Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Sanz Giovanni


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I. Vita e opere. Nasce a Onteniente (Valenza) il 28 giugno 1557, professa nel convento carmelitano di Játiva il 1 febbraio 1573 ed è ordinato sacerdote nel 1581. Nei collegi di Onda e Valenza compie i suoi studi che completa nell'Università di quest'ultima città, conseguendo il dottorato in teologia nel 1586. Insegna filosofia nel convento di Calatayud e teologia nei conventi di Onda e Valenza, alternando l'insegnamento con la predicazione fervorosa della Parola di Dio. Disimpegna anche diversi altri incarichi di responsabilità nel suo Ordine: maestro dei novizi per cinque anni, sottopriore di Onda nel 1585, primo definitore della Provincia nel 1587, priore di Valenza nel 1597, di nuovo primo definitore nel 1600 e provinciale dal 1603 al 1606, facendosi promotore della fioritura dell'osservanza e degli studi. Uomo di grande pietà, è stimato anche come direttore spirituale di anime elette sia secolari che religiose, realizzando un gran lavoro soprattutto tra le monache di clausura, in collaborazione con l'arcivescovo di Valenza che, alla morte di S. nel 1608, istruisce il processo della beatificazione, anche se questo non arriverà a termine.

S. pubblica in vita solo i suoi Abecedarios espirituales y el ejercicio dellos (Valenza, s.d.), insieme a fervorose aspirazioni, raccolte in ordine alfabetico in sei gruppi, in memoria delle cinque piaghe di Gesù Cristo, più un altro gruppo dal titolo Puntos de perfección, preceduti da una breve introduzione e da otto avvertenze per l'esercizio delle stesse. Saranno stampate dopo la sua morte nel 1610 e di nuovo nel 1612, nella biografia dello stesso da J. Pinto di Vittoria che vi aggiunge altri nuovi abbecedari e alcune lettere del S. Il Pinto lascia un'altra opera, Ramillete de la esposa de Dios, per la formazione spirituale delle monache di clausura e attualmente andata perduta.

II. Insegnamento spirituale. S. è un fervente promotore dell'orazione aspirativa, considerata il mezzo migliore per raggiungere l'unione mistica con Dio, che egli concepisce come eminentemente affettiva. Paragona tale unione di fatto alla vita delle lumache attaccate alle pietre delle sorgenti " che non vedono, non odono, non gustano, non odorano; hanno soltanto il senso del tatto, in modo che la loro vita è stare unite alle pietre ", alludendo, senza dubbio, al testo di s. Tommaso nel quale il Dottore angelico dice che l'amore è come il tatto per il quale l'anima aderisce alle cose.1 Per S. la vita mistica non è altra cosa che un'esperienza saporosa, attraverso l'amore della nostra unione con Cristo, " nostro fratello e pietra di rifugio ", alludendo qui al testo dell'Apostolo: " Petra autem erat Cristus " (1 Cor 10,1). Tale esperienza si raggiunge in virtù dell'azione dello Spirito Santo, attraverso soprattutto il dono della pietà, " per effectum amoris filialis quem in nobis facit ", secondo quanto dice anche s. Tommaso.2

Presupposte certe condizioni, che trovano una notevole coincidenza dottrinale in s. Giovanni della Croce, anche se probabilmente S. non conobbe gli scritti del mistico spagnolo, egli insiste soprattutto nell'esercizio dell'aspirazione che considera " un cammino molto facile, soave e da cui nessuno si può esimere ", e che definisce " una teologia mistica, con la quale si raggiungono i raggi della luce divina e una... sapienza segreta che non si raggiunge con una moltitudine di libri né dispute, ma con l'allargamento del centro del cuore, ravvivato dal fuoco dell'amore ". L'insieme delle sue aspirazioni rivela anche la profondità dei suoi sentimenti. Questo costituisce il miglior contributo dottrinale di S., che si colloca pienamente in un'antica tradizione spirituale che trovò grande accoglienza tra gli spirituali spagnoli.

Note: 1 S. Tommaso, STh I-II, q. 86, a. 1; 2 Id., In Ep. ad Rom., 8,16.

Bibl. La fonte principale per lo studio di Sanz è l'opera di Juan Pinto de Vitoria, Vida del venerable siervo de Dios... Juan Sanz, Valencia 1612, che raccoglie la maggior parte dei suoi scritti spirituali riprodotti tutti nell'ed. di R. López Melus, Abecedarios espirituales, Madrid 1957. Più critica e completa rimane quella di P.M. Garrido, Juan Sanz, Escritos espirituales, Madrid 1995; P.M. Garrido, El carmelita Juan Sanz (1557-1608) promotor de la oración metodica y aspirativa, in Carm 17 (1970), 3-70; una visione più sintetica è offerta da P.M. Garrido, s.v., in DSAM XIV, 344-348. Altri studi sono quelli di C. Catena, La meditazione in comune nell'Ordine carmelitano: origini e sviluppo, in Carm 2 (1955), 326-328; C. Peeters, Sanz Juan... Wenken over het aspiratief gebed, in Tijdschrift voor geestelij Leven, 17 (1961), 352-357; R. Robres Lluch, En torno a Miguel Molinos y los origenes de su doctrina. Aspectos de la piedad barroca en Valencia (1578-1691), in Anthologica annua, 18 (1971), 405-406.




Autore: P.M. Garrido
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)