tutto lavato.
[29] Tutti questi (pezzi) devono essere salati col sale, come si conviene alla loro natura.
[30] Dopo di ciò la farina deve essere impastata con l'olio e infine il vino delle libagioni. Su tutto questo brucia incenso. Tutti i tuoi gesti siano compiuti secondo la norma; tutti i tuoi sacrifici devono essere graditi, profumo gradevole davanti a Dio Altissimo.
[31] Tutto ciò che fai, fallo secondo la norma, secondo misura e peso. Non aggiungere nulla che non sia adatto. Non omettere di tener conto di ciò che é adatto alle legna, che sono adatte a offrire tutto quello che si possa offrire sull'altare.
[32] Per il bue grosso ci vuole un talento di legna, quanto a peso. Se si offre soltanto il grasso, sei mine. Se si tratta dell'offerta di un bue non molto grosso (a questo punto il testo aramaico si interrompe e si può continuare con la traduzione greca) ci vogliono cinquanta mine di legno. Se poi si tratta solo del suo grasso, (bastano) cinque mine.
[33] Per un vitello grosso (ci vogliono) quaranta mine (di legna).
[34] Se é da offrire un montone o un capro, anche per questo (ci vogliono) trenta mine; ma per il grasso, tre.
[35] Se (si tratta) di un agnello o di un capretto, (ci vogliono) venti mine; ma per il grasso due mine.
[36] Se invece (si tratta) di un agnello grosso, di un anno, o di un capretto (delle stesse dimensioni), (ci vogliono) quindici mine; per il grasso una mina e mezzo.
[37] Cospargi di sale il bue grosso, in modo da salare la sua carne e mettilo sull'altare. Per il bue la quantità adatta é un saton. Col sale che avanza, sala la pelle.
[38] Per il bue non molto grosso, (ci vogliono) cinque sesti di saton. Per il vitello, mezzo saton.
[39] Per il montone (ci vuole) mezzo satoné e per il capro la stessa quantità.
[40] Per l'agnello e per il capretto (ci vuole) un terzo di saton. Questa é (la quantità di) farina che ci vuole per questi (animali).
[41] Per il bove grosso, per quello meno grosso e per il vitello (ci vuole) un saton di farina.
[42] Per il montone e per il capro (ci vogliono) due terzi di saton; per l'agnello e per il capretto, (ci vuole) un terzo di saton. Per ciò che riguarda l'olio:
[43] per il bove (ci vuole) un quarto di saton lavorato con la farina.
[44] Per il montone un sesto di saton e per l'agnello un ottavo di saton
[e d'agnello]. In quanto al vino, (ci vuole) nella stessa misura dell'olio, sia per il bove, sia per il montone, sia per il capretto, per versare in libagione.
[45] Quanto all'incenso, (ce ne vogliono) sei sicli per il bove, la metà per il montone e un terzo per il capretto. La farina deve essere sempre impastata con l'olio.
[46] Se offri la carne sola, senza il grasso, su di essa deve essere offerto incenso, per un peso di due sicli. Un terzo di saton é un terzo di efa.
[47] Due terzi di bat...
[48] E ora, figlio mio, ascolta le mie parole e da' retta ai miei comandamenti: non si allontanino queste mie parole dal tuo cuore durante tutti i tuoi giorni, perché sei sacerdote santo del Signore.
[49] Tutti i tuoi discendenti saranno sacerdoti. Da' ordini ai tuoi figli in questo modo, perché si comportino secondo quest'insieme di norme, che ti ho mostrato.
[50] Il padre Abramo, infatti, mi ha ordinato di fare così e di tramandare quest'ordine ai miei figli.
[51] E ora, figlio mio, gioisco che tu sia stato eletto al sacerdozio santo, a offrire sacrifici al Signore Altissimo, come conviene fare secondo questo mandato.
[52] Quando stai per offrire davanti al Signore il sacrificio di un animale qualsiasi, accogli la legna secondo la norma che ti dico. Il sale, la farina, il vino e l'incenso, ricevili dalle loro mani per qualunque animale.
[53] Ogni ora lava mani e piedi, quanto ti incammini verso l'altare, e, quando torni dal santuario, non resti attaccato alle tue vesti nessuna traccia di sangue. Quel giorno non devi più indossare (l'abito macchiato di sangue).
[54] Mani e piedi lava perfettamente da ogni traccia di carne.
[55] Non si veda su di te nessuna traccia di sangue, perché il sangue é anima.
[56] Se tu, in casa, ti prepari un qualunque tipo di carne per mangiare, copri il suo sangue con la terra prima di mangiare di quelle carni. Non mangiare mai del sangue.
[57] Così, infatti, mi ha ordinato mio padre Abramo, perché, riguardo al sangue, trovò scritto così nel libro di Noé.
[58] E ora, figlio amabile, tu sei, come ti dicevo, amato da tuo padre e sacro al Signore Altissimo. Sarai amato più di tutti i tuoi fratelli.
[59] E' attraverso la tua discendenza che sulla terra si sarà benedetti e la tua discendenza sarà registrata per sempre nel libro del ricordo della vita.
[60] Il tuo nome e quello della tua discendenza non sarà mai cancellato per tutti i tempi dei tempi.
[61] E ora, figlio Levi, la tua discendenza sarà benedetta sulla terra per tutte le generazioni future.
[62] Quando negli anni della mia vita furono compiute quattro settimane, a ventotto anni, presi in moglie una donna della stirpe di mio padre Abramo: Melca, figlia di Bathuel, figlio di Laba, fratello di mia madre.
[63] Essa concepì per opera mia e partorì il suo primo figlio, che chiamai Gersom; pensai infatti che la mia discendenza sarebbe stata straniera nella terra in cui ero nato: noi siamo stranieri nella terra...
[64] Riguardo al bambino, vidi nella mia visione, che sarebbe stato cacciato dal sommo sacerdozio, lui e i suoi discendenti
[sarebbe stata la sua discendenza].
[65] Avevo trenta anni, quando nacque. Nacque a un tramonto, nel decimo mese.
[66] Essa concepì di nuovo per opera mia e partorì al tempo adatto per le donne. Chiamai il nome del bambino Kahat.
[67] Quando nacque, vidi che tutto il popolo si sarebbe raccolto sotto di lui e avrebbe avuto il sommo sacerdozio di tutto Israele: lui e tutta la sua discendenza avrebbero dominato dei re: sacerdozio d'Israele.
[68] Egli nacque, quando avevo trentaquattro anni, il primo giorno del primo mese, quando sorgeva il sole.
[69] Fui di nuovo con lei ed essa concepì e mi partorì un figlio che chiamai Merari, perché mi ero amareggiato molto per causa sua. Infatti, appena nacque, morì. Io fui molto amareggiato per causa sua, perché moriva. Piansi e pregai per lui; fu una grande amarezza.
[70] Essa partorì, quando avevo quaranta anni, nel terzo mese.
[71] Fui di nuovo con lei ed essa concepì e mi partorì una figlia, cui posi nome Yokebed. Dissi: Poiché essa mi é nata come onore, essa mi é nata come gloria di Israele.
[72] La partorì, quando avevo sessantaquattro anni, il primo giorno del settimo mese, dopo che andammo in Egitto.
[73] Nel sedicesimo anno andammo in Egitto. Ai miei figli furono date in moglie le figlie dei miei fratelli... (Parole tra lacune non colmate).
[74] Il nome dei figli di Gersom era: Libni e Simai. Il nome dei figli di Kahat era: Amram, Ishar, Hebron e Uzziel. Il nome dei figli di Merari: Mahli e Musai.
[75] Amram sposò mia figlia Yokebed, quando io ero ancora vivo e avevo novantaquattro anni.
[76] Chiamai Amram con questo nome, quando nacque, perché quando nacque, dissi:Questi condurrà via dall'Egitto il popolo: per questo fu chiamato il suo nome" Popolo innalzato ".
[77] Lui e mia figlia Yokebed nacquero nello stesso giorno.
[78] Avevo otto anni, quando arrivai nella terra di Canaan e avevo diciotto anni, quando uccisi Sichem e distrussi gli operatori di violenza.
[79] A diciannove anni diventai sacerdote e a ventotto anni mi sposai.
[80] Avevo quarantotto anni, quando andai in Egitto. Ottantanove anni vissi in Egitto.
[81] La durata della mia vita é stata in tutto centotrentasette anni. Prima di morire, ho visto i figli della terza generazione
[82] Quando avevo centodiciotto anni, cioè l'anno, in cui morì Giuseppe mio fratello, chiamai i miei figli e i loro figli e cominciai a raccontare loro tutto ciò che avevo nel cuore.
[83] Presi la parola e dissi ai miei figli: Ascoltate la parola di Levi, vostro padre; fate attenzione ai comandamenti dell'amato di Dio.
[84] Io vi do un comandamento, figli miei, io vi mostro la verità, amati miei.
[85] L'insieme delle vostre opere sia verità e per sempre abiti presso di voi la giustizia.
[86] La verità.....
[87] Chi semina bene, bene raccoglie; e chi semina male, a lui torna il suo seme.
[88] E ora, figli miei, insegnate ai vostri figli il libro dell'insegnamento della Sapienza, e la Sapienza stia presso di voi come onore eterno.
[89] Chi apprende la Sapienza, essa gli é di onore, e chi disprezza la Sapienza, si trova nel disprezzo.
[90] Guardate, figli miei, Giuseppe, mio fratello, che dette l'insegnamento e l'ammaestramento della Sapienza.
[91] Tutti lo onorano per questo, perché vogliono imparare dalla sua Sapienza.
[92] I suoi amici sono numerosi e coloro che lo salutano sono grandi.
[93] Lo pongono in un posto d'onore, per ascoltare le parole della sua Sapienza.
[94] Un gran tesoro d'onore é la Sapienza, un buon tesoro per tutti quelli che la possiedono.
[95] Se vengono re potenti e un grande esercito, molti nemici, cavalieri e carri con loro, e conquistano... città e territorio, portando via tutto quello che c'é, i tesori della Sapienza, non li possono portar via; non possono scovare i suoi segreti, né..