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Psicosi


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La psicosi è un'infermità mentale con una modificazione profonda della personalità, a differenza della nevrosi che presenta solo reazioni anormali di fronte al vissuto. Lo psicotico non è di solito conscio del suo stato; il nevrotico, invece, se ne rende conto.

Le psicosi organiche sono quelle che hanno un fondamento corporeo: che si può verificare. Generalmente, non sono ereditarie, ma Aacquisite durante la vita. Sono compresi qui gli stati di coscienza diminuita, come la perdita della coscienza nei grandi attacchi epilettici, la paralisi generale progressiva e la demenza senile.

Le psicosi endogene o funzionali sono quelle deviazioni della coscienza attuale e della personalità in persone in cui fino adesso non si è trovata nessuna base organica. Le principali sono la schizofrenia e le psicosi maniaco-depressive.

La schizofrenia è la psicosi più frequente. Il termine schizofrenia, mente divisa, connota uno sdoppiamento. C'è una deviazione della coscienza attuale e dell'Io, in cui si attribuisce il vissuto proprio ad un altro. Questo appare in forma di sonorizzazione del pensiero, nell'udire voci che accompagnano con osservazioni i propri atti, con sensazioni di influssi o corporeo. Lo schizofrenico può essere nello stesso tempo se stesso ed un altro.

Le cause della schizofrenia sono sconosciute, ma esiste una predisposizione costituzionale, ereditaria, che può diventare attiva per incidenti organici o per perturbazioni psicologiche.

Si dà il nome di schizofrenia semplice a quei casi che hanno pochi sintomi psicopatologici, con diminuzione del rendimento, difficoltà sociali di adattamento e con perturbazioni nel pensiero e nella concentrazione.

La ebefrenia, pazzia giovanile, si presenta nell'adolescenza, alle volte in un modo che assomiglia ad una crisi di pubertà. Ci sono fenomeni di perplessità, di cambiamento e di stranezze.

Nella catatonìa, pazzia di tensione, c'è una marcata perturbazione della psicomotricità: posizioni corporee stereotipate, fasi di eccitazione furiosa, fasi di stupore e di inibizione abulica: sono fasi che si possono alternare fra di loro con rapidità.

La psicosi maniaco depressiva, o ciclotimia, è una perturbazione mentale che si manifesta in un alternarsi di fasi di eccitazione maniacale e di depressione malinconica. Queste fasi si succedono e si alternano con una frequenza varia che va da settimane ed anche da anni, con cicli più o meno regolari, intercalati con periodi lucidi, che possono durare anni, in cui non appaiono disordini né della coscienza né della personalità.

Nella fase maniacale, c'è una esaltazione dell'umore con una vitalità straripante, un pensiero rapido con mancanza di coesione ed una attività eccessiva e sterile. All'inizio, i familiari non si rendono conto di questo stato patologico, e questo può portare a danni notevoli nell'aspetto sociale.

Lo stato depressivo è caratterizzato da una tristezza senza motivo e persistente. C'è un senso di colpa ed un pessimismo assoluto. Questo può portare al suicidio per la mancanza assoluta di speranza, anche se ci può essere un atteggiamento religioso. Nella depressione endogena, ci sono disturbi vitali sotto forma di perturbazioni del sonno, mancanza di appetito, stitichezza, mancanza di desiderio sessuale. Ci possono essere anche sensi di autobiasimo e di inutilità, assieme a pensieri di morte e di suicidio. Ci sono oscillazioni quotidiane: si sta peggio al mattino che non alla sera, per cui il pericolo di suicidio è più forte al mattino.

Nelle psicosi maniaco-depressive, non c'è un unico fattore determinante. Quando questa psicosi appare, come anche nella schizofrenia, c'è tutta una costellazione di fattori: costituzionali, sociali e individuali. Dopo i cinquant'anni, cresce il pericolo delle psicosi.

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Autore: F.J. Calvo
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)