Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Tommaso (Vangelo di)


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Il testo del cosiddetto V .d. T., in lingua copta (o egiziana popolare) fa parte di un notevole complesso di papiri in forma di codici, del III-IV sec. d. C., scoperti nel 1946, nei pressi di Nag-Hamadi (antica borgata di Khenoboskion), nell'Egitto Meridionale, in un grande vaso di terracotta.
Il testo è contenuto nel manoscritto X che è il più voluminoso fra quelli ritrovati; ed è compreso nei fogli 80-99, dei 158 riprodotti fotograficamente nel primo volume finora pubblicato (Pahor Sabib, Coptic Gnostic Papyri in tlte Coptic Museum at Old Cairo, volume I, Cairo 1956).
Essi incominciano così: «Ecco le parole segrete che Gesù pronunciò e Didimo Giuda Tommaso scrisse. Ed egli disse: chi scoprirà il significato di queste parole non assaggerà la morte».

In calce, essi finiscono col seguente titolo: «L'Evangelo secondo Tommaso». Inizio e titolo già svelano trattarsi, tutt'al più, di scritto apocrifo (v.); avremmo cioè un evangelo che imita quanto a contenuto e a forma gli evangeli canonici.
In realtà, i venti fogli non contengono nessuna narrazione, ma solo una raccolta di 118 detti eterogenei, attribuiti a Gesù, disposti meccanicamente, gli uni dopo gli altri, senza alcun nesso logico: i cosiddetti "agrafa" (v.).
Ora brevissimi - anche un sol rigo - ora più lunghi - fino a 25 righi -, riflettono nell'insieme una tendenza ereticale gnostica e manichea.
L'autore copto del III-IV sec. li ha tradotti dal greco. Quasi sempre incominciano così: «Gesù disse», o semplicemente: «Disse».
La metà circa di questi detti ripete parole autentiche di Gesù, conservate nei quattro Evangeli, con qualche aggiunta insignificante e variazioni di forma: «Gesù dice: Chi ha in mano, gli sarà dato, e chi non ha, gli sarà tolto il piccolo residuo che ha» (cf. Mt. 13, 12); «Gesù disse: Beato colui che soffre, egli trova la vita» (cf. Mt. 5, 4-10 s.: «Beati gli afflitti... i perseguitati, perché per essi è il regno dei cieli»).
Ma ce ne sono molti, del tutto contrari allo spirito dell'Evangelo, o affatto ereticali: «Simon Pietro disse: Maria vada via di mezzo a noi, perché le donne non sono degne della vita. Gesù disse: Ecco che io l'attrao, per farne un maschio, affinché anch'essa diventi spirito vivente simile a voi maschi, ché ogni buona donna che diventerà maschio entrerà nel regno dei cieli». Altro esempio: «Gesù disse: Beato il leone che l'uomo mangia e il leone diventerà uomo, e maledetto l'uomo che viene mangiato dal leone e l'uomo diventerà leone».
Di questi detti può dirsi esattamente come dei papiri di Oxirinco: «Per lo più le massime, da essi riferite, ora in forma di detti ora in forma che si avvicina a quella evangelica, sono presentate in una struttura semplice, concisa, che imita le autentiche parole di. Gesù. Sennonché non esitano a trasformarle in senso gnostico, quando non giungono a porre sulla sua bocca le elucubrazioni gnostico-panteistiche della loro eresia: "Il regno dei cieli è dentro di voi (ma Lc. 17, 20: "è in mezzo a voi"), e chiunque conosce se stesso lo troverà", oppure: "Quando ti manifesterai a noi e quando ti vedremo? E Gesù: Quando vi spoglierete e non vi vergognerete".
Questa morbosa ascesi sessuale dominava in Egitto all'inizio del II sec.». Si è constatato, con sorpresa, che nel nostro manoscritto sono compresi e riferiti ad litteram i detti conservatici dai celebri papiri di Oxirinco. Cf. nella traduzione di J. Doresse (v. bibl.), pp. 89-91.96-99; si tratta dell'inizio, e dei detti nn. 1-7.31-44. Il che fa pensare che il manoscritto X ci dia la versione copta dell'originale greco, del quale conoscevamo finora i frammenti suddetti.
Allora, i cosiddetti "agrapha" o sentenze sparse, non sono mai esistiti, come unità vaganti, a sé stanti; ma traggono origine da quell'apocrifo unitario, di origine gnostica, scritto in Egitto, nella prima metà del II sec. Non si parli pertanto più di raccolta di agrapha. È certo, comunque, che è soltanto ridicolo parlare di un quinto evangelo, come purtroppo, con grande ignoranza e leggerezza, è stato fatto.

[F. S.]
BIBL. - H. C. PUECH-J. DORESSE, Nouveaux écrits gnostiques découverts en Haute Egypte, in Comptes rendus de l'Académie des Inscr. et Belles Lettres, Parigi 1948; H. C. PUECH, in Coptic Studies in honour of W. E. Crum, Bulletin of the Byzantin Inst., 2, Boston 1950, pp. 91-154; G. GARITTE, in Le Muséon 70 (1957) 59-73; J. LEIPOLDT. Ein neues Evanyelium? Das koptisches Thomas-evangelium, ilbersetzt und gesprochen, in ThLZ 83 (1958) 481-496; J. DORESSE, L'Evangile selon Thomas ou Les Paroles de Jésus, Parigi 1959; testo originale copto e trad. francese: L'Evangile selon Thomas par A. GUILLAUMONT, H. C. PUECH, G, QUISPEL, W. TILL et YASSAH 'ABD AL-MASIH, Parigi 1959; O.' CULLMANN, in ThLZ 85 (1960) 321-334; ID., L'Evangelo di Tommaso, in Protestantesimo 15 (1960) 14,2-152; G. DE ROSA, Un quinto Evangelo? Il Vangelo secondo Tommaso, in C.C., 111-I (1960) 496-512; S. Munoz IGLESIAS, El Evangelio de Tomas y algunos aspectos de la cuestion sinoptica, in EstE, 34 (960) 883-894; Miscellanea Biblica A. Fernandez .

Autore: Mons. Francesco Spadafora
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora