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Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Sacrificio


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In tutte le religioni, il sacrificio è il rito più importante. Esso consiste in un'azione simbolica in forza della quale gli uomini riconoscono la sovranità della divinità su tutte le cose. Presso molte religioni, il sacrificio possiede una grande complessità rituale: da una parte, acquistano importanza i riti di distruzione di una vittima come segno di rinuncia; dall'altra, i riti sono interpretati come azioni efficaci affinché il dono passi dalla sfera profana a quella sacra.

La religione di Israele possedeva una grande quantità di sacrifici, mentre il popolo era continuamente minacciato dalla tentazione di dare più importanza al rito sacrificale che non al suo significato profondo. I profeti non condannano il sacrificio in quanto tale, ma le sue deviazioni, poiché senza la disposizione interna del cuore, il sacrificio è un gesto vano ed ipocrita (Am 4,4; Is 1,11-16). Gesù ribadisce il concetto profetico del primato dello spirito sul rito esterno (Mt 5,23 ss; Mc 12,33). Però, presenta una realtà nuova, che è il suo scrificio. Tra i due Testamenti, c'è continuità e rottura: la continuità si manifesta nell'applicare alla morte di Cristo la terminologia sacrificale dell'AT; il superamento sta nella originalità assoluta dell'offerta di Gesù.

Gesù predice la sua passione usando, parola per parola, i temi che caratterizzano il sacrificio espiatorio del Servo di JHWJ (Mc 10,45; Lc 22,37; cf Is 53,10 ss). L'ambiente in cui si svolge la Cena d'addio stabilisce un rapporto voluto tra la morte di Cristo ed il sacrificio dell'agnello pasquale. Infine, Gesù si riferisce a ES 24,8 nell'applicare a sé la formula di Mosè, ''il sangue dell'alleanza " (Mc 14,24). Ciò che dà valore sacrificale alla morte di Cristo è, in ultima analisi, la sua sottomissione amorosa al Padre, come si può vedere in Eb 10,4-10. L'offerta di Gesù ricapitola l'economia dell AT: è ad un tempo olocausto, offerta espiatoria, sacrificio di comunione. Però, al di là della terminologia antica, ha un contenuto totalmente nuovo.

In maniera generale, nel NT sono applicati termini sacrificali a tutta la vita cristiana (cf Rm 12,1; 6,13-19; 7,5). Non solo la croce di Cristo, ma anche tutta l'esistenza del cristiano è presentata come un sacrificio spirituale, in contrapposizione ai sacrifici rituali. In questo senso, i Padri della Chiesa dicono sovente che " noi non abbiamo sacrifici ", mentre nello stesso tempo affermano che la vita del cristiano è un sacrificio che riproduce l'offerta spirituale di Cristo sulla croce.

La spiritualizzazione del senso del sacrificio non deve portare ad un'idea sbagliata, come se nel cristianesimo non ci fosse nessuna specie di sacrificio visibile e liturgico. " Spirituale ", nel vocabolario cristiano, non si oppone a corporale né a visibile. La liturgia cristiana possiede un sacrificio visibile, che è l'Eucaristia, Questa è contemporaneamente espressione sacramentale dell'unico sacrificio di Cristo e del sacrificio spirituale dei fedeli. Conviene sottolineare che, secondo la dottrina del Concilio di Trento (sess. XXII, cap. 1), l'Eucaristia non costituisce un nuovo sacrificio, ma è il " memoriale " sacramentale dell'unico sacrificio di Cristo. " Il Signore nostro Gesù Cristo... nell'ultima Cena, in quella notte del tradimento, per lasciare alla Chiesa sua sposa un sacrificio visibile, come esige la natura dell'uomo, che rappresentasse il cruento sacrificio della croce e ne perpetuasse la memoria sino alla fine del mondo (1 Cor 11,23 ss) e ne applicasse la salutare virtù ai peccati che si commettono quotidianamente, dichiaradosi costituito per sempre sacerdote secondo l'ordine di Melchisedech (Sal 109,4), offrì al Padre il suo corpo e il suo sangue sotto le Specie del pane e del vino, e sotto gli stessi simboli si offrì in cibo agli Apostoli, che costituiva in quel momento sacerdoti del Nuovo Patto, comandando ad essi ed ai loro successori di offrire il sacrificio, come appare da queste parole: "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,19; Cor 11,24) " (D. 938).

Bibl. - Neunheuser B., " Sacrificio ", in: Nuovo Dizionario di Liturgia, Ed. Paoline, Roma, 1984, pp. 1285-1303. Quarello E., Il sacrificio di Cristo e della sua Chiesa, Ed. Queriniana, Brescia, 1970. Rahner K. Häussling A., Le molte messe e l'unico sacrificio, Ed. Morcelliana, Brescia, 1971. Ratzinger J., L'Eucaristia è un sacrificio?, in: " Concilium " (1967), pp. 83- 96. Thurian M., L'Eucaristia, memoriale del Signore, sacrificio di azione di grazie e d'intercessione, Ed AVE, Roma, 1967.




Autore: J. Llopis
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)