Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Ermeneutica


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L'ermeneutica (in greco: ermeneùein = interpretare) consiste nel fondare e nel fissare teoricamente i princìpi che si ritengono validi per interpretare i testi biblici. L'applicazione concreta di questi principi spetta all'esegesi. Ora, siccome la Bibbia è ad un tempo parola divina e parola umana, si impone una duplice categoria di princìpi teorici:

1) Princìpi generali. Essi cercano di affrontare nella misura del possibile gli autori umani (agiografi) e le loro tendenze personali. Così, dunque, ogni interprete deve approfondire il carattere socio-religioso-culturale in cui ha scritto ogni autore sacro, analizzando a sua volta il genere letterario di cui si è servito per tramandare con lo scritto quanto Dio gli rivelava a livello del vissuto. Occorre anche conoscere l'epoca ed il luogo di composizione, come anche l'occasione e la finalità dello scritto, l'idiosincrasia dell'autore ed il suo ambiente. Per compiere un lavoro così impegnativo, l'interprete deve ricorrere alle scienze ausiliarie: la filologia, la storia comparata delle religioni, la geografia, l'archeologia, la paleografia, l'etnologia e tutte quelle discipline che lo aiutano a conoscere meglio il passato. Soprattutto, non deve dimenticare che quasi tutti i libri della Bibbia sono stati composti da mentalità semitiche, totalmente differenti dalle nostre.

2) Princìpi teologici. Siccome gli scritti biblici non sono semplici opere umane, bisogna tenere presente nell'interpretarli:

a) la tradizione viva di tutta la comunità ecclesiale;

b) il carattere unitario di tutta la rivelazione biblica;

c) la cosiddetta " analogia della fede ", cioè, l'armonia interna di tutto il processo rivelatore. Questa esigenza è richiesta ai cattolici dal Magistero ecclesiastico (cf DV 12) come condizione fondamentale per cogliere il messaggio che Dio rivolge all'umanità.

Alle volte, riesce inevitabile una certa tensione quando si tratta di armonizzare i princìpi generali con quelli teologici. Questi esigono un assenso della mente ai criteri della fede, mentre i princìpi generali ammettono il primato della ragione. Tuttavia, sarà genuinamente cattolica soltanto quell'ermeneutica che riuscirà a conciliare questi princìpi, trasformandoli nel centro nevralgico di ogni indagine e studio. Non è concepibile un ermeneuta biblico se, oltre ad essere uno scienziato competente, non è anche un credente impegnato.

Bibl. - Gadamer H.G., Verità e metodo, Milano, 1972. Grech P., " Ermeneutica ", in: Nuovo Dizionario di teologia biblica, Ed. Paoline, Cinisello B., 1988, pp. 464-489. Lubac H. De, Esegesi medievale, Ed. Paoline, 2 voll., 1972. Mannucci V., Bibbia come Parola di Dio, Ed. Queriniana, Brescia, 1981. Ricoeur P., Ermeneutica filosofica e ermeneutica biblica, Brescia, 1977.



Autore: A. Salas
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)