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Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Metodo


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Se pensiamo a come avviene nella nostra vita l'incontro con Dio, c'imbattiamo necessariamente col concetto di metodo. Esso consiste nel riprodurre nella catechesi questo stesso processo.

Il processo di incontro con Dio è cadenzato in due tappe che hanno una struttura costante: le esperienze fondamentali della vita e la presentazione della parola di Dio. Non si può parlare di un primo e di un secondo. E' un dialogo il cui inizio passa sempre inavvertito: lo scopriamo quando è già da tempo che ci anima e giungiamo alle volte a chiederci se la sua presa non coincida per caso con la nascita della nostra coscienza. Il fatto è che in noi stanno apparendo le esperienze di solitudine, di impegno, di comunione, di emendamento, di sorpresa, di fecondità, di lavoro, di silenzio, di morte, di fedeltà, di gioia, di dolore, di pace… Alla loro luce, notiamo che la nostra lettura del vangelo acquista senso. 0, invece, sono alle volte queste esperienze che acquistano senso alla luce del vangelo?

In questo consiste il metodo: nel rapporto tra la parola di Dio e l'esperienza che si sta vivendo. Guardare questo rapporto è l'anima di ogni processo di educazione dolla fede.

La fede è, infatti, educata a seconda che ci si apre a leggere la rivelazione di Dio come risposta ai nostri interrogativi o come proposta per le nostre necessità. Così, la rivelazione di Dio è il dialogo tra due fedeltà: quella di Dio e la nostra. Fa da veicolo il processo di circostanze che favoriscono la nostra maturità, personale o collettiva. Per questo, è educato nella fede colui che impara questo atteggiamento fondamentale e cammina nella vita cercando la trasparenza religiosa di ogni avvenimento.

Se si osserva tutto ciò con attenzione, appare una questione importante: se questo è il metodo, che cos'è il Contenuto? Per caso, la rivelazione di Dio consiste in qualcosa d'altro che nel mostrarci la vita di Dio incarnata nella nostra stessa vita? Vediamo qual 'è la risposta: essa ci aiuterà a comprendere meglio il metodo stesso.

Nella pratica dell'educazione della fede, dovremo distinguere molte volte tra metodo e contenuti. Questo è vero, ma ciò non toglie che in fondo le due realtà coincidono, cosicché tutto il processo della catechesi va interpretato come il cammino verso il metodo, verso l'atteggiamento di stabilire il rapporto nella fede tra la nostra coscienza di vivere e la manifestazione di Dio. Risulta così che, in fondo, il metodo non è solo il cammino verso qualcosa d'altro, ma è anche il punto finale.

Dobbiamo aggiungere un'osservazione. Il fatto che le cose siano così non significa che l'educazione della fede debba essere organizzata in due momenti di un processo matematico: primo, approfondire la coscienza di vivere; secondo, leggere il vangelo. No.

Il metodo deve riprodurre il processo del nostro incontro con Dio. Questa è la chiave: riprodurre. Però, senza semplificarlo, senza ridurlo a due momenti o fattori. La nostra vita ce lo insegna con sufficiente chiarezza: non sappiamo mai se nelle nostre esperienze fondamentali abbiamo cominciato chiedendo qualcosa di sconosciuto o ricevendo una rispostasorpresa. Il fatto è che tutto consiste nell'interminabile processo di cercare e di incontrare, o di ricevere e rispondere, o di avere e desiderare.

Per questo, il metodo è quasi più una chiave per valutare un processo di catechesi che il criterio per programmarlo. E' alla fine che la veduta del fatto ci potrà assicurare che siamo stati fedeli o meno alla natura dell'educazione della fede. Vedremo allora se, lungo la programmazione, è rimasto o meno, come ritornello, il tema secondo cui il nostro incontro con la vita va unito al nostro incontro con Dio.

La metodologia e, evidentemente, un'altra cosa.

Se nel metodo il concetto chiave è quello di riprodurre, senza semplificarla, la nostra esperienza cristiana, nella metodologia, troviamo quest'altro: il ritmo.

Il ritmo si riferisce al sorgere e al decadere dell'attenzione, al processo dell'interesse e del disinteresse, dell'illusione e della stanchezza. Questo ritmo accompagna ogni situazione di educazione della fede in una serie di unità minori: la sorpresa o la curiosità, l'introspezione, la contemplazione intellettuale, la verbalizzazione, l'orazione, la memorizzazione, l'attività sensoriale, la prospettiva sociologica, il procedimento di visualizzazione, ecc.

Come si vede, la metodologia consiste nel totale di mezzi per garantire la stabilità dell'apprendimento. È un complesso delicato organizzato sulle conoscenze e sul senso comune. Per questo, la metodologia è molto piu che il semplice uso dei mezzi: è il dialogo tra i mezzi, la capacità di attenzione dell'educando, e il contenuto o metodo. Insomma, il ritmo. La sua misura, in ogni caso (il tempo, come dicono i musici) è l'adeguarsi tra l'obiettivo concreto di una data seduta e la capacità di questo educando per raggiungere questo obiettivo. Dal cammino, come luogo in cui confluiscono entrambe le realtà, si ha il procedimento concreto: verbale, visuale, attivo…

Bibl. - Babin P., Metodologia per una catechesi dei giovani, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1967. Grom B., Metodi per l'insegnamento della religione, la pastorale giovanile e la formazione degli adulti, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1982. Idem, " Metodo ", in: Dizionario di catechetica, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1987, pp. 428-431. Stachel G., " Pedagogia della religione ", in: Dizionario di Catechetica, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1937, pp. 491-493.



Autore: P. M. Gil Larrañaga
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)