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Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Stiliti


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I. Lo stilitismo. Il monachesimo siriaco è caratterizzato, oltre che dalla tradizionale vita eremitica e cenobitica, da diverse forme ascetiche sviluppatesi nel corso del sec. V, di cui lo stilitismo è la più conosciuta e la più singolare.

Gli s. (dal greco stylos, cioè colonna) vivevano per anni nella più completa immobilità sopra una colonna che, come spiega Teodoreto di Ciro testimone oculare delle loro imprese ascetiche, simbolicamente significa il progressivo distacco del monaco, in cammino verso la pienezza della perfezione, da ogni implicazione materiale. Come si può vedere anche oggi dai resti archeologici rimasti, le colonne degli stiliti erano generalmente collocate appena al di fuori dei centri abitati oppure lungo le grandi vie di comunicazione, come fanno fede i resti della colonna di s. Simeone il Grande ( 461), situata nei pressi della strada che congiungeva la ricca metropoli di Apamea con la città di Ciro.

Lo stilita svolgeva così, nello stesso tempo, una duplice missione: da una parte realizzava la pienezza di una vita solitaria, mentre dall'altra si poneva quale modello visibile da imitare, perché si manifestava simbolicamente come una " lucerna tanto brillante - sosteneva il vescovo di Ciro - collocata su un candelabro che proietta come un sole i suoi raggi ".

Questa pratica particolare, iniziata da s. Simeone il Grande, secondo alcuni studiosi nacque probabilmente dal fatto che nella Siria di allora non era per nulla facile isolarsi in luoghi naturalmente appartati a causa dell'elevata densità di popolazione presente nella regione. La fama degli stiliti si diffuse rapidamente oltre i confini dell'Impero romano e presso di loro accorrevano pellegrini in cerca di qualche consiglio o di una benedizione, come pure nobili o legati di sovrani che imploravano la loro intercessione divina, dato che la loro condizione spirituale, li rendeva simili agli angeli e quella fisica li collocava fra la terra e il cielo.

II. Pratica ascetico-mistica. La vita che lo stilita conduceva non era sottoposta ad alcuna regola comune; infatti, ogni asceta occupava la giornata secondo quanto gli suggeriva la propria coscienza; inoltre, era perennemente esposto in balìa degli elementi naturali. Simeone il Grande innalzò sulla piattaforma della sua colonna una tenda di pelle per ripararsi, in seguito venne comunemente costruita una piccola capanna dove l'asceta poteva, in parte, difendersi dai rigori del gelo come pure dai raggi brucianti del sole.

I maggiori rappresentanti dello stilitismo vissero prevalentemente in Siria tra il V e l'VIII secolo, ma il fenomeno non rimase circoscritto soltanto nell'ambito del monachesimo siriaco perché, sin dal sec. VII, esso valicò i confini regionali in cui si era espresso e si propagò rapidamente anche negli altri territori orientali dell'ecumene cristiana come testimoniano puntualmente numerose fonti delle varie epoche.

Tale pratica ascetica cominciò a subire un lento, ma inesorabile declino al sorgere del II millennio, per poi scomparire nel corso del sec. XV e riapparire temporaneamente nel secolo scorso grazie a san Serafino di Sarov ( 1833) e a due anonimi s., uno georgiano e un altro rumeno, vissuto nel monastero di Tizmana.

Questa forma ascetica era molto dura, ma aveva anche una valenza mistica poiché gli s., attraverso l'esercizio ascetico, puntavano direttamente alla pienezza della perfezione, rinunciando fisicamente ad ogni attaccamento umano, come ha evidenziato Eustazio di Tessalonica ( 1198) nella sua lettera Ad stylitam quemdam (PG 136, 217-264): " La colonna secondo la thèoria è come una scala capace di condurre al cielo colui che tende verso Dio; coloro che vi montano con perseveranza, senza lasciarsi distrarre, senza mai guardare indietro potranno essere chiamati a giusto titolo angeli di Dio " (83,217ss.).

Bibl. J. Besse, Anachorètes, in DTC I, 1140-1141; G. Colombas, Il monachesimo delle origini, Milano 1984, 144-148; H. Delehaye, Les saints stylites, Bruxelles 1962 rist.; J. Lacarriere, Les hommes, Livres de Dieu, Paris 1961; I. Peña, La straordinaria vita dei monaci siriaci (secc. IV-VI), Milano 1990, 31-49; I. Peña - P. Castellana - R. Fernandez, Les stylites syriens, Milano 1975; T. Spidlík, s.v., in DSAM XIV, 1267-1275; Teodoreto di Ciro, Historia religiosa: in PG 82.



Autore: R. D'Antiga
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)