Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Pace


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I. Il termine. Nelle diverse culture ed epoche, il termine p. assume un'estensione più o meno ampia e specifica. Così, ad esempio, l'eirene greca non indica tanto un rapporto tra persone, quanto una condizione di tranquillità interiore, in senso piuttosto riduttivo, come semplice assenza di turbamento e di sentimenti ostili; al contrario, la pax romana ha tutta la concretezza del contratto giuridico, dell'alleanza stipulata tra i popoli: allude ad una realtà prevalentemente sociale, tutelata e fondata sul diritto. Molto significativo è, in proposito, il famoso detto: Si vis pacem, para bellum (se vuoi la p., prepara la guerra). Tra queste opposte e paradigmatiche prospettive, il mondo ebraico si distingue in modo nettissimo.

II. Nella Scrittura. Nell'AT la p., shalom, non è un valore tra altri valori, ma coincide con la totalità dei beni. E la pienezza del bene, è la salvezza desiderata ed attesa. Shalom racchiude tutto ciò che di meglio si può augurare: non per nulla diventa la formula stessa del saluto, denso di profondità religiosa. E sinonimo di " benessere ", felicità, giustizia. E benedizione, gloria, vita. In una parola, è il Nome stesso del Messia: Principe della p. (cf Is 9,5; Sal 71). Proprio perché tale, essa è innanzitutto dono da ricevere dalle mani di Dio e segno della sua presenza, che raggiunge la singola persona fin nell'abisso del suo cuore ed insieme stringe tutto il popolo nell'abbraccio della fraternità. L'uno e i molti vengono a coincidere nell'esperienza stessa di Dio. " Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e p. si baceranno " (Sal 84,11): ecco la prospettiva sociale; ecco però anche il momento delle nozze, dell'incontro mistico: " Così sono ai suoi occhi come colei che ha trovato p.! " (Ct 8,10). L'incontro con lo sposo è la perfezione dell'amore che, nell'unione mistica, procura armonia e p.

L'attesa del Messia diventa realtà concreta in Gesù, dono perfetto del Padre. Egli è la P., meglio: " Egli è la nostra p. " (Ef 2, 14). Tutta la sua vita, dalla grotta di Betlemme all'ascensione al cielo, è posta sotto il sigillo della p. La sua nascita è accompagnata dal canto del coro angelico: " Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e p. in terra agli uomini che egli ama ". Non è solo un inno di lode, ma, più profondamente, è l'annuncio di una realtà che si è compiuta: la salvezza è discesa; un seme di p. è stato deposto - e nascosto - nel cuore stesso dell'umanità e ormai crescerà " spontaneamente ", senza lasciarsi soffocare da spine o rovi. Sull'albero della croce diventerà frutto maturo, pronto per offrirsi in dono il giorno della risurrezione: " Pace a voi " (Gv 20,19.21.26): parole inseparabili dalla dolce e forte promessa con cui si chiude il Vangelo secondo Matteo: " Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo " (Mt 28,20).

III. P. come frutto della consapevolezza mistica. Abitati dalla P., i cristiani sono invitati da Gesù stesso a diventare costruttori di p., se veramente vogliono essere figli di Dio: " Beati gli operatori di p., perché saranno chiamati figli di Dio " (Mt 5,9). Non si tratta di un impegno semplicemente etico, né di uno sforzo puramente umano, ma di vivere in verità il battesimo, lasciando agire liberamente, senza contristarlo, lo Spirito che è stato riversato nei cuori dei credenti: " Il frutto dello Spirito è amore, gioia, p., pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé " (Gal 5,22).

La p., dono dello Spirito, non è e non dev'essere ritenuta un'utopia. Essa fiorisce però soltanto sul terreno dell'amore autentico, quello che non si arresta neppure di fronte all'odio o all'ingiustizia. Frutto della passione di Cristo, la p. può essere custodita solo con la com-passione, col sacrificio di sé, fino al martirio, perché su questa terra la sua crescita è continuamente insidiata e minacciata dal male e dal peccato. Non sono forse i santi, gli amici di Dio, ad offrire all'umanità le icone più belle della p., essi che hanno raggiunto le altezze sublimi della comunione con Dio, in cui, per così dire, hanno goduto il vero e proprio riposo d'amore in Dio Trinità, armonia perfetta? Guardando al loro esempio, è possibile avanzare più speditamente nel cammino fino alla Gerusalemme celeste, che è visione di p., nella piena e universale comunione, che corrisponde al compimento del disegno salvifico di Dio.

Bibl. Aa.Vv., La pace, dono e profezia, Magnano (BI) 1985; Aa.Vv., Il contributo culturale dei cattolici al problema della pace nel secolo XX, (con antologia di scritti sulla pace), Milano 1986; R. Coste - H.J. Sieben, s.v., in DSAM XII1 40-73; W.W. Foerster, s.v., in GLNT III, 191-243; C. Gennaro, s.v., in DES III, 1801-1802; F. Gioia, La forza della pazienza. Il cammino della pace interiore, Cinisello Balsamo (MI) 1995; H.H. Schmid, Shalom. La pace nell'antico Oriente e nell'Antico Testamento, Brescia 1977.



Autore: Benedettine dell'Isola San Giulio (NO)
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)