Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Rance Armand-Jean Le Bouthillier De


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I. Vita e opere. Nasce a Parigi il 9 gennaio 1626, secondo maschio dei sei figli di Denis e Charlotte Joly. La famiglia gode dei favori della corte e Richelieu ( 1642) è suo padrino di battesimo e gli dà il suo nome. Destinato alla carriera militare, la sua vita subisce un vero sconvolgimento quando, per la morte del fratello maggiore, il padre lo obbliga a intraprendere la carriera ecclesiastica contro la sua volontà. Si trova a undici anni canonico di Notre Dame di Parigi e commendatario di cinque benefici tra cui l'abbazia della Trappa. Viene ordinato sacerdote nel 1651. Compie studi brillanti e diviene dottore in teologia nel 1654 alla Sorbona. Lo zio, arcivescovo di Tours, lo vuole suo arcidiacono e nel 1656 viene nominato cappellano di Gaston d'Orléans. Nel 1657 la sua carriera viene interrotta dal rifiuto di Mazzarino ( 1661) di nominarlo coadiutore dello zio a Tours. Si rifugia, allora, nel suo castello di Veretz dove vive alcuni anni come eremita sotto la guida spirituale degli Oratoriani di Parigi. Si disfa dei suoi vari benefici e si ritira alla Trappa nel 1662, chiedendo l'abito cistercense. Nel settembre 1664 i suoi superiori lo inviano a Roma in missione per curare gli interessi della Stretta Osservanza. Da questo momento si consacra alla riforma della sua abbazia pur continuando, fino al 1675, a difendere la stretta osservanza. Numerose abbazie maschili (Sept-Fons, Orval, Tamié, Châtillon e Perseigne...) e femminili (Clairets, Maubuisson...) ne praticano la riforma. Muore nel 1700.

Fra la numerose opere riguardanti Costituzioni, Regolamenti, Commento alla Regola di s. Benedetto, ecc... ricordiamo il suo capolavoro: De la sainteté et des dévoirs de la vie monastique (2 voll., Paris 1683). Quest'opera rappresenta il lavoro di quasi vent'anni e, secondo quanto dice lo stesso R., la sintesi del suo insegnamento. Altrettanto importanti le sue numerosissime lettere: Lettres de piété (2 voll. Paris 1701 e 1702); Lettres, Paris 1846; Correspondence, 4 voll., Paris 1992. Di importanza particolare ancora: Relations de la mort de quelques religieux de l'Abbaye de la Trappe (Paris 1678, ultima edizione 1755 con l'aggiunta della morte di R.).

II. Dottrina spirituale. Dopo la sua conversione, R. si rifece ai Padri del deserto e in primo luogo a Giovanni Climaco ( 649 ca.). Per quanto possibile nel sec. XVII, fece della Trappa l'immagine fedele della vita monastica dell'età d'oro della Tebaide o del Sinai. La sua fu una spiritualità pratica, vissuta e non solo astratta o teorica. Il senso di colpa e il desiderio di penitenza che avevano segnato la sua conversione lo seguirono per il resto della sua vita, tuttavia questo costante desiderio di penitenza maturò nel tempo e via via che la grazia trasformava la sua vita ne spostò anche l'accento su aspetti spirituali più interiori. I monaci suoi ’fratelli', come egli li chiamava, ebbero un'importanza grandissima nel compimento della riforma e nella realizzazione di quel connubio felice fra spiritualità del deserto e Regola di s. Benedetto che fu la vita della Trappa. Umiltà, distacco, rinnegamento di sé, intensa penitenza e, per i monaci, vita fraterna comunitaria, furono considerati i mezzi più efficaci per giungere alla perfezione dell'amore di Dio e del prossimo. A questo punto è però importante sottolineare che l'amore inteso come carità fu la caratteristica dominante nella spiritualità di R., ciò che diede senso e valore a tutto il resto. Non dobbiamo lasciarci trarre in inganno dall'eccessiva importanza data all'aspetto penitenziale della vita trappista, egli stesso affermò: " La penitenza non è altro che la conformità del nostro cuore a quello di Dio, essa richiede una totale abnegazione di noi stessi " riconducendo così l'ascesi all'interno della persona, soprattutto alla purificazione del cuore. Come abbiamo detto, la vita e la grazia maturarono molto l'entusiasmo dei primi tempi e condussero il riformatore a una grande serenità ed equilibrio, aspetti che la sua corrispondenza mette bene in evidenza. La preghiera divenne sempre più " nutrimento dell'anima " luogo in cui ognuno si esprime nel modo più vero. " Abbiate cura particolare di purificarvi con la preghiera. Fate che essa sia il grido e la voce del vostro cuore. Fate che lo Spirito Santo la formi lui stesso... " E ancora: " Dovete domandare a Dio quella santa infanzia che rende coloro ai quali egli la dona incapaci di dire, di pensare o di fare il male... "

Fortemente cristocentrica, la vita che si conduceva alla Trappa, sotto la guida di R., fu l'espressione luminosa di un cristianesimo forte nelle sue scelte e, aspetto molto importante in epoca di giansenismo, assolutamente fedele a Roma e alla gerarchia.

Bibl. A. Aubry, La conversion de Monsieur de Rancé, in Collectanea Cistercensia, 25 (1963), 192-205; Id., A la recherche du vrai portrait de Rancé, in Cîteaux, 23 (1972), 171-208; Id., Les Pères des déserts à la Trappe, in Cîteaux, 32 (1981), 167-214; G. de Bellaing, Le vrai visage de la Trappe, Paris 1982; H. Bremond, L'abbé Tempête, Paris 1929; A.M. Caneva, Il riformatore della Trappa, Roma 1996; F. van Haaren, s.v., in DES III, 2124-2126; A.J. Krailsheimer, s.v., in DSAM XIII, 81-90; Id., Rancé Abbot of la Trappe, Oxford 1974; Id. Rancé and the Trappist, Kalamazoo 1985; Ch. Waddel, La simplicité chez l'abbé de Rancé, in Collectanea Cistercensia, 41 (1979), 94-106.




Autore: A.M. Caneva
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)