Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Altare


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Specie di tavola in terra, legno, pietra o metallo, su cui offrivansi i sacrifici (ebr. mizbeah = luogo in cui si immola, da zabah, tuttavia il senso etimologico è stato ampiamente superato dall'uso. Il termine bamah (altura v.) è di regola riservato per designare gli altari e il complesso di costruzioni per il culto idolatrico (cf. I Reg. n, 7; II Reg. 23, 8. 15.19) e di quello illegale (cf. I Reg. 3, 2 ss.; II Reg. 12, 3; 14, 4.35). In Ez. 43, 15 è detta ari'el (= focolare) la sommità dell'altare. Il primo a. di cui parla la S. Scrittura è quello eretto da Noè (Gen. 8, 20); segue l'a. eretto da Abramo per sacrificarvi il figlio (Gen. 29, 9). La prima prescrizione sull'a. (Ex. 20, 24 ss.) stabilisce che esso sia soltanto di terra o di pietra non lavorata e l'accesso di esso non abbia gradini. Celebri l'a. degli olocausti e l'a. dell'incenso, nella tenda Sacra e nel Tempio. Il primo (detto così dal sacrificio più prezioso che vi era offerto) era di legno di acacia rivestito completamente di bronzo, aveva la forma quadrangolare terminante, ad ogni angolo, in una preminenza appuntita all'insù detta "corno" che era della stessa materia ed ugualmente rivestito di bronzo. I "corni" avevano particolare importanza (cf. Lev. 4, e l Reg. l, 50; 2, 28); la rottura di uno di essi dissacrava l'a. (Am. 3, 14).

La solenne consacrazione dell'a. durava 7 giorni: veniva unto con olio e cosparso col sangue delle vittime (Ex. 29, 12 s. 3-6 s.; 30, 25-29; Lev. 8, 10-15; Ez. 43, 18-27). Su di esso doveva ardere continuamente il fuoco sacrificale (Lev. 6, 13; Num. 28, 3-8). Nel tabernacolo mosaico, stava davanti alla tenda-convegno. L'a. costruito per il tempio salomonico detto "l'a. di bronzo" (1 Reg. 8, 64; II Reg. 16, 14 s.), era notevolmente più grande di quello mosaico (I Reg. 8, 64; II Par. 4, l); ed era posto nel cortile interno (Ioel 2, 17). Esso riappare nel tempio di Zorobabel (cf. Esd. 3, 2.6; Neh. 13, 10; I Mach. l, 23.57; 4, 38. 44 s. 47.53). A. dell'incenso o dei profumi: così detto perché riservato alla combustione di profumi in onore di Dio (Ex. 30, 1-10). Era di legno di acacia rivestito d'oro e terminava con una cornice aurea che impediva la caduta dei profumi e della bracia; le sue proporzioni erano esigue (Ex. 39, 38; 40, 5.26). Come il precedente era ornato dei quattro "corni" e munito .ai lati di due anelli per essere facilmente trasportato. Era consacrato con olio (Ex. 30, 25 ss.); il suo luogo era nell'interno della tenda-convegno (nel Santo) (Ex. 30, 6): su di esso si bruciavano gli aromi al mattino e alla sera (Ex. 30, 7 s. 31-36), e sui suoi "corni" compivasi un solenne rito di espiazione (Ex. 30, 10; Lev. 4, 2-14; 16, 12).

Nel tempio di Salomone l'a. dell'incenso fu costruito con legno di cedro e rivestito d'oro, perciò il nome "a. d'oro" (I Reg. 7, 48), o, come spiega Ryckmans, "altare degli aromi". Per l'a. dell'incenso nel tempio di Zorobabel cf. I Mach. 1, 23; 4, 49; II Mach. 2, 5.
[L. M.]

BIBL. - A. CLAMER. La Ste Bible (ed. Pirot, 2), Parigi 1940, pp. 61 SS. 78 s.; E. KALT. Archeologia Biblica, 2a ed., Torino 1944. pp. 109-12. 117 s.; .R. DE VAUX, Les institutions de l'Ancien Testament, II, Parigi 1960, pp. 279-290.

Autore: Padre Luigi Moraldi
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora