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Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Spiritualita


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I. Premessa. Mistica e s. sono due termini simili, ma non identici. La mistica si riferisce all'esperienza di Dio, mentre la s. all'intero processo di crescita, dall'inautenticità al rapporto concreto con Dio ed al possesso della sua verità come imago Dei. S. è, dunque, un termine più ampio.

L'aggettivo " mistico ", nella patristica, descriveva il misterioso, l'oggettivo contenuto di parola e sacramento, sia come significato profondo della Scrittura sia come Parola di Dio o come presenza reale nell'Eucaristia. Così, il Corpo mistico di Cristo si riferiva all'Eucaristia piuttosto che alla Chiesa. Dionigi Areopagita aggiunse l'elemento dell'esperienza e, attraverso i secoli, soprattutto nei tempi moderni, la personale enfasi soggettiva assunse il significato primario.

La mistica, talvolta, è un'ampia categoria di varie esperienze religiose esoteriche. Altre volte, si riferisce a forme più elevate di esperienza di Dio, che si ritrovano solo nei santi. Rifacendosi a K. Rahner si potrebbe definire l'esperienza mistica come la sola esperienza dello Spirito Santo dato e ricevuto in fede ed amore, e presente come la realtà trascendente insita in ogni attività morale dell'uomo. Questo orientamento di grazia verso Dio è l'esperienza atematica, anonima, della personale comunicazione di Dio. Si hanno più manifestazioni che differiscono l'una dall'altra soltanto nei gradi. Tali esperienze sono chiamate anche contemplazione e, per definizione, sono tutte infuse.

I. Forme di mistica. Una forma è la contemplazione latente ed implicita, nelle attività quotidiane. Questa forma di esperienza mistica presenta solo accenni della trascendenza divina. La persona è esplicitamente conscia dei profili tematici o categorici dell'atto, con alternanza della presenza divina, come si può trovare per esempio nelle esperienze limite di solitudine o nelle alte esperienze sulla cima di una montagna.

Una variante di questa forma è l'esperienza dello Spirito Santo nei doni carismatici. Questi consistono nel parlare in lingua, nell'operare guarigioni, nel fare rivelazioni, nell'avere visioni, ecc. Tali manifestazioni sensibili contengono la suddetta esperienza trascendente di Dio. Il tratto distintivo, in simili situazioni, è un esuberante entusiasmo che rivela la presenza e l'azione immediate di Dio.

Tale sensazione di immediatezza, comunque, è esagerata (Rahner la definisce " ingenua "), poiché la vicinanza deriva più dall'entusiasmo che dalla profondità e dalla purezza della fede, che sono la sola misura della vera presenza di Dio. L'immediatezza carismatica non è la stessa immediatezza associata alla classica contemplazione infusa.

Quest'ultima qualità si associa alla terza forma straordinaria, che è davvero un incontro immediato e diretto con il Dio vivente, come espresso nella preghiera di unione di Teresa d'Avila o nella contemplazione di unione di Giovanni della Croce. Rappresenta il completo raggiungimento dell'esperienza trascendente nella fede. Rahner la definisce mistica straordinaria, non perché sia un carisma speciale o un dono miracoloso, ma perché è rara ed è proprio delle persone veramente sante.

Mentre questa spiegazione teologica indica la realtà della grazia, gli aspetti psicologici dipendono dalla struttura psichica.

II. Il rapporto tra mistica e s. cambia conformemente a queste tre forme di esperienza mistica.

Mistica quotidiana è l'attività risultante da una piena fede ed è soprattutto propria della vita ascetica di costante preghiera attiva e di adempimento dei doveri quotidiani. Il metodo trascendentale ha scoperto ed identificato questa esperienza di Dio. Il desiderio di una simile esperienza spirituale trova eco in questo insegnamento. Ciò è lontano dall'essere una novità: si tratta della giusta strada indicata dalla Bibbia per giungere a Dio, ossia quella di una vita retta (cf Mic 6,8). La grazia, basata sull'esperienza in una vita di fede costante, riempie il vuoto tra ascetica e mistica o tra meditazione e contemplazione. Le due posizioni non sono ermeticamente chiuse l'una all'altra. Anche Giovanni della Croce le pone in relazione, identificandole come " piccole parti di spiritualità ", cioè come risultato della meditazione e dei doni carismatici che, effettivamente mascherati, sono da considerarsi una contemplazione nascosta.1

La mistica, così, è parte di ogni vita cristiana. La vita spirituale è radicalmente mistica, essenzialmente personale e relazionale, poiché in opposizione ad ogni riduttivo sistema di legge, di moralità o di pietà istituzionale. La religione impersonale oggi non è sufficiente, secondo la spesso citata massima di K. Rahner: " Il cristiano del futuro sarà un mistico o avrà fatto esperienza di qualche cosa del genere, oppure non sarà nulla ".2

La pratica ascetica crea un cuore puro, condizione necessaria per accogliere il dono divino. Questa è la via purificatrice che conduce alla contemplazione illuminante e di unione con Dio. Così, l'intero itinerario è mistico dal principio alla fine, cominciando dalla scelta sincera di Dio attraverso la purificazione passiva delle notti oscure, che sono esse stesse esperienze contemplative della presenza di Dio in sua assenza e della più alta unione con lui. La mistica autentica non dà spazio al quietismo ed impegna ogni aspetto della vita cristiana.

III. Mistica carismatica. Questa " mistica di massa ", come la definisce Rahner, è un'esperienza comprensibile, più frequente e accessibile rispetto all'esperienza rigorosamente mistica propria dei santi. Parte dal livello inferiore dell'immaginazione e del sentimento nutriti dai doni pentecostali. Si presenta come una qualità passiva ed empirica, avviene spontaneamente, spesso senza preavviso, e presuppone solo un cuore aperto ed in attesa. Il suo valore permanente, certamente, è la fede-esperienza alimentata da questi doni.

Le esperienze derivate da questi doni sono un insieme di carisma, fattori psichici e condizionamento culturale. In genere, il dono si fonda su un presupposto naturale e non cade dal cielo improvvisamente. Non è corretto considerare la mistica carismatica essenzialmente emozionale, ossia propria di una religiosità meno coinvolgente, dal momento che la sola misura per entrambe è rintracciabile in uno spirito ricolmo di fede. I fenomeni carismatici sono grazie occasionali e straordinarie, utili, ma non necessarie, ai fini della santità. Possono essere di grandissimo aiuto specialmente all'inizio, ma possono anche essere pericolosi, se scaturiscono da una s. esagerata e superficiale. E essenziale una buona direzione spirituale. In epoche di grande fervore, come nella Spagna del sec. XVI, direttori spirituali, come Giovanni della Croce, non davano importanza ai doni. In tempi razionalistici ed agnostici, invece, proprio questi doni possono svolgere un ruolo importante per il rinnovamento spirituale, come dimostra la recente storia dei movimenti carismatici e pentecostali.

IV. Mistica classica. La mistica straordinaria rappresenta l'apice dello sviluppo spirituale. L'incontro diretto con il Dio vivente è una componente necessaria e normale della piena santità? O la rigida, classica, " contemplazione infusa ", è una componente speciale, ma non indispensabile, della piena s.? Questi problemi, nella recente teologia mistica, sono stati molto discussi. La risposta di Rahner per il primo interrogativo è affermativa, mentre per il secondo è negativa, a condizione che si tenga presente che fattori psichici possono determinare certi aspetti psicologici dell'esperienza.

Le risposte del passato dipendevano tanto dalla definizione di termini come da principi teologici. Sorsero due principali scuole di pensiero. La posizione tomista - seguita da A. Sandreau e dai domenicani sotto la direzione di R. Garrigou-Lagrange e da J. Maritain - definiva la contemplazione infusa conoscenza ed amore infusi e spiegava ciò attraverso la teologia dei doni dello Spirito Santo, elaborata da Giovanni di San Tommaso ( 1644). Questa scuola considerava la contemplazione infusa normale e necessaria per raggiungere l'unione con Dio. L'altra scuola, formata in gran parte da gesuiti, basava la propria risposta sulla descrizione fortemente stilizzata dell'esperienza mistica, scoperta dallo studio positivistico dei mistici, intitolato Des grâces d'oraison (1921), del gesuita A. Poulain. Sotto questo profilo, l'esperienza mistica è uno speciale contatto divino, la sensazione di perdersi in Dio, così da non esserci ombra di dubbio che Dio è in noi e l'anima è in Dio.3 Per J. de Guibert questa esperienza va oltre l'evoluzione normale della grazia ed è una condizione speciale, non necessaria per la santità. De Guibert supponeva uno stato di " contemplazione acquisita ", che è possibile per ogni cristiano impegnato, come necessario e sufficiente per la santità.

Gli scrittori cattolici contemporanei si sono allontanati da queste discussioni scolastiche. Costoro preferiscono una qualità basata sull'esperienza, come componente di una s. naturale, seguendo la tendenza domenicana, ma senza necessariamente abbracciare la speciale teologia dei doni che sorregge questa visione e senza per questo interpretare il fenomeno psichico dell'esperienza mistica classica come grazia piuttosto che come struttura psichica. L'esperienza di Dio è un dato di fatto nella s. contemporanea, non solo come il coronamento del cammino spirituale, ma anche come una caratteristica chiave di comportamento lungo questo cammino. In altre parole, la mistica è insita nell'autentica s. cristiana.

Note: 1 Cf Salita del Monte Carmelo II, 17,18; 2 Theological Investigations, VII, New York 1983, 15; 3 Cf Teresa d'Avila, Vita 10,1.

Bibl. Aa.Vv., Spiritualità: fisionomia e compiti, Roma 1981; Aa.Vv., Problemi e prospettive di spiritualità, Brescia 1983; A. Matanic, s.v., in DES III, 2383-2385; K. Rahner, The Experience of the Holy Spirit, in Id., Theological Investigation, XVIII, New York 1983, 189-210; V. Rodríguez, Jean de Saint-Thomas, in DSAM VIII, 710-714; A. Solignac - M. Dupuy, s.v., in DSAM XIV, 1142-1173; J. Sudbrack, s.v., in WMy, 466; F. Vandenbroucke, Spiritualité et spiritualités, in Con 1 (1965)9, 41-62.





Autore: E. Larkin
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)