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Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Digiuno


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Il digiuno è una pratica ascetica che consiste nell'astensione dai cibi o dalle bevande, totale o parziale, per un certo tempo. Dal punto di vista liturgico,. occorre distinguere due classi di digiuno: quello penitenziale e quello quasi sacramentale. Il primo ha come finalità principale quella di mortificare il corpo in espiazione dei peccati commessi. E' questo il digiuno che la Chiesa praticava anticamente durante la Quaresima, e oggi è stato ridotto al mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo. Esso consiste in un solo pasto completo lungo il giorno. Secondo il Nuovo Codice di Diritto Canonico, sono tenuti alla legge del digiuno " tutti i maggiorenni fino al 60 anno iniziato " (CIC 1252). Il digiuno quasi sacramentale è quello che si pratica più come preparazione e passaggio alla celebrazione di un sacramento o di una festa liturgica importante, che come espressione di penitenza. Tra i digiuni quasi sacramentali piu antichi, c'è il digiuno preparatorio al battesimo e quello che il Concilio chiama " sacrum ieiunium paschale " (l'aggettivo " sacrum " non appare nella traduzione italiana):

" Sia però religiosamente conservato il digiuno pasquale, da celebrarsi ovunque il Venerdì della Passione e Morte del Signore, e da protrarsi, se possibile, anche al Sabato Santo, in modo da giungere con animo sollevato e aperto ai gaudi della domenica di Risurrezione " (SC 110).

Senza negare la dimensione penitenziale del digiuno del Venerdì Santo, il suo significato più profondo si trova nel suo carattere mistico di preparazione a ricevere l'Eucaristia pasquale. Questo è anche il senso del cosiddetto digiuno eucaristico, che per molti secoli fu richiesto ai fedeli a partire dalla mezzanotte che precedeva la comunione. Oggi, invece, si richiede soltanto questo:

" Chi intende ricevere la santissima Eucaristia si astenga per lo spazio di almeno un'ora prima della sacra comunione da qualunque cibo o bevanda; fatta eccezione soltanto per l'acqua e le medicine " (CIC, c. 919 § 1). Sono esclusi da quest'obbligo: " il sacerdote che nello stesso giorno celebra due o tre volte la santissima Eucaristia; gli anziani, coloro che sono affetti da qualche infermità e le persone addette alle loro cure " (CIC, c. 919 § 2 e 3).

Il digiuno eucaristico può essere considerato anche come un segno della trascendenza dell'Eucaristia rispetto ai cibi e alle bevande comuni.

Bibl. - Augruso A., " Digiuno ", in: Enciclopedia del Cristianesimo, Istituto De Agostini, Novara, 1997, pp. 229-230.



Autore: J. Llopis
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)