Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Re (libri dei)


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Il libro, originariamente unico, fu diviso in due libri nella versione greca dei LXX, seguita dalla Volgata e da tutte le edizioni, anche l'ebraica a cominciare dal 1517; dai LXX e dalla Volgata furono denominati III e IV Reg. per l'inclusione di Sam (I e II Reg.); dalla Bibbia ebraica invece I e II Reg.
Narrano la storia d'Israele dall'intronizzazione di Salomone (ca. 970 a. C.) in poi; uno spazio di ca. quattro secoli. Regno di Salomone, e scissione delle tribù settentrionali. Storia del regno sett. fino alla distruzione di Samaria (v. Israele, storia) e del regno di Giuda (v. Giuda, storia) sino alla distruzione di Gerusalemme (587 a. C.); con un'appendice sulla liberazione di Ioakin (561 a. C.), ad opera di Evil-merodach, re di Babilonia. L'autore segue uno schema fisso: riallaccia sincronistica. mente gli avvenimenti di un regno con quelli di un altro; poi giudica sotto l'aspetto religioso il governo del re; e infine, dopo aver rimandato alle fonti per notizie più ampie, descrive la morte, la sepoltura del re e, quando il caso lo richieda, la trasmissione e la presa di possesso del regno da parte del figlio.
A questo schema generale vengono inseriti altri particolari.
1. Gli ultimi giorni di Davide (I Reg. 1-2, 11).
2. La lunga storia di Salomone (tra l'introduzione [I Reg. 2, 12] e la conclusione [I Reg. 11, 41-43]), la sua sapienza, la magnificenza degli edifici costruiti, specialmente il Tempio, le sue ingenti ricchezze, la sua infelice fine e l'idolatria che ne fu la causa.
3. La storia di Achab (I Reg. 16, 30; 2Reg. 1) è frammista ai casi particolari della vita di Elia (v.).
4. Le gesta di Eliseo (v.); (2Reg. 2; 4; 5; 6; 8); la sua partecipazione alla guerra con i Moabiti (3) e con gli Aramei (6, 8-7, 20); l'usurpazione di Hazael del trono di Damasco (8, 7-16) e la promessa di aiuto a Ioas, re d'Israele (13, 14-21).
5. Tra i fasti di Eliseo vengono inclusi le storie di Iehu (2Reg. 9-10) e di Atalia nel regno di Giuda (11).
6. Nella storia di Ezechia (2Reg. 18-20) sono inseriti alcuni fatti che riguardano Isaia (Is. 36-39).
7. Nello schema del regno di Iosia c'è la narrazione del ritrovamento del libro della Legge e della riforma religiosa (2Reg. 22-23).
8. Il brano 2Reg. 24, 18-25 serve di conclusione anche al libro del profeta Geremia (Ier. 52).

Da quanto è stato detto precedentemente appare chiaro che la composizione del libro avvenne in varie tappe. La forma primitiva doveva essere costituita dagli schemi delle storie dei re che l'autore aveva desunto dal "Libro degli annali di Salomone" (I Reg. 11, 41), da quello dei re di Giuda (I Reg. 14, 39) e da quello dei re d'Israele (I Reg. 14, 19, ecc.). Eran questi, documenti pubblici accessibili a tutti, in opposizione a quelli conservati nell'archivio del re.

Poiché i re venivano giudicati secondo il loro comportamento riguardo alle "alture sacre" (per es. 1Reg. 15, 14; 22, 44), pare che l'autore abbia composto il suo libro dopo che Iosia completò la sua riforma (621), e probabilmente dopo la morte del re (secondo questa ipotesi il 2Reg. 23, 25, eccetto le ultime parole, costituirebbe la parte conclusiva dell'opera). Che l'opera sia stata compita prima dell'esilio appare dai seguenti dati: che il Tempio esiste ancora e che l’Arca è visibile (I Reg. 8, 8), che Edom si è sottratto al dominio di Giuda "sino ad oggi" (2Reg. 8, 20, ss.), il che suppone che Giuda era ancora indipendente, e, infine, che la descrizione della riforma di Iosia è fatta con grande ardore, e ciò non si spiegherebbe se il regno fosse stato ormai distrutto dalle basi. Questa ipotesi sul tempo della prima redazione del Libro è confermata dal fatto che le vicende dei profeti (Elia, Eliseo, Isaia) pare siano state inserite da un altro redattore, giacché la forma primitiva, nella sua schematicità, non poteva ammettere simili digressioni. Sembra che il secondo redattore abbia composto la sua opera prima del regno di Ioaqim (609-598), dato che non si fa alcun accenno al profeta Geremia. L'ultima mano al libro fu data dopo il 562 (durante l'esilio: 2Reg. 25, 22-30). Avendo così l'esilio provato l'infedeltà di Giuda, l'ultimo redattore poté più chiaramente dimostrare l'intervento della giustizia divina. L'autore non ebbe lo scopo di scrivere una storia completa. Non fa cenno infatti a episodi di grande importanza politica, quali, per es., la battaglia presso Qarqar; i famosi re d'Israele Omri e Ieroboam e il re di Giuda Ozia son citati di sfuggita. Volle invece far rilevare l'aspetto religioso in tutto il decorso della storia, perciò s'intrattiene nella descrizione del Tempio, della sua costruzione e dedicazione, delle ruberie e saccheggi a cui fu soggetto (cf. la spedizione di Shesaq (=l'egiziano Shosenq) contro Gerusalemme ai tempi del regno di Roboam: I Reg. 14, 25-26), le modifiche apportate da Achaz (2Reg. 16, 10-18), la profanazione da parte di Manasse (2Reg. 21, 2-9) e la restaurazione fatta da Iosia (2Reg. 22-23). Il Tempio, per di più, viene considerato, secondo quanto era stato prescritto da Deut. 12, 1-28 l'unico luogo in cui legittimamente si poteva venerare Dio. L'autore intende provare che Dio arricchisce di beni quei popoli che osservano le sue leggi e punisce i profanatori e i disubbidienti. Adeguatamente alla loro condotta religiosa giudica i re: loda solo due discendenti di Davide (Ezechia e Iosia); degli altri (Asa, Iosafat, Ioas, Amosia, Ozia, Iotam) dice che agirono bene ma non distrussero "le alture sacre". Al contrario i re d'Israele vengono condannati per i peccati di Ieroboam. «Il valore storico di questo libro dei Re è indiscutibile; garantito dalla divina ispirazione riceve conferma da paralleli documenti della storia profana, segnatamente assiro-babilonese, che ci si presentano qui in tanta copia come per nessun altro libro del Vecchio Testamento» (A. Vaccari, La S. Bibbia II, Firenze 1947, p. 316 s.).
[B. N. W.]

BIBL. - A. MÉDEBIELLE, Le livre de Rou. (La Sainte Bible, ed. Pirot, 3), Paris 1949, pp. 564-800; R. DE VAUX, Le livre de Rou (Bible de Jérusalem), Paris 1949: S. GAROFALO, Il libro dei Re (La S. Bibbia, S. Garofalo), Torino 1951.

Autore: Padre Beniamino Nespon-Wambacq
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora