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Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Bibbia


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I cristiani chiamano Bibbia (biblìa = libri) il complesso di scritti dove si ritiene sia riportata la rivelazione diretta da Dio all'umanità col fine cii liberarla dal caos provocato dal peccato e per guidarla verso il fine per cui fu creata. La Bibbia contiene, in realtà, 72 libri di cui 45 appartengono all 'Antico Testamento e 27 al Nuovo Testamento. Questi scritti furono redatti in un periodo di circa Looo anni (secolo IX a.C. - secolo II d.C.). Gli scritti veterotestamentari furono composti per la maggior parte in ebraico, eccetto alcune espressioni di Genesi, Geremia, Esdra (4,7-6.18; 7,11-28); e Daniele (2,4-7.28), la cui lingua originaria fu l'aramaico. Altri libri (Tobia, Giuditta, Siracide, Sapienza, Baruc, 1-2 Maccabei) furono scritti in greco, in seguito all'influsso ellenista iniziatosi nel secolo IV a.C. La letteratura neotestamentaria è stata invece redatta interamente in greco, anche se la critica si interroga sulla possibilità che alcuni vangeli (Mt-Gv) possano essere stati concepiti originariamente in aramaico.

Tutti gli scritti biblici sono ritenuti l'espressione esplicita dei disegni di Dio, poichè Dio ha ispirato i loro autori affinché li scrivessero secondo il suo progetto storico-salvifico. L'ispirazione divina di questi libri sacri e qualcosa che nessun cristiano oserà mai impugnare. Tuttavia, oggi è sempre più valorizzato l'apporto della comunità, in quanto ognuno degli autori sacri era un membro di qualche comunità. Ora, quando si tratta di mettere nello scritto le sue convinzioni storico- salvifiche, l'autore non pote non essere influenzato dai problemi comunitari che egli stesso doveva in qualche modo condividere. Così, gli scritti biblici riflettono non tanto il pensiero di certe persone concrete quanto quello della comunità in cui vivevaano gli autori e che essi in un certo modo rappresentavano.

Siccome la Bibbia riferisce la rivelazione che Dio rivolse all'uomo per liberarlo dal giogo del suo peccato, tanto la religiosità ebraica (A.T.) quanto quella cristiana (A.T. - N.T.) l'hanno ritenuta come il centro nevralgico di tutta la loro religiosità. Ora, noi cristiano riteniamo che i libri sacri contengono, al di là della lettera, un profondo contenuto spirituale che è fonte di vita personale e comunitaria. È chiaro che la vita non deve mai restare rinchiusa nel semplice stampo di alcune lettere scritte. Pertanto si ammette il carattere sacro della tradizione cristiana il cuo obiettivo è quello di rendere vivo il messaggio biblico e applicarlo alle esigenze di ogni epoca.

Il pensiero della tradizione cristiana è entrato nel Magistero ecclesiastico che, attraverso concili regionali o ecumenici e decisioni pontificie, ha inteso rendere in formule concrete tutto il fiume fecondo della tradizione. Questo criterio fu negato fortemente da Lutero e da tutta la tradizione protestante che si aggrappò alla Bibbia come l'unico portavoce dei disegni divini. Ciò ha fatto sì che la lettura della Bibbia si diffuse ampiamente tra i cristiani riformati (protestanti), mentre i cristiani tradizionali (cattolici) si lasciavano guidare dalle direttive del Magistero che si riteneva sempre collegato con la rivelazione biblica. Tuttavia, al giorno d'oggi, si osserva una netta rifioritura all'interno del cattolicesimo. Stimolato dal Concilio Vaticano II, si mostra di nuovo una chiara preoccupazione affinché ogni credente si accosti personalmente al flusso vitale del messaggio biblico. Il Concilio ha insistito affinché anche i semplici fedeli dimostrino un vivo interesse allo studio della Bibbia perché il suo messaggio deve reggere il comportamento esistenziale di ogni credente. Si osserva felicemente in campo cattolico una crescente preoccupazione per lo studio dei testé biblici e soprattutto per la rivelazione neotestamentaria. Questo interesse appare in molti commenti esegetico-teologici che la critica cattolica aveva praticamente dimenticato. Non osava servirsi del contributo dei progressi tecnici e scientifici respinti dal Magistero per il timore che non si accordassero col senso letterale dei testi biblici. Oggi, si vuole uno studio che stia al disopra della lettera e una vita che stia al disopra della storia. Vista così, la Bibbia esige un senso molto più critico, invitando ad un'analisi in cui tutto l'interesse sia centrato sull'essere umano, la cui ansia di realizzazione esistenziale vede come ostacolo la presenza del peccato nelle sue varie manifestazioni (personali-sociali-economiche-politiche).

Bibl. - Conferenza Episcopale Italiana, " La Parola del Signore si diffonda e sia glorificata ", 18 Novembre 1995. Giavini G., Verso la Bibbia e in ascolto del suo messaggio, Ed. Ancora, Milano, . Iersel van B., La Bibbia come libro del popolo di Dio, in: " Concilium ", (1965), pp. 34-48. Pontificia Commissione Biblica, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, 15 Aprile 1993. Ufficio Catechistico Nazionale, Incontro alla Bibbia, 19 Marzo 1996.




Autore: A. Salas
Fonte: Dizionario sintetico di pastorale (Casiano Floristan - Juan Josè Tamayo)