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Ideologia


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Il termine ideologia fu usato per la prima volta dal filosofo francese sensista Antoine Destutt de Tracy, nei suoi Eléments d'idéologie (5 voll.), 1801-1807. Egli intendeva per ideologia la scienza delle idee che intende cogliere il suo aspetto, veritiero o falso, analizzando il processo reale della mente. La parola non tardò a divenire popolare. Però, abbandonò il suo significato originale e venne a designare il complesso strutturato di idee sulla società, sul mondo e sull'uomo, che caratterizzano un individuo o un gruppo. In questa accezione, ideologia è praticamente sinonimo di visione del cosmo.

Mezzo secolo fa, i positivisti che appartenevano al Circolo di Vienna, negavano, come si sa, qualsiasi valore alle affermazioni che non potevano essere verificate empiricamente sullo stile delle scienze fisiche. Ora, essi attaccarono senza pietà e in blocco tutte le ideologie. Secondo loro, un'ideologia non è né vera né falsa, ma è ancora peggiore: è qualcosa che manca di senso. Oggi, dopo che gli stessi filosofi della scienza hanno riconosciuto che la razionalità scientifica è solo in grado di cogliere una dimensione della realtà, e non la più importante per l'essere umano, possiamo dire che le ideologie si muovono in questa ampia zona del razionale, del difendibile, e, tuttavia, non dimostrabile.

Ultimamente, le ideologie sono state attaccate da un altro gruppo di studiosi i quali affermano che è tramontato il tempo delle ideologie.

Il dibattito iniziò con Daniel Bell nel 1960 col suo libro La fine delle ideologie. Questi studiosi sostengono che i problemi del secolo XX sono puramente tecnici e non hanno bisogno di ideologi, ma di esperti. A nostro parere, essi confondono quello che potrebbe essere una tendenza verso la omogeneizzazione ideologica nelle società industriali avanzate con la assenza di ideologia. Quello che è sorto, e che essi difendono, è una ideologia ufficiale del pragmatismo che celebra lo status quo.

Nella tradizione marxista, la parola ideologia ha un significato peggiorativo che equivale a coscienza erronea e deformata della realtà. Secondo Marx, gli uomini credono ingenuamente che la società sia apposto perché risponde al loro modo di pensare, e non si rendono conto che proprio il loro modo di pensare è alimentato da ciò che di fatto è la società. Come scrisse nel 1859, " non è la coscienza degli uomini che determina la società: è invece la realtà sociale che determina la loro coscienza ". Così, dunque, in qualsiasi società, c'è una " nebbia ideologica " (Paul Baran) che non permette di vedere le ingiustizie. Nel sistema di Marx, la missione della scienza è di trafiggere la " nebbia ideologica " e mettere allo scoperto la realtà. " L'oppressione, diceva, va resa ancora più pesante aggiungendole la coscienza di questa oppressione ".

Il cristianesimo è una ideologia? Se intendiamo ideologia come sinonimo di visione del mondo, possiamo rispondere di sì. Se invece la intendiamo nel senso che le dava Marx, dobbiamo dire che il cristianesimo autentico non è ideologico, ma che non poche manifestazioni storiche hanno funzionato e continuano a funzionare come ideologie.

Bibl. - Mancini I., Teologia ideologia utopia, Ed. Queriniana, Brescia, 1974. Marx K., Opere giovanili, Ed. Riuniti, Roma, 1963. Metz J.B., La fede, nella storia e nella società, Ed. Queriniana, Brescia, 1978. Montani M., " Ideologia ", in: Dizionario di pastorale giovanile, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1989, pp. 442-450. Mounier E., Rivoluzione personalista e comunitaria, Ed. Comunità, Milano, 1955. Ricoeur P., Tradizione o alternativa, Ed. Morcelliana, Brescia, 1980. Topitsch E., A che serve l'ideologia, Ed. Laterza, Bari, 1975.



Autore: L. González-Carvajal
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)