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Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Eucarestia


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L'eucaristia è la ri-presentazione rituale della cena d'addio che, secondo il NT (Mt 26,26-29; Mc 14,22-25; Lc 22,14-20; 1 Cor 11,23-26), Gesù celebrò coi suoi discepoli prima di essere consegnato alla morte. Tutte le Chiese cristiane ritengono l'eucaristia il più importante dei sacramenti, che non solo conclude il complesso liturgico dell'iniziazione cristiana, ma che accompagna costantemente la vita del cristiano, soprattutto mediante la celebrazione della domenica, fino al momento della morte, nella comunione eucaristica ricevuta come viatico.

La parola eucaristia deriva dal greco e significa " rendimento di grazie ". Inizialmente, si riferiva alla preghiera di benedizione. Si applicò ben presto alla celebrazione nel suo complesso, e, infine, indicò anche gli elementi materiali del pane e del vino, sui quali è pronunciata la preghiera eucaristica. L'origine storica e teologica della celebrazione eucaristica va cercata in una cena rituale, celebrata da Gesù e dai suoi discepoli. Anche se non è del tutto certo che si sia trattato della cena pasquale ebraica (così come è presentata dai vangeli sinottici), perlomeno fu molto simile alle àgapi religiose che erano soliti celebrare i vari gruppi pii dell'ebraismo.

Sullo stampo di questa cena rituale, Gesù inserì l'istituzione della eucaristia cristiana in un modo organico, non come un rito a parte, celebrato prima o dopo la cena, ma dando un senso nuovo agli alimenti del pane e del vino, già presenti nelle cene rituali. Due momenti hanno molta importanza: la benedizione e la frazione del pane all'inizio della cena, e la benedizione e distribuzione del calice, alla fine, a modo di brindisi. Senza spezzare questo ritmo, come dice san Paolo ai cristiani di Corinto, " il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese un pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; ogni volta che ne bevete, fate questo in memoria di me" (1 Cor 11,23-25).

La prima comunità cristiana di Gerusalemme interpretò il comando di Gesù equilibrando la continuità e la novità rispetto allo stampo di struttura ebraica. Nella linea della continuità, queste cene fraterne e religiose si facevano per condividere il pane, come facevano gli Ebrei. La novità, invece, consisteva nel fatto che questa frazione del pane era accompagnata dalla memoria della santa cena di Gesù e, sugli alimenti del pane e del vino, si recitava la benedizione secondo l'insegnamento di Gesù e con le stesse sue parole.

Il nucleo della celebrazione eucaristica è sempre stato costituito dalla preghiera di benedizione e dalla consacrazione (chiamata anàfora nella tradizione orientale, e canone nella liturgia romana). Essa è strutturata sul modello della benedizione ebraica (berakà). La preghiera eucaristica cristiana presenta varie formulazioni secondo i luoghi e le epoche, ma a partire dal secolo IV, ci sono alcuni elementi basilari che si trovano in tutte: dopo un dialogo introduttorio del celebrante coi fedeli, inizia un inno di glorificazione al Padre, che termina col canto del Sanctus e prosegue col ricordo o anàmnesis di tutta la storia di salvezza la quale culmina nell'opera redentrice di Cristo, ricordata nel racconto dell'eucaristia e nella commemorazione di tutto il mistero pasquale. Si fa una invocazione, o epìklesis, (esplicita o implicita) dello Spirito Santo perché consacri i doni del pane e del vino e santifichi coloro che partecipano a questi doni per mezzo della comunione. La preghiera termina con una dossologia trinitaria, confermata dall'Amen solenne di tutta l'assemblea.

Il modo con cui oggi la liturgia romana celebra l'eucaristia (chiamata anche Messa) è descritta nell'Istruzione Generale del Messale Romano e Ordo Missae, promulgata da Paolo VI nel 1969, secondo i decreti del Concilio Vaticano II. Il suo svolgimento liturgico consta di quattro parti: il rito d'ingresso, formato da canti e orazioni; la liturgia della Parola, costituita essenzialmente dalle letture estratte dalla Bibbia e dai canti fra le letture, con l'aggiunta dell'omelia, la professione di fede e la preghiera universale, detta anche preghiera dei fedeli; la liturgia eucaristica, che consiste nella presentazione del pane e del vino (anticamente, chiamata: offertorio), la preghiera eucaristica o anàfora, la frazione del pane e la comunione sacramentale; infine, un breve rito di congedo.

Tutte le confessioni cristiane ammettono che la ripetizione rituale della santa cena non è una semplice commemorazione psicologica, ma suscita una presenza speciale di Cristo risorto, il cui realismo è sottolineato dai cattolici e dagli ortodossi, mentre le Chiese nate dalla Riforma la vedono più sotto una prospettiva simbolica. La teologia cattolica spiega questa presenza col termine transostanziazione, che fu usato anche dal Concilio di Trento. I teologi preferiscono oggi ricorrere a spiegazioni che evitino una concezione troppo fisicista e che diano ragione del carattere sacramentale (cioè, di segno e di simbolo) che ha la presenza di Cristo nell'eucaristia.

La Chiesa Cattolica e quella Ortodossa credono anche che la celebrazione eucaristica è un vero sacrificio: quello stesso di Cristo sulla croce, ri-attualizzato in forza della parola del Signore e della fede della Chiesa, mediante la presenza, sotto le specie consacrate, del corpo crocifisso e del sangue sparso da Cristo. Il Concilio Vaticano II, nel descrivere il mistero eucaristico, parlò della componente sacrificale della Messa, senza separarla dagli altri aspetti: "Il nostro Salvatore nell'ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il Sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, onde perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il Sacrificio della Croce, e per affidare così alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua Morte e della sua Risurrezione: sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l'anima viene ricolma di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura" (SC 47).

Bibl. - Aa.Vv., Il nuovo rito della Messa, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1969. Bouyer L., Eucaristia. Teologia e spiritualità della preghiera eucaristica, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino), 1983. Falsini R., L' Eucaristia domenicale, tra teologia e pastorale, Ed. Paoline, Cinisello B., 1995. Jungmann J.A., Missarum sollemnia. Origini, liturgia, storia e teologia della messa romana, Ed. Marietti, Torino, 1963. Visentin P., " Eucaristia ", in: Nuovo Dizionario di Liturgia, Ed. Paoline, Roma, 1984, pp. 482-508.



Autore: J. Llopis
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)