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Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Giustizia


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Giustizia è un concetto centrale dell'etica e della filosofia del diritto, della vita politica e sociale e, oggi, anche della teologia e della vita cristiana. Consideriamo qui il rapporto che c'è fra giustizia e fede cristiana. Questo ci porta ad affrontare subito il suo significato nella Bibbia.

Nell'AT, i termini mispàt e sedaqà vengono tradotti comunemente con giustizia, ma non hanno un senso puramente legalista. I profeti di Israele fanno vedere come il ridurre la giustizia sul piano puramente legale porta diritti a favorire l'ingiustizia. Di qui, le loro continue denunce contro l'apparato giuridico-legale di cui si servono i potenti e le classi dominanti per opprimere i poveri e spogliarli dei loro diritti.

I profeti biblici non intendono la giustizia nel senso che assunse in seguito nella filosofia greco-romana, cioè, come la ferma e costante volontà di dare il suo ad ognuno (giustizia distributiva). I profeti insistono piuttosto sulla giustizia sociale considerata come difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, e specialmente dei diritti dei più deboli della società (I. Mattuck).

Il fondamento di questo concetto di giustizia è radicato nella giustizia di Dio, cioè, nella sua fedeltà all'alleanza. Dio è giusto ed agisce nella storia con giustizia. L'Ebreo credente è convinto che Dio sorge a difendere quelli che sono oppressi dall'ingiustizia. Per questo egli si rivolge a Dio per chiedere giustizia. La conoscenza di Dio ha la sua traduzione più esatta nella pratica della giustizia. La giustizia di Dio significa anche la salvezza.

L'AT si riferisce anche alla giustizia dell'uomo, che non si riduce ad una sola dimensione della persona, ma abbraccia la totalità dell'essere umano e si riferisce all'atteggiamento etico fondamentale.

Nel NT, convertono i due significati veterotestamentari del termine giustizia: quello di salvezza concessa da Dio, che è il concetto teologico fondamentale, ampiamente svolto da san Paolo, e quello di condotta eticamente retta e buona.

San Paolo ricorre alla parola dikaiosýne per parlare della giustizia come giustificazione di fronte a Dio. Partendo da questo concetto, egli critica la sicurezza con cui gli Ebrei pretendevano di conseguire la giustizia mediante l'adempimento della lettera della Legge. È la fede che giustifica e che rende giusti gli uomini; non sono le opere della Legge, afferma san Paolo in un testo che è stato molto controverso nella storia della esegesi.

Gesù si colloca sulla scia dei profeti e smaschera l'immagine legalista che i farisei presentavano sulla giustizia, perché dietro a quella immagine si nascondevano menzogne e falsità.

Col passare dei secoli, il cristianesimo fece suo il concetto greco-romano sulla giustizia (dare ad ognuno il suo), cadde in una visuale legalista e travisò i punti fondamentali della tradizione biblica, soprattutto il concetto di giustizia come difesa dei diritti di quelli che ne vengono privati.

Oggi, è stato riscoperto il nesso indissolubile che unisce la fede con la giustizia. La lotta per la giustizia costituisce un'esigenza assoluta della fede. La conversione al Dio di Gesù comporta l'opzione per la giustizia. L'annuncio del vangelo, per essere credibile, deve essere accompagnato da gesti di solidarietà e di giustizia. La lotta per la giustizia è, in fin dei conti, il luogo privilegiato della rivelazione, l'elemento identificatore dell'essere di Dio ed il criterio di discernimento della vera esperienza di fede.

Bibl. - Alfaro J., Teologia della giustizia, Roma, 1973. Bonora A., " Giustizia ", in: Nuovo Dizionario di teologia biblica, Ed. Paoline, Cinisello B., 1988, pp. 713-726. Fu_ek I., Giustizia alla luce della fece e dell'esperienza, Roma, 1989. Giovanni Paolo II, Enciclica Laborem exercens, 1981. Vella J., La giustizia forense di Dio, Ed. Paideia, Brescia, 1964.



Autore: J.J. Tamayo
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)