Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Bestia e Bestie


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1. Nascita di un simbolismo. - Nella Bibbia non si tratta di un simbolismo analogo a quello dei bestiari del Medio-Evo; al massimo è abbozzato a proposito di qualche animale. Tuttavia le bestie nemiche dell‘uomo occupano un posto nel pensiero religioso e forniscono rappresentazioni mediante immagini che si ritrovano dalla Genesi all‘Apocalisse. Nessuna riflessione sul mistero animale; in compenso tutti gli animali repellenti o dannosi sono presenti, compresi quelli della leggenda: le bestie selvatiche, leoni, lupi e pantere (Os 5, 14; Ab 1, 8), iene e sciacalli (Is 13, 22); i rapaci e gli uccelli delle rovine (Is 13, 21; 34, 11 ss; Sof 2, 14); i rettili, dal basilisco al coccodrillo (Sai 91, 13; Ez 29); gli insetti nocivi come le locuste e le cavallette (Nah 3, 15 ss)... Tutta una fauna cattiva, connessa con la presenza dei demoni (cfr. i satiri di Is 13,21; 34,12-14; Lev 17, 7), si leva in tal modo di fronte all‘uomo. Senza contare i grandi mostri marini (Gen 1,21), prototipi della bestia per eccellenza, il dragone, il serpente fuggitivo, Rahab o Leviathan (Is 27, 1; Giob 7, 12; Is 51, 9). Questo, che personifica il mare nel simbolismo dei miti orientali, si leva di fronte a Jahve stesso come l‘avversario del suo disegno di salvezza.

2. Alle origini. - Di fatto, riprendendo una immagine ora smitizzata, taluni testi rappresentano l‘atto creativo di Dio come un combattimento vittorioso contro il mostro primordiale, incarnazione del disordine: Rahab o Leviathan (Sai 74, 13 s; 89, 10 s; Giob 9, 13; 25, 12; Is 51, 9). Questa guerra, collocata fuori del campo della storia, darà un senso a tutti gli scontri storici tra Jahve e i suoi nemici. Il primo di questi scontri è il dramma del paradiso (Gen 3). Nella Genesi il subdolo avversario di Dio e degli uomini non è ancora chiamato con il suo vero nome; ma dietro il serpente terrestre si nasconde il serpente-prototipo, il dragone che è il demonio e Satana (Sap 2,24; Apoc 12,9; 20,2). La bestia maledetta tra tutte rappresenta in tal modo il maledetto per eccellenza; e la storia sarà un campo chiuso in cui questi si misurerà con la posterità della donna, sulla quale ha acquistato un certo potere (Gen 3, 14 ss).

3. Le lotte della bestia contro l’uomo. a) Le bestie, flagello di Dio. - Questa guerra si colloca anzitutto sul piano temporale: le bestie malefiche se la prendono con l‘umanità peccatrice. Ma non agiscono in piena indipendenza; Dio sa volgere la loro azione ai propri fini; esse sono gli artefici del suo giudizio contro l‘Egitto (Es 7, 26 - 8, 28; 10, 1-20; Sap 16, 1-12); eseguono le sue maledizioni contro il popolo infedele (Deus 28, 26. 42; Lev 26, 22; cfr. Ger 15, 3). Così il cliché delle città abbandonate, in balia degli animali selvatici, serve ad evocare il castigo delle collettività umane (Is 34, 11 s; Ger 9,10; 10,22; 49,33; 50,39; 51,37; Sof 2, 14 s...). Nel deserto, serpenti brucianti mordono coloro che mormorano (Num 21, 5-7); nella terra promessa le locuste divorano i raccolti, esercito terribile la cui invasione annunzia il giorno di Jahve (Gioe 1 - 2). Locuste simboliche si ritrovano pure tra i flagelli escatologici, strani cavalieri che devastano l‘umanità peccatrice (Apoc 9, 3-10; cfr. Nah 3, 15 ss; Ger 51, 27)- Alla loro testa marcia l‘angelo dell‘abisso (Apoc 9, 11), e nessuno sfuggirà loro, se non è segnato per la salvezza (Apoc 9, 4; cfr. 7, 3). b) I trionfi della bestia. - Ma la bestia ha altri trionfi. Sotto il suo velo Satana si fa adorare dagli uomini. Questi nel loro accecamento si prostrano dinanzi «ad ogni specie di immagini di rettili e di animali ripugnanti» (Ez 8, 10). Vietata in Israele dalla legge (Deut 4, 16 ss), questa forma di idolatria provoca stragi presso i popoli pa gani (Sap 11, 15; 12,24; 13,10.14; Rom 1,23), attirando su di essi i rigori dell‘ira divina (Sap 16, 1-9; Rom 1, 24 ss). Più ancora: la bestia si incarna in qualche modo nei grandi imperi pagani che tentano di dominare il mondo, fanno guerra al popolo di Dio e manifestano un‘arroganza sacrilega (Dan 7, 2-8). Così riprende quaggiù il combattimento primordiale, perché dal dragone, principe di questo mondo, la bestia in questione ha il suo potere (Apoc 13, 4). Di fronte a Cristore essa si leva come l‘anticristo, bestemmiando, perseguitando i santi e facendosi adorare (Apoc 13, 1-9), e nessuno ha il diritto di vivere quaggiù se non è segnato con la sua cifra (Apoc 13, 16 ss; numero). Questa pretesa dell‘impero totalitario non è soltanto il caso di Antioco Epifane o della Roma pagana: la si vedrà rinascere lungo tutta la storia della Chiesa. c) La sconfitta della bestia. - Ma questo trionfo della bestia non è che apparente e momentaneo. Già nel VT si afferma la vittoria dei credenti. Per Israele nel deserto Mosè innalza il segno del serpente di bronzo (Num 21, 9), e chiunque lo guarda rimane in vita (Sap 16,6). Di fronte alla zoolatria dei pagani Israele sa difendere la sua fede nel solo Dio vivente (Dan 14,23-42). Affronta senza cedere il pericolo dei leoni, e Dio ne lo libera (Dan 6); infatti chiunque confida in Dio è custodito dai suoi angeli, e può calpestare con i piedi le bestie malefiche (Sai 91, 11-13). Queste vittorie anticipate annunziano quella di Gesù, il quale, dopo aver respinto Satana (Mt 4, 1-11 par.), rimane nel deserto «con le bestie selvatiche», servito dagli angeli (Mc 1, 13). Egli può quindi comunicare ai suoi discepoli «il potere di schiacciare coi piedi serpenti, scorpioni, ed ogni potenza del nemico» (16, 17 s), perché ora Satana è caduto dal cielo, e gli stessi demoni sono sottomessi agli inviati di Gesù (cfr. Lc 10, 17 ss). Se la sconfitta della bestia non è ancora pubblica, è nondimeno un fatto acquisito.

4. La morte della bestia. - Il giudizio che porrà termine alla storia implicherà la consumazione di questa sconfitta: la bestia sarà uccisa, ed il suo corpo dato al fuoco (Dan 7, 11-27), così si consumerà la disfatta dei serpente primordiale che è il demonio e Satana (Apoc 12, 9). Sarà l‘ultimo combattimento di Cristo (Apoc 19,11-16), che difende la sua città santa contro le nazioni scatenate (Apoc 20, 8 s). Allora Satana, e la morte e l‘Ade, e la bestia ed il suo falso profeta, e tutti gli adoratori della bestia, seguaci dell‘anticristo, saranno gettati insieme nel lago di fuoco e di zolfo, il che costituisce la seconda parte (Apoc 19, 19 ss; 20, 10. 14). Così avrà fine il dramma che s ?è aperto alle origini.

Autore: P. Grelot
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica