Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Giordano


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(Ebraico Iarden; arabo el Urduun; greco ò ***). - Il più importante fiume della Palestina, formato dalla confluenza di tre fiumicelli, Nahar Banjas, Nahr el Leddan e Nahr el-Hasbani, che hanno le loro sorgenti ai piedi del nevoso Hermon. La sorgente del N. Banjas, localizzata dagli antichi in una grotta dedicata al dio Pan (F. Giuseppe, Bell. I, 21, 3), ora bloccata da movimenti sismici, si trova attualmente ai piedi di un contrafforte dell'Hermon (m. 329 sul mare); quella del N. el-Leddan è presso Tell el Qadi (m. 143) e quella del N. el Hasbani a Hasbejjah (m. 563). Il G., dopo aver indugiato per ca. 10 km. in mezzo ai canneti e ai giunchi della fertile Ard el Huleh, si raccoglie nel paludoso lago Huleh o Semaconite (m. 2 sul mare). In 17 km. scende da m. 2 a m. 208 sotto il livello del Mediterraneo, precipitando rumoroso attraverso una valle stretta di rocce basaltiche e sfocia nel lago di Genezaret (v.). Di qui al Mar Morto (km. 109 in linea retta) il G. si snoda così tortuosamente da triplicare il suo percorso (km. 320), attraverso la vallata (Gor) che ha un'ampiezza minima di km. 2-3 nei primi 20 km., ma raggiunge i 15-20 km. nelle vicinanze di Gerico. La vallata (Gor) è conformata a tre terrazze degradanti a modo di anfiteatro verso il corso del fiume: la più esterna e la più elevata è formata da tumuli nudi e deserti, senza vegetazione, torridi, eccettuato dove la presenza di fonti costituisce oasi abitate nel passato ed oggi (Gerico, Bethsan); la media è ricoperta da arbusti; la più interna (ez-Zor), corrispondente all'alveo del fiume ed inondata ogni anno nei mesi di piena (cf. Ios. 3, 15; I Par. 12, 15; Eccli. 24, 24) è ravvivata da arbusti e da piante di salici, pioppi e da animali (anticamente anche leoni: Ier. 49,19; 50,44; Zac. 11, 3). Dei numerosi affluenti che alimentano il G. i principali sono il Iarmuk ed il Iabbok a sinistra, il Nahr Gialud ed il Wadi Far'ah a destra. Non utilizzabile per l'irrigazione, se non artificialmente, né navigabile, il G. costituisce più una barriera che un tramite di comunicazione, sebbene non manchino ponti (Gisr Benat Ia'qub, Gisr el Mugami', Gisr Sh-Ahsein, Gisr el Goraniye) e guadi (circa 60) non sempre praticabili tra cui Mahadet 'Ahara e ed-Damiye.
Nella Bibbia il G. è ricordato soprattutto come frontiera (Num. 34, 12; Ez. 47, 18), attraversata da fuggitivi (2Reg. 7, 15; Iudc. 12, 5) o da Israeliti che si mettevano in salvo sull'altra riva (1Sam 13, 7; 2Sam 2, 29; 17, 22). La parte inferiore, di fronte a Gerico, denominata nel V. T. hak-kikkar o kikkar hajjarden (Gen. 13, 10, 12; 19, 17; 2Sam. 18, 23) e nel N. T. *** (Mt. 3, 5; Lc. 3, 3) è associata indelebilmente al passaggio miracoloso degli Israeliti (Ios. 3, 1 ss.), ai profeti Elia ed Eliseo (2Reg. 2), al ministero di Giovanni Battista (Io. 1, 28) e al Battesimo di Cristo (Mt. 3, 13-17 e par.).
[A. R.]

BIBL. - L. SZCZEPANSKJ, Geographia historica Palaestinae antiquae, Roma 1928, pp. 50-59; F. M. ABEL, Géographie de la Palestine. I. Parigi 1933, pp. 161-176. 474-489; N. GLUECK, The river Jordan. Londra 1946.

Autore: Sac. Armando Rolla
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora