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Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Braccio e mano


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Il braccio e la mano sono normalmente l‘organo e il segno dell‘azione, dell‘espressione, della relazione. Il simbolismo del braccio implica quindi sovente ima sfumatura di potenza; quello della mano l‘abilità, il possesso.

1. Il braccio e la mano di Dio. - La mano di Dio ha fatto il cielo e la terra (Is 66, 2). Come la mano del vasaio, essa plasma (Giob 10, 8; Ger 18, 6; cfr. Gen 2, 7). Così Dio rivela la potenza del suo braccio, anzi «il suo braccio» in modo assoluto (Is 53, 1), nella creazione (Ger 32, 17), e nella storia (Deut 4, 34; Lc 1, 51). Sovente egli agisce «col braccio teso e con mano forte». Il suo «braccio di santità» (Is 52, 10), la sua «mano buona» (Esd 7, 9), «l‘ombra della sua mano» (Is 49, 2), la sua mano alzata per il giuramento (Deut 32, 40), evocano la sua protezione potente (cfr. Gv 10, 29). Nella mano di Dio si trova la sicurezza (Sap 3, 1; cfr. Sal 31, 6 = Lc 23, 46), e quando la mano di Dio «è su» un profeta, è per prenderne possesso e come per comunicargli lo spirito di visione (Ez 1, 3...). La mano di Dio non è «troppo corta» per salvare (Is 50,2). Essa tuttavia può farsi pesante (Sal 32, 4), e colpire (Is 5, 25; cfr. Ebr 10, 31), quando è stato disprezzato l‘amore insistente che essa testimoniava (cfr. Is 65, 2 = Rom 10, 21). La mano di Cristo, come quella di Dio, è onnipotente (Mc 6, 2; cfr. Gv 10, 28); possiede tutto (Gv 3, 35); è soccorrevole (Mt 8, 3).

2. Il braccio e la mano dell’uomo- - Paragonato a quello di Dio, il «braccio di carne» è impotente (2 Cron 32, 8; cfr. Is 40, 12; Prov 30, 4)- Tuttavia anche nell‘uomo il braccio è strumento e simbolo di azione vigorosa (Sal 18, 35)- Il gesto della mano esprime il moto dell‘animo: la gioia (2 Re 11, 12), l‘angoscia (Ger 2,37), la benedizione (Gea 48, 14), il giuramento (Gen 14, 22), soprattutto la preghiera e l‘adorazione (Sal 28, 2; 1 Tini 2, 8; Giob 31, 27); infine le mani del supplicante devono essere pure (Sa] 24,4; Giac 4, 8; cfr. Is 1, 15). Se la mano di Dio «è con» qualcuno (cfr. Lc 1, 66), è per proteggerlo o per dotare di potenza divina l‘atto di quest‘uomo (Atti 11, 21; 5, 12). Così, imponendo le mani, gli apostoli possono comunicare lo Spirito di Dio stesso (Atti 19, 6; cfr. 1 Tim 4, 14).

Autore: A. Ridouard
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica