Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Valore


font righe continue visite 349

La volontà dell'uomo ha una natura dinamica chiamata tendenza. Ciò a cui tende la volontà è chiamato valore. Il valore insito nelle cose stesse genera nella volontà una risposta di tendenza verso di esse. In forza di questa tendenza, la volontà si orienta verso la realtà di queste cose con l'intento di appropriarsele affinché in questo modo la persona stessa diventi preziosa o buona.

La morale è, prima di tutto, un processo di appropriazione da parte dell'uomo dei valori che stanno nelle cose, intendendo per cose in genere l'intero mondo della realtà, compreso anche Dio. Nell'uomo, il valore delle cose della realtà si trasforma in destino. Le cose, infatti, aprono davanti all'uomo, proprio in quanto dotate di valore, un ambito di vita che è inesorabilmente proprio: l'ambito della morale. È l'uomo concreto, che vive in mezzo alle cose in uno spazio determinato e in un tempo determinato, colui che è moralmente implicato, costretto a costruire il proprio destino personale. È il valore delle cose di cui è composta la vita concreta a stimolare inesorabilmente l'uomo affinché faccia personalmente suo questo valore nell'azione di ogni giorno. In questo senso, le cose, compreso Dio, sono imprescindibili per la realizzazione del destino personale nella storia. Per il fatto di essere morale, l'uomo non è costituito soltanto da caratteristiche che gli sono " naturalmente date ": è chiamato anche ad arricchirsi di caratteristiche nuove che egli fa sue per appropriazione, mediante il desiderio, l'azione e il godimento.

Non esiste solo il valore (positivo): esiste anche il disvalore (negativo). Valore e disvalore dividono la morale in due grandi emisferi reali e contrapposti: ciò che ha valore, ed è quindi appetibile, da una parte; ciò che è negativo, distruttivo e quindi, da respingere, dall'altra parte.

I valori non costituiscono un mondo puramente oggettivo e isolato rispetto alla realtà. Sono le cose stesse della realtà che stimolano l'uomo affinché le adotti o le respinga. Al di là della oggettività, le cose stesse sono la fonte del valore morale e dello stimolo, proiettati su un essere che ha bisogno delle cose per la sua storia personale.

D'altra parte, i valori ci sono sempre trasmessi socialmente come cristallizzazioni di esperienze storiche precedenti, singole o sociali, destinate, ricuperate, ampliate o respinte dalle nuove generazioni. I valori, come la vita, la libertà, la giustizia, la solidarietà, la; persona, ecc. hanno avuto precedentemente un determinato contenuto, ma oggi si presentano con una tonalità differente che non va disattiva. La storicità dei valori è un aspetto importante della loro stessa perentorietà.

Il fondamento dei valori è dunque la realtà stessa delle cose che valgono. Questa realtà è posta in relazione con le persone, e queste, nella loro storia, non possono fare a meno di esse. I valori esprimono la forma fondamentale della normatività: sono il fine e la motivazione ultima dell'agire. Tutti gli altri centri di motivazione, le istituzioni, gli ordinamenti legali, l'autorità, sono strumentali, tributari e dipendenti dal valore morale.

I valori sono molteplici e, inoltre, sono differenti nel grado di valutazione. Alcuni valori sono superiori ad altri, ossia, valgono più di altri: " La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito " (Lc 12, 23). Una caratteristica essenziale dei valori è quella di essere gerarchizzabili, di essere alcuni preferibili ad altri. La morale dice all'uomo che non può lasciarsi portare dalle tendenze: è costretto a preferire. Alla vita morale dell'uomo è inerente la sua condizione drammatica. Egli deve fondamentalmente a questa necessità inesorabile il fatto di dover sospendere la tendenza e di aprirsi alla diversità dei valori che sono in gioco. Deve scegliere fra questi. La morale cristiana ha tematizzato con forza, non sempre in termini armonici, la differenza di valore tra Dio e le creature.

La gerarchia di valori si presenta alle volte nella forma drammatica più acuta di conflitto tra valori, quando in una data situazione, due o più valori non possono essere appropriati simultaneamente da una persona. Il conflitto può sorgere tra il bene particolare ed il bene generale, tra due progetti riguardanti il futuro o tra due beni particolari. Nella vita di oggi, i conflitti tra valori vanno moltiplicandosi. I valori della pace, della giustizia, della dignità della persona dànno luogo a frequenti situazioni conflittuali. Sarà allora necessario ricorrere ad uno sforzo personale di discernimento sul grado maggiore o minore di perentorietà dei valori in conflitto.

Un'educazione delle persone e dei gruppi sociali circa la capacità di discernere la scelta di determinati valori cruciali è indispensabile, soprattutto in una situazione di società pluralista. Tutta la società dovrebbe essere in grado di farsi carico responsabilmente dei valori, in questione. La banalizzazione sociale della morale o la frivolezza dei giudizi di valore, insieme alla contaminazione ideologica, sono le due grandi minacce che pesano oggi sulla grande sfida dei valori.

Bibl. - Cottier G., Valori e transizione, Ed. Studium, Roma, 1994. Dalle Fratte G. (ed.), Fine e valori, Ed. Armando, Roma, 1992. De Ruvo V., I valori morali, Cedam, Padova, 1970, Santelli Beccegato L. (ed.), Bisogno di valori, Ed. La Scuola, Brescia, 1991. Valori P., " Valore morale ", in: Nuovo Dizionario di teologia morale, Ed. Paoline, Cinisello B., 1994 , pp. 1416-1427.





Autore: J. de la Torre
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)